Dura lex sed sex. Settimana dal 24 al 30 giugno

ROMA – Tutta Italia o quasi , con il fiato sospeso (Olgettine  ed Emilio Fede compreso) in attesa della sentenza Ruby che arriva puntuale lunedì.

I giudici, influenzati dai comandamenti (settimo: Non Ruby!) hanno infatti condannato Silvio Berlusconi in arte Mastro Tetta, a 7 anni per il reato di concussione e prostituzione minorile con interdizione perpetua (volesse il ciel) dai pubblici uffici.  Si è forse conclusa la gloriosa epopea  dello statista formato tabloid? Ai giudici l’ardua sentenza.

Nel frattempo tutto il Pdl reagisce con veemenza.  Il problema non è del leader affetto da priapismo, manie di grandezze, dedizione sistematica all’abuso di potere e altre trascurabili smanie d’illegalità, ma (guarda caso) della giustizia; ingiusta, persecutoria, a orologeria, schierata, di parte, politicizzata etc. etc.
E accade che, dopo le consuete e neanche tanto velate minacce di far cadere il governo, Giuliano  Ferrara, il ministro Lupi e la Pascale scendano in piazza per Silvio, non prima di aver richiamato tutti i riservisti dell’Esercito della Libertà e i Cavalieri del Santo Lettone (di Putin).
Reazione viscerale, organizzata su due piedi, la prima di una serie a quanto pare, dopo la sentenza di condanna a sette anni per il leader Pdl.

Dichiarazione chicca della tal Francesca Pascale di cui sopra, fidanzata di Silvio Berlusconi (sic) “Non mi sento una puttana e non lo è nemmeno la Ruby”.  (sic, sic, sigh, sigh).
Il povero Giuliano Ferrara, costretto da contratto a imbarazzanti performance , dopo essersi imbrattato le labbra con del rossetto e indossato parrucconi da avanspettacolo,  arringa il popolo del Foglio  al grido provocatorio di “Siamo tutti puttane”.  Panico nel mondo della prostituzione organizzata.
Daniela Santanché grida il suo sdegno contro la sentenza. “Mi sono vergognata di essere italiana, lo hanno condannato a morte”.  
In realtà siamo noi che ci vergogniamo che lei sia italiana…
E poi come protagonisti di un film horror o di un reality di Canale Cinque, sfilano Denis Verdini, Daniele Capezzone e Giancarlo Galan, Ignazio Abrignani e Lucio Malan. Stefania Prestigiacomo arriva passeggiando con la sua bici. Raffaele Fitto mano nella mano con moglie e figlio. Marina Ripa di Meana col consorte Carlo, rilascia la seguente dichiarazione: “È una vera e propria vergogna! Non si può condannare una persona solo perché ha condotto una vita libertina”.

Persa un’occasione d’oro per allagare la piazza e procedere alla rimozione dei rifiuti…

Nel frattempo resi noti i risultati del concorso a premi “Vota la migliore tra le dieci menzogne di Berlusconi”.
Al primo posto: “Non ho fatto sesso con Ruby”, seguono “Non ho pagato mai una donna”, “Non ho minacciato nessuno”, “Anche Ruby mi scagiona” e “150 poliziotti contro 10 ragazze, le mie amiche sono state maltrattate”.
Ai fortunati vincitori una gita premio presso gli studi di “C’è posta per te”.

Spigolature: Pecorella critica Ghedini: «Strategia difensiva sbagliata».
L’avvocato Gaetano Pecorella – difensore storico del Cavaliere fino a cinque anni fa, parlamentare di Forza Italia e poi del Pdl per diciassette anni – non risparmia critiche alla strategia difensiva predisposta dai colleghi Niccolò Ghedini e Piero Longo che ha portato al Cavaliere l’ennesima condanna.
«La storia della nipote di Mubarak? Sembrava una battuta alla Totò, un pasticcio all’italiana, facilmente verificabile, tra l’altro, nella sua grossolanità. Ecco, io dico che quando perdi un processo devi sempre chiederti dove hai sbagliato».

Ma Silvio non curante delle figure di merda e delle condanne, pensa di ridiscendere in campo stavolta travestito da donna.
Infatti dopo due mani di fard, prove costume e altro, calza una  parrucca bionda e rilascia una prima dichiarazione.
Tutti e pensano che sia la figlia. Marina Berlusconi in campo?
Dopo i Savoia iniziano di nuove le dinastie? Si chiedono preoccupati gli opinion leader(s).
Brunetta è perplesso : preferisco Biancaneve.

È fatta.
Il nome di Marina Berlusconi rimbalza come una pallina da flipper su ogni canale di comunicazione possibile.
È lei, secondo il popolo pidiellino, la naturale erede di Silvio Berlusconi. È di famiglia, conosce i segreti del padre e da lui ha preso il piglio manageriale.
La figlia dell’ex premier al momento si dissocia (come era prevedibile non ne sapeva nulla ) e parla «di ipotesi che non hanno alcun fondamento», spiega in una nota il suo portavoce.
Nella confusione che ne segue si distingue per moderazione e lucida analisi politica come sempre la Santanchè: «Marina Berlusconi è bravissima. Non ha mai fatto politica? Meglio. Ha fatto tante cose nella vita e quindi può essere bravissima a farlo, meglio di tanti altri», «E poi – rileva – finalmente una donna. Il fatto della dinastia non la avverto come critica. Più Clinton o Kirchner? Ma negli Stati Uniti ci sono anche i Bush, i Kennedy. E gli Usa – rileva Santanchè – sono una democrazia molto avanzata».
Silvio si rimette a posto il reggiseno e sorride.

Dopo le tragicomiche gesta di Mastro Tetta che (incredibile a dirsi) riescono ancora a condizionare il paese dei  cachi passiamo alle notizie serie.

in settimana notizie confortanti da Confindustria, ripresa solo a fine anno. “Dal 2007 persi 700mila posti di lavoro”.
Per gli industriali la pressione fiscale al 44,6% del Pil resta insostenibile, mentre i consumi caleranno del 3% a fine anno. Promosso con riserva il governo: “Bene l’enfasi verso la crescita, ma le misure varate sono ancora molto limitate”L’Italia si allontana dalla ripresa. E la recessione si aggrava. Secondo le ultime stime del Centro studi di Confindustria si uscirà dalla crisi solo a fine anno, quando l’ultimo trimestre del 2013 segnerà un timido recupero dello 0,2%. A fine anno, però, il Pil calerà dell’1,9% contro l’1,1% atteso. Limite anche le stime di crescita per l’anno prossimo al +0,5% dal precedente +0,6%: “La ripresa è attesa nel quatro trimestre, non più in estate”. A questo scenario drammatico, si aggiunge il crollo dei consumi che caleranno del 3% quest’anno e di un altro 0,3% il prossimo per arrivare a un -8,1% dal 2007.

Decreto legge Lavoro, ci sono i bonus per le imprese: stampate massicce quantità di soldi del Monopoli.
La difficile copertura dei costi. “Ho avuto il compito non facile di trovare le coperture per queste misure importanti, che mobilitano risorse per un miliardo e mezzo sul lavoro oltre al rinvio dell’Iva: ci siamo dati come impegno di scovare tutti i salvadanai in terracotta ancora presenti sul territorio nazionale e di tagliare  le fodere dei materassi , nonché scavare sotto le mattonelle, afferma con il cappello in mano il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni.

L’ottimismo di Letta.
Il presidente del Consiglio si è detto certo che il pacchetto potrà “aiutare l’assunzione di 200mila giovani italiani con una intensità maggiore nel centro-sud, ma con un intervento che riguarda l’intero Paese”. “Puntiamo a dare un colpo duro alla piaga della disoccupazione giovanile”. Il pacchetto lavoro, ha sottolineato ancora, “mi consentirà di andare in Europa a fare la battaglia contro la disoccupazione giovanile”.
Poi chiede un joystick nuovo per la sua Playstation 3 per continuare a giocare  a “No Job_No Party 2.0”.

Altre misure:
Aiuti per gli over 50 (iniziati i corsi per identificare immediatamente la canna del gas).
Carta per l’inclusione sociale (sceglietene una dal mazzo).

Distribuite le pagaie della Idem.
Assegnate a Palazzo Chigi anche le pagaie che spettavano alla ex ministra Idem che si è dimessa due giorni fa dopo l’incontro con il premier Enrico Letta.
La pagaia con impugnatura destra , quella per le Pari opportunità, andrà al viceministro al Lavoro Guerra, quella con impugnatura sinistra per le Politiche giovanili , al ministro per integrazione Kyenge, infine quella tradizionale, con presa centrale a due mani,  per la Delega sullo sport , al ministro della Coesione Del Rio..

Nonostante Papa Francesco ce la metta tutta per cercare di riabilitare la Casa Madre, non passa settimana che non esca uno scandaletto o miracolo, dipendendo dai punti di vista, a rimettere tutto in discussione.  
(Adesso si capisce meglio la decisione del Papa Emerito).
Stavolta si è trattato della moltiplicazione degli assegni circolari.
Protagonista tal Monsignor Scarano, inquisito per riciclaggio in una indagine su presunte donazioni.
Sacerdote dal 1987, monsignor Scarano, arrestato in una indagine dalla Procura di Roma, prima di prendere i voti, è stato un funzionario di banca.
Nei primi giorni di giugno è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Salerno con l’accusa di riciclaggio in un’inchiesta su presunte donazioni, ritenute fittizie dall’accusa.
Secondo l’ipotesi investigativa, in realtà queste donazioni sarebbero servite a mascherare un maxi riciclaggio di denaro, che ruotava proprio intorno alla figura di Scarano.
Il prelato – sempre secondo l’ipotesi investigativa – avrebbe contattato alcune decine di persone (56 gli indagati tra Salerno e provincia) e avrebbe chiesto a ognuno di loro la compilazione di un assegno circolare da 10mila euro, spiegando di dover ripianare i debiti di una società immobiliare titolare di alcune case nel centro di Salerno.
Quegli assegni, però, sarebbero stati solo una partita di giro, perchè al momento della consegna i “donatori” avrebbero trovato sul tavolo l’equivalente in contanti, per risarcirli in toto dell’esborso.
Monsignor Scarano, sospeso cautelativamente dal Vaticano dal suo incarico nei giorni scorsi, ha sempre negato ogni addebito.

Allo studio in Vaticano l’introduzione, dopo la confessione, di tre gradi di assoluzione.

Altro giro: Scandalo pedofilia nella Curia romana. Denunciati nove prelati, tre indagati.
L’ex sacerdote Poggi: «Vero giro di prostituzione». Il religioso sospeso a divinis parla di incontri nelle chiese della periferia di Roma Nord per 150-500 euro e racconta di un circuito di prostituzione giovanile/minorile a beneficio di monsignori e parroci romani. Nulla di improvvisato e spontaneo, bensì un giro organizzato e gestito con metodo da una sorta di mediatore. Un ex carabiniere  che promuoveva «incontri e attività legate alla prostituzione maschile e in particolare minorile» per alcuni religiosi. Semplici parroci, ma anche alti prelati. Seguono i nomi.  (in ordine alfabetico o in ordine ecclesiastico?)

Nel frattempo mentre i prelati cadono in tentazione c’è chi crede veramente a quello che vanno dicendo.
Maria che è morta sperando in Dio.
Maria Antonella aveva 19 anni, viveva in Argentina, e soffriva di anoressia. Nonostante stesse molto male, aveva sempre rifiutato il ricovero in ospedale.
“Dio cura tutto”, rispondeva la ragazza a chiunque le consigliasse di farsi aiutare da qualche specialista. “Dio cura tutto”, pensavano sua madre, sua nonna e gli amici di un gruppo di preghiera con cui Maria Antonella chiedeva a Dio la guarigione. Fino alla fine, la giovane donna ha rifiutato l’aiuto dei medici. Fino alla fine, si è abbandonata al volere divino. Anche quando, raggiunti i 31 chili, il corpo non ce l’ha più fatta a sorreggerla, e Maria Antonella se ne è andata via per sempre.  
Dopo essersi invano rivolto alla magistratura per ottenere il ricovero coatto della figlia, il padre ha chiesto che si indaghi sulle cause esatte del decesso della ragazza. L’uomo spera che almeno le sorelle più piccole di Maria Antonella possano essere protette dall’influenza nefasta del radicalismo religioso della madre e ha convinto i magistrati a chiedere una perizia fisica e psichica delle altre figlie.
Le vie del Signore sono intasate.

Nuova puntata del colossal sullo spionaggio internazionale che sta appassionando il mondo.
Edward Snowden è a Mosca, nell’area transiti dell’aeroporto della capitale. E’ il presidente russo Vladimir Putin a dare risposta alla domanda che i media di tutto il mondo si stanno ponendo in queste ore, e lo fa intervenendo di persona nella controversia che sta contrapponendo la Russia e gli Stati Uniti: il destino del giovane informatico americano che dopo aver rivelato al Guardian i programmi segreti di sorveglianza elettronica della National Security Agency è fuggito da Honk Kong a Mosca, dove dovrebbe fare scalo per una destinazione finale ancora sconosciuta, tra i paesi (Venezuela, Ecuador, Islanda) cui ha presentato richiesta di asilo politico. Snowden, ha detto Putin, “è un uomo libero”, “non ha commesso crimini in Russia”  (se ci provava lo riducevamo a yogurt) e prima sceglierà la propria destinazione meglio sarà, lasciando capire che Mosca non ha nessuna voglia di tenerlo sul proprio territorio. Un arrivo che, garantisce Putin, “ci ha colto di sorpresa”, E poi rassicura: “I servizi segreti russi non hanno mai avuto contatti” con lui e agli Usa: “Spero che questa vicenda – ha aggiunto Putin – non inciderà nei nostri rapporti”.  “Rilasciatelo subito altrimenti ci incazziamo” puntualizzano, concludendo, fonti americane.

Per finire un interessante monito di Tim Berners Lee l’inventore del web: “Governi e aziende tentano di prendere il controllo della Rete e in questo modo minano i principi fondamentali del web” “La Rete è sotto attacco di chi vuole imbavagliarla attraverso leggi preoccupanti come il Sopa e le decisioni delle grandi internet company”. Mentre in Italia (tanto per gradire) tornano le proposte ammazza-blog.
Berners Lee descrive poi un possibile scenario estremo: “Se qualcuno potesse controllare la Rete potrebbe manipolare le opinioni e i pensieri che le persone mettono in rete, intercettare le comunicazioni avrebbe in mano uno strumento davvero molto potente, che se arrivasse a un governo corrotto, potrebbe servire a farlo rimanere al potere per sempre”.
Aggiunge Lee: “Governi e aziende in tutto il mondo cercano di mettere le mani sulla rete in modi diversi. Il campanello d’allarme è stato quando l’ex premier dell’Egitto Mubarak impedì l’accesso al web durante i moti di piazza”. Uno scenario più pericoloso di un monopolio, che certamente riduce la competitività e rallenta l’innovazione, ma che come arriva può anche sparire. “I governi devono garantire la neutralità e l’indipendenza del web in modo analogo a quanto avviene con la stampa”, conclude Lee. “Le aziende e le organizzazioni che lavorano col web devono essere connesse al governo ma mantenere una certa distanza”.

In Net we trust?

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