Decreto sviluppo. Berlusconi si candida e affossa il governo

ROMA – Prima al Senato e poi alla camera il Pdl ha tolto la fiducia al governo Monti. Il voto è avvenuto a Palazzo Madama sulla legge per lo sviluppo e a Montecitorio sulla Legge per la riduzione dei costi della politica.

Al Senato Pisanu ha votato la fiducia, alla Camera, come annunciato nel dibattito, si sono pronunciati a favore della fiducia Frattini, Cazzola, Mantovano e Malgeri e da loro è arrivato un immediato invito da parte della Bertolini che rappresenta un gruppetto di parlamentari che già si sono staccati dal Pdl.
Ora, la situazione sarà esaminata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che domani mattina incontrerà Alfano, il quale ha già annunciato di fatto che Berlusconi scenderà in campo e per la sesta volta si candiderà a Presidente del Consiglio. Monti, dal canto suo, in una rapida conferenza stampa tenuta a margine del Cdm, ha detto di attendere una convocazione da parte dello stesso Napolitano, ovviamente non prima dell’incontro tra il Capo dello Stato e il segretario del Pdl. La realtà appare in tutti i suoi termini, le primarie del Pdl non ci saranno e la candidatura del cavaliere significa l’affossamento del governo Monti.
È stata una giornata convulsa, segnata da continue riunioni dei parlamentari del Pdl nel corso delle quali sono emerse profonde divisioni  rispetto alla linea proposta da Alfano. Il segretario Pdl ha affermato:
”Anche oggi Berlusconi mi ha espresso la volontà di tornare in campo da protagonista. È lui il detentore del titolo”.
Rispetto alle primarie, sempre più lontane, Alfano ha affermato:
 “Erano per la successione, ma ho sempre detto che se tornava in campo Berlusconi non ha senso farle.”
I riflessi di questa scelta saranno evidenti con le votazioni della sfiducia che verrà pronunciata sia alla Camera che al Senato.  Il Capo dello Stato, rispetto alla delicatissima situazione, ha espresso tutta la sua preoccupazione. E ha detto che farà di tutto per evitare il peggio:
“Non bisogna lasciare andare tutto a picco- ha detto Napolitano – mi riservo di compiere nelle prossime ore i conseguenti utili accertamenti. Sappiamo che la imminente conclusione della legislatura, e quindi l’avvicinarsi delle elezioni per il Parlamento, stanno suscitando crescenti tensioni tra le forze politiche da oltre un anno impegnate nel sostenere un governo cui non partecipassero esponenti dei partiti”.

Monti, in ogni caso, ha detto che per il momento “non ha in programma nessun passo”. E sull’ipotesi che l’appoggio del Pdl sia venuto meno a causa del decreto sulle liste politiche e l’incadidabilità dei condannati,  il premier ha affermato:

“Non appartiene al governo fare processi alle intenzioni.”

In attesa  dell’evolversi della situazione, Monti ha detto che nel Governo continueranno a “ fare il nostro normale lavoro”.

Il decreto Sviluppo, nonostante la mancata partecipazione al voto di larga parte del gruppo del Pdl,  alla fine ha ottenuto la fiducia ed è quindi passato all’analisi della Camera, ma per un soffio: 169 i presenti, 167 i votanti, 127 sì, 17 no e 23 astenuti. I voti favorevoli sono quelli di Pd e Udc, quelli contrari di Lega e Idv.  In Aula era presente anche il Premier Mario Monti.
Alla Camera non è andata tanto diversamente: Cicchitto ha spiegato che quella del Pdl, anche se condizionata dalla dichiarazione del ministro Passera, è stata comunque una decisione  politica. La legge è stata approvata anche da questo ramo del Parlamento in modo risicato: 358  i votanti, 281 voti a favore, 140 astensioni e 77 voti contrari.
Il segretario del Pd e candidato premier per il centro sinistra alle politiche Pierluigi Bersani, che nel corso della giornata ha anche avuto un incontro con Casini, si è riunito con i suoi capigruppo per esaminare la situazione. E rispetto alla presa di posizione del Pdl, ha affermato:
“Bisogna capire se si è trattato di una astensione su un voto o di una astensione politica. Farò il punto della situazione con i capigruppo e si capirà, in un modo o nell’altro, se la maggioranza c’è. Per noi prima viene l’Italia e la lealtà a Monti”.
Bersani, nell’auspicare che si arrivi a una soluzione, si è appellato alla saggezza di Napolitano:
“Se il Pdl insiste in un atteggiamento irresponsabile, descritto come un passaggio politico sul governo Monti, noi pensiamo che Napolitano con la sua saggezza troverà il modo per condurre la vicenda in modo ordinato”.
La capogruppo Pd Finocchiaro ha affermato che se il Governo appurerà di aver perso la maggioranza, a Monti non resterà che andare al Colle e dimettersi. A invocare le dimissioni immediate di Monti è invece la Lega, con Maroni, che commenta dalla sua pagina Facebook:
“Il governo Monti non ha più la maggioranza al Senato: dimissioni subito”.
Per Casini, leader Udc, quello del Pdl e di Berlusconi è un atteggiamento irresponsabile. Pisanu, nell’aula del Senato, ha detto che Monti deve pensare adesso a ricostituire la maggioranza venuta meno.
I mercati hanno accolto negativamente i tentennamenti in atto nel quadro politico italiano. La Borsa di Milano, che aveva aperto in positivo, ha perso, al contrario delle altre maggiori borse europee che hanno mantenuto il segno più. Lo spread, il differenziale di rendimento, ha ripreso a salire. Mario Draghi, Presidente della Bce, ha  preferito esimersi dal commentare le evoluzioni interne alla politica italiana.
È proprio il caso di dire che: “La guerra è dichiarata”.

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