Scienza. La cannabis danneggia memoria e apprendimento

SYDNEY – Scienziati australiani hanno confermato ciò che si sospettava da tempo: l’uso persistente di marijuana danneggia la memoria e le capacità di apprendimento del cervello. Lo studio dell’Istituto di ricerca infantile Murdoch di Melbourne e delle università di Melbourne e di Wollongong dimostra inoltre, per la prima volta, che quanto più presto nella vita le persone sviluppano l’abitudine alla cannabis, peggiore è il danno.

Nella ricerca pubblicata sulla rivista Neuropsychopharmacology, gli studiosi hanno usato tomografia a risonanza magnetica per esaminare il cervello di 59 persone che hanno usato marijuana per 15 anni in media, comparando le immagini con quelle di 33 persone sane che non hanno mai usato la droga. Le immagini misuravano cambiamenti di volume, forza e integrità della materia bianca, il complesso sistema di connessioni del cervello. A differenza della materia grigia, l’area del pensiero che raggiunge la sua punta a otto anni di età, la materia bianca continua a svilupparsi nel corso della vita.

Le immagini mostrano che chi ha usato persistentemente e a lungo marijuana subisce interruzioni nelle fibre della materia bianca, scrive il prof. Marc Seal, che ha guidato il progetto. In tale gruppo si è registrata una riduzione di volume della materia bianca di oltre l’80%. «Questo è il primo studio adimostrare che l’età in cui comincia l’uso regolare di cannabis è un fattore chiave nel determinare la gravità del danno cerebrale», scrive Seal.
La cannabis interferisce con i ricettori cannabinoidi naturali. «Se un adolescente che non ha ancora tutti i cannabinoidi naturali nella materia bianca, l’introduzione di gran quantità di cannabinoidi esterni nel sistema, impedisce alla materia bianca di maturare», aggiunge. E le differenze significative nella materia bianca degli assuntori di lungo termine sono legate alla cattiva memoria e alle difficoltà di apprendimento.  I risultati si aggiungono a quelli di studi precedenti che hanno dimostrato come l’ippocampo, l’area del cervello responsabile della memoria, si restringe degli assuntori cronici di cannabis.

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