Da Monti a Casini, la parola alla società incivile, anche un po’ autoritaria

ROMA – Surreale, per non dire peggio,  perché questa campagna elettorale assume toni al limite fra il delirio e la vocazione autoritaria di piccoli candidati che si ritengono depositari della verità.

E dall’alto dei loro pochi voti dettano legge, non si accorgono nemmeno che le loro ideE sono quelle vicine a una repubblica sudamericana, presieduta da un dittatorello. Una volta  si diceva la repubblica della banane. Vediamoli questi leader che  ogni due parole inseriscono nuovo, rinnovare, società civile. Tre parole ogni due. Partiamo da Pieferdinando Casini. La sua formazione neodemocristiana viene data nei sondaggi  fra il cinque e il sei per cento. Con Cesa e Buttiglione rappresenta quella società civile che tanto piace a Monti. Alcuni “ amici” del Pieferdy, imparentato con i Caltagirone da sempre palazzinari romani molto discussi, sono molto discussi specie in Sicilia. Fortunatamente Crocetta, il neo presidente della Regione, ha fatto pulizia. Pensate l’onorevole Casini ha dato addirittura il via libera a Bersani.

Il rossore non sfiora  la faccia del capo dell’Udc

 Ha detto infatti: “ Se il segretario del Pd ha la maggioranza alla Camera e al Senato può fare il presidente del Consiglio”. Il pudore non sfiora nemmeno la faccia del leader dell’Udc.  Non arrossisce. Bersani non ha bisogno del suo via libera. E’ la Costituzione che glielo dà e lo stesso Napolitano ha detto che chi ha la maggioranza governa. Ma il sottil Casini che si ritiene un furbo di tre cotte aggiunge: “Se ha la maggioranza solo in una Camera il premier è Monti, l’ho detto più volte”. E con quale maggioranza? Bersani si dovrebbe inchinare a  re Monti, prego si accomodi, abbiamo scherzato. Non solo, a Pierferdy il professore dovrebbe rendere il favore. Chissà che non ci scappi un posto al Colle. E il voto dei cittadini? Che c’entrano, mica sono società civile.E le primarie del Pd sia per il candidato premier che per i parlamentari? Illusi, tanta fatica per niente. Ci sono già, pronti per la lista-agenda di Monti e per quelle che lo appoggiano i montezemoliani, un po’di facoltosi imprenditori, banchieri d’assalto, finanzieri che sbarcano dalla isole degli evasori, trafughi reduci dei governi del cavaliere, responsabili del disastro Italia. Più società civile di così si muore. Già, Monti. Il miraggio del potere lo  fa diventare un Berlusconi  2013, ricicla  chi in un qualsiasi Stato europeo non troverebbe neppure una sedia sfondata su cui sedere, li fa salire sullo zatterone.

Il Monti-Ichino all’assalto di Fassina e Vendola

Arruola un ex Pd come il senatore Ichino che finalmente ha trovato il suo ruolo, quello di ideologo montiano.  E il professore lo segue nei suoi tortuosi itinerari che hanno nel mirino due personalità di spicco del Pd e di Sel, Fassina e Vendola. Ichino , finalmente libero dagli impacci costituiti da quei bolscevichi dei santori del Pd ha libero sfogo. Lui non ha mai potuto sopportare Fassina che di economia ne sa molto più di lui e ora si sfoga contro il responsabile del dipartimento del Pd economia e lavoro. E Monti  lo segue e rincara la dose. Fassina e Vendola diventano conservatori che difendono  le rendite, simili, dice il Monti, a quelli di destra. Chissà cosa dirà il premier dimissionario di  Dell’Aringa, candidato del Pd, economista di grande fama, senza dubbio professionalmente  qualche spanna sopra il  Monti- Ichino, Montichino togliendo il trattino. Lo definiranno un trinariciuto bolscevico.

Ingroia  a Grillo con il cappello in mano

Lasciamo perdere Berlusconi che come abbiamo scritto da i numeri per arrivare a Ingroia, candidato premier  voluto da un gruppetto di intellettuali con i quali ha subito rotto messo in lista i capi dei partitini come Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Verdi,  con aggregato i resti dell’Idv di Di Piretro, tutti in cerca di casa. Come primo atto questo magistrato protagonista di importanti processi si è rivolto a Grillo, proponendogli una alleanza, dicendo che gli lasciava le porte aperte. Grillo gli ha risposto che poteva chiudere le porte. Ma lui, quasi con il cappello in mano, gli ha scritto di nuovo. Proviamoci ancora come i fidanzati che litigano, gli sposati che si separano. I marxisti puri, come Diliberto, quelli spuri come Ferrero, niente da dire? Cosa fa fare la pagnotta. 

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