Politici, giudici, faccendieri: su quei Falcon Italia dai due volti

C’ e’ sempre il momento per un caffe’ o per una spremuta d’ arancia. E a prepararli e’ una gentilissima hostess o un perfetto barman. Sulla taschina della giacca, la scritta in oro Cai. Quella hostess o quel barman sono “agenti segreti”. Per la saletta vip della Cai, all’ aeroporto militare di Ciampino e’ transitata buona parte della storia d’ Italia. Storia ufficiale e storia occulta.

Sui veloci Falcon, da sei a dieci posti, hanno fino ad oggi volato ministri, politici, magistrati a rischio di attentati (compreso Giovanni Falcone, per quell’ ultimo volo Roma Palermo del 23 maggio 1992). Ma, in passato, anche esponenti dei servizi segreti deviati e quei personaggi dalle molteplici sfaccettature meglio noti come i faccendieri. Da Francesco Pazienza a Flavio Carboni. Persino esponenti della criminalita’ organizzata hanno goduto di voli aerei e passaggi facilitati alle frontiere attraverso la Cai. Come quel Domenico Balducci, mitico rappresentante della ormai tristemente nota banda della Magliana. Anni lontani, gli anni del generale Giuseppe Santovito, gli anni del cosiddetto Supersismi, che tuttavia hanno lasciato intorno alla Compagnia aerea dei servizi segreti un’ aura sinistra di mistero (quali traffici erano permessi a Balducci, grazie a quegli aerei? in cambio di cosa?). E di potere. Uno dei piu’ prestigiosi e discreti simboli del potere. Molto piu’ esclusivo delle auto blu o della stessa scorta. La Cai, pero’ , e’ bene dirlo subito non e’ e non e’ mai stata una societa’ di copertura. E’ piu’ semplicemente una societa’ il cui azionista unico e’ il servizio segreto militare, e il cui personale o e’ dei servizi segreti o e’ sottoposto a tutti i controlli piu’ stretti da parte dei servizi segreti. Disporre di veloci mezzi di trasporto, di personale fidato, della possibilita’ di raggiungere Stati esteri sono tutti obbiettivi irrinunciabili per un servizio di spionaggio e di controspionaggio. Cosi’ come lo e’ garantire la sicurezza delle alte personalita’ dello Stato e tenere “sotto controllo” la mobilita’ delle persone che costituiscono, a diversi e complementari livelli, il ganglo vitale del Paese. Un ministro dell’ Interno o della Difesa va all’ estero con il suo staff per un incontro bilaterale? Fino a ieri ci pensava la Cai. Il nome di chi viaggia e’ inserito in una lista. Basta questo. A tutto il resto ci pensano loro. E’ il personale che si occupa di verificare se si e’ in possesso del passaporto, se si puo’ espatriare, se non ci sono motivi che lo impediscono. Il passeggero viene preso in consegna, e non deve preoccuparsi di nulla. Pensa a tutto l’ organizzazione. In mezza giornata si va e si torna da Vienna o da Bruxelles. Il trattamento e’ inappuntabile, anche in volo. Notizie sul viaggio, velocita’ di crociera, video con le immagini della posizione geografica, possibilita’ di telefonare a terra. Ma gli eredi del Cai sono stati utilizzati dai capi dei servizi segreti anche per delle vere e proprie operazioni sul campo. Come quella avvenuta in Somalia , nel pieno svolgimento della guerra tra i clan, il 28 dicembre del ‘ 92. Quando il direttore del Sismi, generale Cesare Pucci si reco’ a Mogadiscio, proprio su un Falcon della Cai per incontrare il generale Aidid e il presidente ad interim Ali’ Mahadi. La visita’ duro’ meno di 24 ore. L’ aereo compare sulla pista della capitale somala poco dopo le 11 della mattina. Attendono Pucci due campagnole della brigata Folgore, cariche di paracadutisti e di Carabinieri del battaglione Tuscania. Il piccolo convoglio si mette subito in movimento. L’ aeroporto e’ situato nella zona sud della citta’ , per cui il capo dei servizi segreti italiani compie la sua prima sosta nel quartier generale di Aidid, passa a poche centinaia di metri dalla sede della Conoco, la multinazionale del petrolio che ospita l’ ambasciatore americano Robert Oakley. Poi e’ la volta di Ali’ Mahadi. Pucci chiude la serata nella palazzina stile coloniale che ospita il comando del contingente italiano dove incontra i responsabili dei servizi di sicurezza americani. Il Falcon e’ li’ che lo aspetta per riportarlo subito dopo in Italia. Negli ultimi anni sono iniziate le difficolta’ economiche. E si sono cominciati a tagliare i voli delle cosiddette persoanlita’ a rischio. Alcune decine di giudici, ministri e parlamentari. La decisione era stata presa alla fine del ‘ 95 dal presidente del Consiglio Lamberto Dini. Poi la cosa e’ stata discussa dal Comitato nazionale per la sicurezza e varata. Per gli esclusi non piu’ Cai, ma Alitalia. Da ieri, niente Cai per nessuno. Solo Aeronautica militare.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe