Stati Generali della Bicicletta. Legambiente propone di pedonalizzare le aree di pregio

Il Colosseo, primo monumento visitato per numero di turisti e per incassi, è ancora oggi degradato a spartitraffico

ROMA – A riguardare le vecchie foto d’epoca un po’sbiadite delle automobili che riempivano Piazza Navona a Roma, Piazza Duomo a Milano o Piazza Plebiscito a Napoli viene da dire: certo che dovevamo essere proprio sciocchi se svendevamo i luoghi più pregiati delle città trasformandoli in parcheggi. Eppure questa pratica è ancora largamente diffusa in tutta la Penisola, visto che sono tante le piazze storiche d’Italia trasformate in garage di lusso. Genova, Roma, Padova, Napoli, Milano, Siena, Brescia, Verona, Bologna e Palermo sono alcune delle tante città con piazze-garage, dove ogni giorno vengono parcheggiati motorini ed auto.
E da Reggio Emilia, Legambiente lancia la propoposta di pedonalizzare le aree di pregio storico-culturale per liberarle dal traffico e dalla sosta selvaggia. Un’idea presentata in occasione degli Stati Generali della Bicicletta e della Nuova Mobilità, in programma oggi e domani, 5 e 6 ottobre, a Reggio Emilia, città italiana ciclabile per eccellenza. L’evento, promosso da Legambiente, ANCI, Fiab e #salvaiciclisti, ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Dal nord al sud d’Italia, i luoghi simbolo del nostro Paese, sono ogni giorno deturpati da una massa informe di vetture parcheggiate o in transito – spiega da Reggio Emilia Alessandra Bonfanti, Legambiente Cultura e Territorio. – Liberare dal traffico la bellezza delle piazze e dei monumenti storici, significa incentivare una mobilità sostenibile, una maggiore qualità urbana ed un turismo di qualità. Per questo chiediamo ai sindaci di emanare delle ordinanze per vietarne la sosta o il transito in alcune domeniche del mese e soprattutto di prendere dei provvedimenti definitivi. In questo modo si potrà finalmente restituire la giusta visibilità alle nostre piazze storiche, veri e propri luoghi di identità collettiva, dar vita a spazi più vivibili e fruibili consentendo a cittadini e turisti di riscoprire la bellezza e il fascino di queste aree storiche” .

E nel Belpaese i luoghi storici soffocati dal traffico sono tanti. L’esempio per eccellenza arriva da Roma, dove da anni il Colosseo e i Fori Imperiali sono al centro di una battaglia per la pedonalizzazione dell’intera area. Una battaglia iniziata trent’anni fa con l’inaugurazione nella Capitale della prima isola pedonale urbana della Penisola, con un nuovo assetto stradale dell’area dei Fori e il divieto di circolazione delle auto per un tratto intorno al Colosseo. Il progetto iniziale prevedeva anche la chiusura domenicale del primo tratto di via dei Fori Imperiali tra Piazza Venezia e Largo Corrado Ricci e, in prospettiva, e la chiusura definitiva dello stesso tratto. Ma da allora nessun sindaco è stato in grado di portare a compimento l’ampliamento dell’originaria isola pedonale e il vagheggiato parco archeologico. E il Colosseo, monumento simbolo di Roma, è tutt’ora degradato al ruolo di spartitraffico. Un fatto vergognoso se si pensa, tra l’altro, che l’Anfiteatro Flavio è il monumento più amato dagli italiani e il più visitato. Secondo un’indagine Eurisko del 2011: dei 97 milioni incassati dal nostro patrimonio artistico, 41 arrivano da Roma e 30 dal complesso del Foro Romano. Legambiente da anni sostiene la pedonalizzazione dell’area e si è attivata per una raccolta firme.

Per far respirare le città italiane è indispensabile un cambiamento radicale in termini di mobilità urbana, un concetto ribadito con forza agli Stati Generali della Bicicletta e della Nuova Mobilità. L’Italia purtroppo è il Paese d’Europa con la più alta densità di automobili, un dato preoccupante che indica, non solo la dipendenza degli italiani alle quattro ruote, ma anche la costante minaccia che incombe sulle piazze e i monumenti storici, soffocati entrambi dallo smog e dalla sosta selvaggia.

Ad esempio a Verona, Piazza San Zeno, dove si trovano la basilica omonima, capolavoro di arte romanica, un monastero che tra il IX e il XII secolo fu il più ricco e potente della città, chiostri, giardini e orti, è oggi è un grande parcheggio. A Siena, a due passi dal centro storico, c’è Piazza Provenzano, dominata dalla chiesa di Santa Maria di Provenzano. Nonostante sia all’interno della ZTL, auto e motorini sono parcheggiati ovunque. La palermitana Piazza Bellini, cuore del centro civico della città medioevale, è oggi è aperta a tutte le auto nonostante il Comitato per lo spazio pubblico ne chieda la chiusura permanente ai veicoli. Che dire poi di piazza Paolo VI, nel cuore di Brescia, dove si affacciano il Broletto, il Duomo Vecchio in stile romanico e il Duomo Nuovo tardo barocco? Dopo anni di battaglia, la piazza era stata quasi completamente liberata dalle macchine, ma nel 2008 la nuova giunta comunale ha rinserito i posti auto.
Piazza Sant’Ambrogio, invece, è uno dei luoghi simbolo di Milano e la basilica da cui prende il nome una delle più antiche chiese della città. L’amministrazione comunale ha, però inserito la piazza nel piano parcheggi del 2000, contro il parere di architetti, storici dell’arte e residenti: il progetto prevede 5 piani interrati per una capienza di 581 posti auto e 70 posti per motociclette. Oltre agli scavi in area a vincolo monumentale, preoccupa la costruzione della rampa di accesso che altererebbe la natura della piazza.

Diversa, ma comunque emblematica, la storia di piazza Caduti della Resistenza a Padova, nel centro di un quartiere di edilizia popolare d’inizio ‘900, ristrutturato all’inizio degli anni 2000. Oggi tutta lastricata, la piazza si sta lentamente trasformando da luogo di aggregazione in parcheggio abusivo. Piazza Colombo, a Genova, con i suoi portici e la sua bella fontana seicentesca al centro, continua invece a servire da grande rotatoria, nonostante un progetto del comune prevedesse nel 2009 la sua pedonalizzazione. Altro angolo di città da preservare e valorizzare è piazza Aldrovandi a Bologna, a ridosso della vecchia cerchia muraria dei Torresotti e all’interno di quella del XIII secolo che circoscrive una zona dall’accesso limitato agli autoveicoli. Nonostante i divieti, il traffico in piazza non è trascurabile, a scapito della bellezza dei portici, degli alberi e del secolare mercatino. A Napoli, suscitò sogni e speranze degli ambientalisti, la pedonalizzazione di Piazza Trieste e Trento (dove vige attualmente un divieto di sosta, spesso non rispettato) e di Largo Castello, nell’ambito di un progetto che prevedeva di pedonalizzare tutta l’area tra Piazza del Plebiscito e il Maschio Angioino. Ma piazza Castello è diventata l’area di sosta dei Citysightseeing, i bus a due piani per turisti. L’amministrazione comunale vi ha, inoltre, recentemente istituito uno di due nuovi parcheggi. L’altro è sugli spalti del Maschio Angioino, alla faccia delle speranze dei cittadini che sognano una città più vivibile.

Salvare dal traffico le piazze e i monumenti storici, interessati da importanti flussi turistici, non è un’impresa impossibile. Legambiente ribadisce l’importanza di un impegno concreto da parte delle amministrazioni locali a ridisegnare la mobilità urbana e la voglia da parte dei cittadini di muoversi, all’interno della città, in maniera più sostenibile come andare a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. Tre modalità di trasporto sostenibile che, soprattutto per chi vive nei centri urbani, oltre a ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione, possono giocare un ruolo importante per il benessere di tutti e per le aree di rilievo storico-culturale.

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