Regione Lazio. Battistoni si dimette. L’opposizione presenta mozione di sfiducia

La Guardia di Finanza in Regione. Domani sit-in di protesta alla Pisana

 

ROMA – Salta la prima testa al Consiglio regionale del lazio. Il capogruppo PdL Francesco Battistoni si è dimesso dopo avere incontrato il segretario Angelino Alfano a via dell’Umiltà.

Battistoni, secondo fonti PdL, ha rassegnato dimissioni “irrevocabili”, come chiedeva la presidente Polverini. Adesso c’è da vedere quali saranno le prossime mosse della maggioranza. Per ora invece, non sembra intenzionato a lasciare la poltrona il presidente del consiglio regionale Mario Abruzzese.

Tuttavia la presidente fa subito una precisazione: “Non ho chiesto la testa di nessuno, – rimarca la Polverini – non è mia abitudine. Faccio la presidente della regione e quelle che sono le mie prerogative le rispetto e le utilizzo nel caso in cui ne ho bisogno se ce ne è bisogno”. E poi: “Il pdl è un partito che sostiene la maggioranza  ci ha messo nei guai attraverso delle persone che si sono rivelate poco perbene… vorrei dire a questi ragazzi che hanno avuto un’opportunità straordinaria potendo rappresentare gli elettori all’interno di un consiglio regionale, che è ora di tacere”.

Al momento nessun nome è trapelato su chi andrà a sostituire il dimissionario. “Domani farò una riunione di gruppo e cercheremodi fare una mediazione”, ha detto Battistoni. “Se si riuscirà a trovare un candidato che sia espressione di tutto il gruppo credo che avremo fatto un buon lavoro”.

L’opposizione, intanto, continua ad invocare le dimissione della governatrice, forte del fatto che l’episodio da “basso impero” come l’ha definito un noto settimanale, si potrà cancellare solo e quando i cittadini potranno tornare alle urne ed eleggere  una nuova giunta regionale. Un’ipotesi che al momento sembra sfumare. Pare, infatti, che la Polverini abbia incassato il sostegno  di Silvio Berlusconi, con il quale ha parlato ieri al telefono. La presidente ha smentito di aver incontrato l’ex premier a Palazzo Grazioli, come era inizialmente trapelato. Anche il sindaco Gianni Alemanno ha fatto sapere di appoggiare incondizionatamente la Presidente, invitandola a non dimettersi. Anzi, – ha detto il primo cittadino di Roma – “a tenere duro e a fare pulizia”.

“Domani – fa sapere  Ivano Peduzzi, capogruppo  della Federazione della Sinistra – si riunirà il Consiglio Regionale del Lazio per dare seguito alla mozione approvata lunedì scorso. Lo scandalo che ha travolto il gruppo del Pdl, screditando l’intera istituzione regionale, non può che concludersi con le dimissioni della presidente Renata Polverini, la quale, nonostante le notizie sinora pubblicate, non sembra orientata a dimettersi. Domani, – continua Peduzzi –  dopo l’approvazione in aula dei tagli, l’opposizione presenterà una mozione di sfiducia nei confronti della Polverini”.
Sempre domani è stato organizzato dalle 11 un  sit-in di protesta presso la sede del Consiglio Regionale del Lazio in via della Pisana.

Secondo il presidente dei senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario,”la Polverini rappresenta la casta che non vuole piegarsi all’etica, perchè si sarebbe dovuta dimettere subito e invece si permette di dire ancora si vedrà”.

Dello stesso avviso il Partito Democratico.  Pierluigi Bersani ha rimarcato la sua posizione. “Dopo lo scandalo sull’uso dei fondi del Pdl è necessario che la Polverini si dimetta”.

La Finanza anche oggi in Regione. Caotica la gestione dei fondi del Pdl

L’inchiesta sui Fondi Pdl continua. Da questa mattina la Finanza si trova alla sede della Regione Lazio per ascoltare alcune persone. E’ probabile che gli inquirenti stiano cercando dei riscontri tangibili sulle dichiarazione rilasciate da Fiorito durante l’interrogatorio di ieri, anche se la gestione dei fondi Pdl appare “caotica”, stando a quanto fornito dall’autorità giudiziaria. Infatti la gestione dei fondi del finanziamento pubblico che finiva nelle casse dei gruppi consiliari della Regione Lazio, era «senza controllo», «spesso caotica», e con violazioni di legge. È quanto emerge dagli ultimi accertamenti degli inquirenti della Procura.  Fiorito, assistito dall’avvocato Carlo Taormina, ieri, interrogato nella caserma della polizia vallutaria della Guardia di Finanza, ha puntato il dito proprio sulla gestione generale dei fondi inviati ai gruppi.

 

 

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