Berlusconi e Bossi, i due orfanelli

ROMA – Torna Berlusconi. Se ne sentiva il bisogno anche se, in effetti, non è mai scomparso dalla scena. Se ne leggono fatti e misfatti nelle intercettazioni, ormai pubbliche, relative alle “ feste galanti”.

Parole in libertà da parte delle gentili  ospiti in villa,  tutte provenienti da austeri collegi, quasi di clausura.  Ce ne erano  di stipendiate, a libro paga, olgettine doc contro le ultime arrivate,  gelose di “papi” non per amore ma per soldi.  Le più “preparate” puntavano a:farsi comprare casa. L’uomo da questo punto di vista non fa più notizia, stuzzica la curiosità malsana dei guardoni.  Non fa notizia neppure quando va  a piangere sulla spalla di Napolitano perché  i magistrati si accanirebbero contro di lui.  Del resto non fa più notizia il sodale del cavaliere, quel  Dell’ Utri che faceva da mediatore fra i mafiosi   ai quali Berlusconi pagava il pizzo, mettendosi in casa anche lo “ stalliere” Mangano l Tutte cose passate. Lo stesso processo che lo vede imputato a Milano, il “caso” Ruby”, cui viene consigliato di darsi  per pazza,  è seguito  per dovere di cronaca.  Certo ci sono i  Lavitola, i Tarantini, tanto per citarne qualcuno di quelli in “ affari” con il berlusca, che parlano, dicono e non dicono, ci sono gli Emilio Fede, i Lele Mora, una schiera di cortigiani nelle peste.  Il  cavaliere, che è uomo di mondo, ha avvertito che qualcosa non andava, che nascondendosi dietro il sorriso-dentone di Angelino Alfano, rischiava di essere ricordato solo come il presidente del Consiglio noto per “le cene galanti.”

 Il cavaliere   dalle intercettazioni alla politica

Eccolo  tornare  alla ribalta, in prima persona, riprende le redini del Partito, con codazzo di Santanché, fa notizia, anche se  il ridicolo è il suo fotte, come sempre. Votano dieci  milioni di italiani mai è come se le elezioni  non ci fossero : “Queste elezioni  – dice-non hanno un valore politico per il Paese, perché c’è una grandissima percentuale di cittadini che è confusa e non sa per chi o per cosa votare.” Un po’ confuso pare essere il cavaliere. Se i cittadini n on vanno a votare  è un fatto che dovrebbe essere preso in seria considerazione dal leader di un partito.  Se poi il Pdl esce con le ossa rotte sono sempre dieci milioni di italiani che lo hanno deciso. Ma più esilarante ancora  è il suo rapporto con Bossi.  Il  cavaliere nega l’evidenza. “Non c’è stata mai nessuna rottura tra la Lega Nord e il PdL.

Con Bossi e con Maroni tutto bene

Sono sempre stato in contatto sia con Bossi che con Maroni, non esiste una frattura tra noi e la Lega. Esisteva un dissenso sul sostegno a questo governo, e devo dire che alcune ragioni fondate la Lega le aveva”.  Basta tastare il polso ai leghisti, a quelli che vanno in  piazza che se lo mordono lo avvelenano. Lo ritengono responsabile di tutte le loro disgrazie. Ma anche i dirigenti, quelli che vanno in tv, quando parlano sembrano essere sempre stati all’opposizione. Hanno già dimenticato che hanno votato tutto  e anche più di tutto, perfino che Ruby era la nipote di Mubarak. Ora fanno calare l’oblio, Berlusconi  è come  non fosse mai esistito, “ chi era costui ?  direbbe Manzoni. Patetico il  cavaliere cui mancano i lunedì al desco con Bossi. Lui lo ha portato per mano nel mondo che conta, nelle sue Ville dove per la prima volta era entrato in canottiera, roba da villici di altri tempi.

Anche il senatur soffre di malinconia

Ma anche Bossi soffre di malinconia.  Tanto che , dopo le batoste subite, le contestazioni dal “ suo “popolo,  il Trota che addirittura aveva comprato, così si dice, una laurea in Albania, insieme al guardaspalle di Rosy Mauro, i diamanti, i lingotti d’oro, lui che non sapeva niente, che non si è accorto che stavano ristrutturando la sua casa, come Scajola che non  sapeva che gli fosse stata regalato una casa, vista Colosseo, dopo tutto questo che fa? Dice che si ricandida a segretario per il bene della Lega, con Maroni che lo ascolta basito. In fondo , come si dice, dio li fa e poi l’appaia. Berlusconi senza Bossi si sente orfano. Bossi senza Berlusconi, altrettanto. Sono legati a doppia mandata, esemplari di una storia d’Italia  da cancellare.
“. 


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