Cgil. Io non costringo, curo. L’appello contro l’accanimento terapeutico. Ecco gli spot

ROMA – Due spot e un appello lanciato da medici e operatori sanitari  per difendere la libertà di scelta sul testamento e rivendicare il ruolo del medico nella cura dei malati terminali.

E’ questa l’iniziativa promossa da  promossi da Fp-Cgil e Fp-Cgil Medici, presentata oggi a Roma.  Primi firmatari dell’appello sono Ignazio Marino, Umberto Veronesi e Amato De Monte, responsabile dell’equipe che interruppe l’alimentazione e l’idratazione di Eluana Englaro.

IL TESTO DELL’APPELLO
I medici e gli operatori sanitari non vogliono una legge che costringa a mantenere in vita con tecnologie straordinarie o sproporzionate chi ha deciso di rifiutarle in modo consapevole e non ha più una ragionevole speranza di recupero. 
Non vogliono calpestare, per scelte legislative ideologiche, la deontologia professionale e la stessa Costituzione che garantiscono il rispetto della volontà dell’individuo sulle terapie da effettuare. 
Non vogliono che l’idratazione e la nutrizione artificiale siano strumentalmente considerate nella legge come “pane ed acqua”, in contrasto con la comunità scientifica internazionale e negando l’evidenza della necessità per la loro somministrazione di competenze mediche e sanitarie. 
Vogliono invece poter lavorare secondo scienza e coscienza in una alleanza terapeutica con la persona assistita, alla quale devono sempre essere garantite la dignità e la decisione finale.

FIRMA L’APPELLO

 

Gli Spot

 

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