Fli perde ancora pezzi. Fini: “Colpa del potere finanziario di Berlusconi”

Il leader di Fli sbotta: “Momento difficile per colpa della potenza finanziaria di Berlusconi”. Alla Camera caccia di Denis Verdini a Ronchi e Urso usciti insoddisfatti dal Congresso. Intanto anche Paolo Guzzanti passa di nuovo la sponda. Aveva votato contro la fiducia al Governo il 14 dicembre ed ora entra nel gruppo dei “Responsabili”, che appoggia il regime della “mignottocrazia” da lui stesso denunciato in un libro. Non proprio un esempio di coerenza e di logica

ROMA – Il mattino a palazzo Madama non ha l’oro in bocca per i senatori futuristi che dopo l’addio di Giuseppe Menardi vedono a rischio la sopravvivenza del gruppo. E se anche la notizia di un incontro tra il presidente della commissione Finanze Mario Baldassarri e Gianfranco Fini rappresenta già qualcosa rispetto all’assenza di comunicazioni post-Assemblea costituente, l’esito del colloquio non sembra aver schiarito le idee a chi non sa se sentirsi lasciato a se stesso o tenuto ad adeguarsi ad una linea che pare essere decisa una volta per tutte. Nel transatlantico del palazzo peraltro quasi deserto dopo una seduta dedicata a un’interrogazione sui licei musicali, chi ha parlato con Baldassarri riferisce di un incontro con il presidente della Camera in cui Fini avrebbe manifestato la determinazione totale a proseguire lungo la strada intrapresa: quello che dovevo dire l’ho detto a Milano, sarebbe stato il succo del discorso. La linea è questa e non cambia. Quanto alle nomine, il presidente avrebbe fatto capire che il tira e molla e le beghe tra i possibili numeri due del partito erano arrivati a un livello non più tollerabile. A questo punto, al Senato, da un lato è aperta la ‘caccia grossa’ al finiano arrabbiato o abbandonato; dall’altra, spiega un senatore, chi non se la sente di buttare a mare l’esperienza maturata in questi anni, sta studiando la praticabilità di un gruppo del Nuovo polo per l’Italia insieme ai centristi, Api, Mpa. Al momento, nessuno parrebbe intenzionato a tornare, puramente e semplicemente, nel Pdl. Anche il senatore Franco Pontone ha annunciato l’uscita da Fli per rientrare direttamente nel Pdl. L’uscita di Pontone non è una sorpresa visto che era da tempo in sofferenza verso il Fli ed era rimasto nel gruppo perchè il suo addio avrebbe ridotto a nove i senatori finiani con l’impossibilità di formare un gruppo che deve essere di minimo 10 senatori. L’ex amministratore di An starebbe per formalizzare il suo addio in giornata. Con l’uscita ieri di Giuseppe Menardi il Fli al Senato non può più formare un gruppo e questo ha facilitato la decisione di Pontone.

Sofia Ventura: “Fini lasci la presidenza della Camera”

«Fini dovrebbe valutare i pro e contro della sua scelta di restare alla Camera. Conservando la presidenza ne risente la sua leadership e questo pregiudica il suo progetto politico proprio nella fase nascente». Sofia Ventura, docente in Scienza politica all’Università di Bologna e autrice del j’accuse contro le veline pubblicato sul web-magazine di ‘Fare Futurò, invita ancora una volta Gianfranco Fini a dimettersi da presidente della Camera per riprendere in mano le redini di Futuro e libertà, soprattutto ora, dopo le divisioni emerse a Milano. «Capisco che la presidenza della Camera – afferma la studiosa – è una posizione di potere, ma mi chiedo se non sia più importante sul piano dell’effetto sull’opinione pubblica muoversi liberamente da deputato semplice e leader effettivo di Fli, presentandosi anche in tv come sta facendo Casini. Libero dai lacci e lacciuoli della terza carica dello Stato, Fini potrebbe consolidare pienamente la sua leadership e risolvere più facilmente i conflitti nati dentro Fli in questi mesi». La «verità», avverte, è «che non riesce a convincere che il suo progetto politico è vincente». «Certamente – spiega – a Milano Fini ha preso delle decisioni importanti e coraggiose come quella di nominare un laico vero come Della Vedova capogruppo del partito», ma non basta: deve lasciare lo scranno più alto di Montecitorio e «occuparsi in prima persona del suo nuovo soggetto politico». Ora Fini ne perde in «efficacia politica». La mancanza di una leadership piena, osserva Ventura, ha fatto sì che a Milano si arrivasse «con passi un pò contradditori e titubanti. Alcuni nodi, infatti, non sono stati sciolti o sono stati risolti solo in parte. Ora il problema rimane quello di una formazione che può risultare non convincente sul piano dell’efficacia politica e quindi anche della forza politica, perchè negli ultimi mesi Fli ha perso un pò di smalto rispetto all’obiettivo di riaggregare il centrodestra in modo diverso da Berlusconi». «Questo obiettivo -spiega Ventura di Farefuturo- è stato rilanciato a Milano ma in modo non tanto convincente. La capacità del leader sta nel convincere che il suo progetto politico è vincente. Fini ha passato un periodo in cui ha avuto difficoltà a comunicare una direzione chiara. Adesso forse sta tentando di riprendere la rotta ma non è abbastanza convincente per i suoi». «Lo ripeterò fino alla nausea -insiste- Fini deve riprendere in mano il partito e non lasciarlo ai suoi colonnelli. Se fosse stato il leader effettivo del partito a Milano non ci sarebbero stati dissidi e attriti interni. Fini rappresenta una parte di Fli, è chiaro che questo scontenta gli altri».

Bocchino convoca la prima segreteria politica

Il vicepresidente di Futuro e Libertà per l’Italia, Italo Bocchino, ha convocato per venerd 18 febbraio alle ore 13, presso la Sala Poli di Palazzo Marini la prima riunione della Segreteria politica nazionale, composta da membri non parlamentari, indicati durante l’Assemblea Costituente di Milano. La Segreteria politica nazionale, di cui sono membri di diritto il segretario nazionale amministrativo, Nino Lo Presti, e il coordinatore nazionale di Generazione Futuro, Gianmario Mariniello, è composta da altri venti membri non parlamentari.

I dubbi di Potitto Salatto

Oltre lo smottamento del gruppo senatoriale, oltre le defezioni della Camera a tutto vantaggio dei «responsabili» di Silvano Moffa, Futuro e Libertà vede a rischio anche l’adesione dei fedelissimi europarlamentari. Il neo-partito di Gianfranco Fini si trova infatti ad affrontare anche lo scontento di esponenti ritenuti sinora fedelissimi del segretario. Secondo quanto apprende Omniroma, infatti, l’europarlamentare e coordinatore del Fli romano, Potito Salatto ha scritto a Fini un’accorata lettera personale che, al di là della mozione degli affetti e dell’appello a un ravvedimento relativamente alle ultime scelte compiute sull’organigramma del partito, contiene una serrata contestazione politica. Una lettera scritta in piena notte, a Strasburgo, il 16 febbraio. Il succo della missiva è un appello a riprendere in mano la situazione, a non sbilanciare il partito verso il gruppo Bocchino-Granata e a non sacrificare le istanze politiche delle cosiddette «colombe», alle quali, di fatto, con questo gesto Salatto si associa. Ma sono due i passaggi critici che Salatto dedica a Fini: in primo luogo a non confondere l’autorevolezza con l’autoritarismo, in secondo luogo la critica degli «eccessi di orgoglio» che non possono inficiare la linea politica di un leader che vorrebbe guidare il centrodestra.

Alla Camera altra perdita: Rosso torna nel Pdl

Roberto Rosso lascia Fli e torna nel Pdl. Il deputato piemontese, dato in bilico in questi giorni, scioglie le riserve dopo un incontro con il premier Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. L’annuncio arriva con un comunicato del Pdl: «Questo pomeriggio, a palazzo Grazioli, il presidente Silvio Berlusconi -si legge- ha incontrato Roberto Rosso, alla presenza del coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, del coordinatore regionale del Piemonte, Enzo Ghigo, e del vice coordinatore vicario, Agostino Ghiglia. Nel corso dell’incontro si è convintamente preso atto della decisione di tornare nelle fila del Pdl da parte di Rosso, che entrerà nella direzione regionale del partito, già convocata per domani alle 14, e che ricoprirà nuovi ruoli di responsabilità nell’ambito dell’attività politica nella provincia di Vercelli».

Fini sbotta: “Momento difficile a causa del potere finanziario del premier”

In serata viene diffuso il testo di un articolo che Gianfranco Fini ha scritto per il “Secolo d’Italia” di domani. “Le polemiche e le divisioni esplose dopo l’assemblea costituente hanno creato sconcerto in quella parte di pubblica opinione che ci aveva seguito con attenzione e ovviamente fanno gioire i sostenitori di Berlusconi, che già immaginano di allargare la fragile maggioranza di cui godono alla Camera” sostiene il Presidente della Camera sottolineando inoltre “le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente”.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe