“Matteo sta riformando l’Italia, ora cambiamo l’Europa”. Intervista a Nicola Danti

 

 

Il candidato alle elezioni europee: “Porteremo a Bruxelles lo spirito del governo Renzi”

ROMA – L’Europa di domani si costruisce oggi, aiutando i giovani a sentirsi più europei ma al tempo stesso difendendo e rilanciando il Made in Italy a Bruxelles. Ne è convinto il candidato Pd alle prossime elezioni europee, Nicola Danti, fiorentino e da sempre vicino a Matteo Renzi che vuole portare “l’azione riformatrice del governo Renzi anche in Europa. Matteo sta cambiando l’Italia, finalmente abbiamo un governo che fa le cose: questo spirito va portato anche a Bruxelles. Noi vogliamo un’Europa migliore”.

Cosa risponde a chi indica come l’addio all’Euro come ricetta per far uscire l’Italia dalla crisi economica?

Chi dice che bisogna uscire dall’Euro non ha a cuore l’interesse degli italiani e dell’Europa: non dobbiamo abbandonare la moneta unica e tornare alla Lira, ma dare all’Europa quello che le manca: una controparte della Bce. L’Euro è solo metà della casa comune europea, l’altra metà è un’Europa più democratica, con maggiori risorse proprie per aiutare le regioni in difficoltà e per potere emettere Eurobond: titoli di Stato europei in grado di far ripartire la crescita, gli investimenti e l’occupazione. E visto che sento comici teorizzare l’uscita dell’Euro, permettemi una battuta: fuori dall’Euro non c’è una lira…

Resta il fatto che si continua a guardare all’Europa con diffidenza. Anche le giovani generazioni sembrano aver abbandonato il sogno europeo?

Dobbiamo rilanciare attraverso il servizio civile europeo. Costruire un’identità europea è l’unica vera strada per aiutare i giovani a sentirsi cittadini di questa grande comunità. Fare per gli altri, fare con gli altri cementa le relazioni e integra le identità. Un principio di solidarietà nella pratica ordinaria delle cose li aiuterà ad essere i costruttori dell’Europa di domani: saranno 15.000 i giovani che nel 2014 presteranno servizio all’interno delle istituzioni e delle associazioni del nostro paese. Il nostro obiettivo è di far respirare allo stesso numero di nostri giovani l’atmosfera europea.

Le fondamenta dell’Europa per essere solide hanno dunque bisogno di essere cementificate attraverso l’interscambio culturale tra i giovani?

Gli europei di domani nascono oggi. Conoscere e intrecciare i nostri destini è una pratica fondamentale oltre ad essere un’esperienza piacevole. Già tre milioni di studenti dal 1987 ad oggi hanno partecipato al programma Erasmus di scambio universitario. Entro il 2020 noi puntiamo a un obiettivo importante: il 25% degli studenti di ogni paese dovrà aver partecipato ai nuovi programmi Erasmus.

Una delle sue proposte per rilanciare l’economia e aiutare le imprese laziali?

Il Lazio è una terra che il mondo ci invidia. Per fare un esempio, qui l’agricoltura offre un’alta qualità di prodotti eccellenti, qui la dieta mediterranea assume odori, colori, sapori che tutto il mondo ci invidia. L’industria agroalimentare può contare su innumerevoli prodotti di alta qualità che dobbiamo sempre di più proteggere, attraverso una politica di certificazione dei marchi Dop, Doc, Igp. Con queste qualità dobbiamo far leva sull’export, raggiungendo il 17% di esportazioni come i più importanti Paesi europei.

Ma questa Europa oggi è vista come un insieme di regole che penalizzano i produttori italiani.

Bisogna far pesare il Made In Italy che non è solo un carattere distintivo, un segno di qualità. E’ un risultato che ha radici profonde. Si costituisce di una qualità insita nel prodotto e frutto di una abilità umana, qualcosa che viene dall’originalità in cui si combina una tradizione e un sapere. Difenderlo è un interesse comune, una ricchezza da non sacrificare alla rigidità delle normative. Difendere il Made In Italy significa difendere il valore del lavoro italiano, ascoltando e pianificando gli interventi insieme alle imprese e ai lavoratori del nostro territorio.

All’Italia serve l’Europa e viceversa?

Il nostro Paese, grazie all’azione del premier Renzi, sta vivendo un’eccezionale stagione di riforme. Finalmente abbiano un governo che fa le cose che cittadini e imprese chiedevano da anni, c’è una nuova Italia che può presentarsi diversamente in Europa. Grazie al nuovo governo stiamo uscendo dalla palude, siamo tornati credibili a livello europeo: adesso è necessario portare questo spirito e questa azione riformatrice anche a Bruxelles. Come dice Matteo, vogliamo un’Europa migliore.

 

 

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