L’Aquila 4 anni dopo. Grasso: la ricostruzione una questione nazionale

 L’AQUILA – “Una questione nazionale”.

Così il presidente del Senato, Pietro Grasso, sulla ricostruzione dell’Aquila. Stamattina, il primo inquilino di Palazzo Madama è arrivato in città per rendere omaggio alle 309 vittime del sisma del 2009. “Vi siamo vicini”. Con queste parole, appena giunto nel centro abruzzese, Grasso si è rivolto ad una commossa Antonietta Centofanti, del Comitato Vittime Casa dello Studente, che quattro anni fa perse il nipote. “La ricostruzione dell’Aquila – ha dichiarato il presidente del Senato subito dopo il minuto di silenzio davanti alla Casa dello Studente dove morirono otto ragazzi – è una questione nazionale. E’ un impegno imprescindibile per noi.  Enti locali e Stato – ha proseguito Grasso – hanno dato ora continuità agli strumenti per ripartire con la ricostruzione. Ora i soldi ci sono, bisogna scaglionarli con un piano organico. Sia il sindaco Cialente e il ministro Barca mi hanno rassicurato con una prospettiva di ricostruzione tra cinque e otto anni. Ma è ovvio ha continuato – che la ricostruzione dell’Aquila è una questione che riguarda tutto il Paese”. Il presidente del Senato, durante il suo tour nel centro storico della città abruzzese, ha sottolineato che “anche da procuratore Antimafia sono stato molto attento alla ricostruzione e con il gruppo di lavoro che si è creato qui all’Aquila tra i magistrati abbiamo evitato gli sciacalli e gli avvoltoi. La magistratura aquilana – ha concluso – ha lavorato bene e abbiamo evitato che le consorterie mafiose potessero mettere le mani sulla città”.

Una notte di preghiera

Le celebrazioni per ricordare le 309 vittime del sisma sono iniziate ieri con una fiaccolata, alla quale hanno partecipato in 12mila. Alle 3:32, il suono straziante delle campane ha rotto il muro del silenzio. Esattamente 309 i rintocchi per ricordare tutte le vittime. Una ad una. “Gesù Risorto, tu sai quali sono i doni che ci aspettiamo da te per tornare a sperare. Ne abbiamo bisogno per continuare a sognare una città nuova”, ha detto in uno dei passaggi dell’omelia l’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari. Carico di delusione, il commento del sindaco Cialente: “Questo è l’anniversario più brutto perché si è persa la speranza”. L’appello “fate presto” a L’Aquila ha un valore semantico ancora più profondo.

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