Foodsharing. Da Ambecom, un progetto da far votare ai cittadini

ROMA – La fame nel mondo non è una questione che riguarda solo i cosiddetti paesi del Terzo Mondo. La crisi economica, in tema di alimentazione,  ha di fatto creato un divario sociale incolmabile, privando molte persone dei cosiddetti beni  primari. Da una parte la massiccia produzione ha creato uno spreco che ha alimentato anche il circolo vizioso dei rifiuti, dall’altra ha segnato profondamente quelle fasce sociali che ora stentano ad avere accesso al cibo con le conseguenti problematiche socio-sanitarie che inevitabilmente scaturiscono. Secondo i dati della FAO ogni giorno 1 persona su 8 si addormenta affamata.

E questo dato, notoriamente diffuso nei Paesi terzo mondisti, oggi si è ulteriormente amplificato anche nell’occidente prospero a apparentemente abbondante. Proprio in quest’ottica si sviluppa il progetto FoodSharing dell’Associazione Ambecom che operando nel cuore dell’AgroRomano ha tentato di mettere assieme due binomi: la produzione in eccesso con la necessità di sopravvivenza, nel tentativo di eliminare quel tassello che aggrava la catena del rifiuto.

Ogni anno, infatti, in Italia finiscono in discarica 1,19 milioni di tonnellate di alimenti, sia per cause riconducibili a monte della filiera agroalimentare, che per distrubuzione e consumi finali. In questo contesto Ambecom ha presentato un progetto all’Unione Europea  attraverso il quale saranno gli stessi cittadini a votarlo seguendo il suo iter burocratico. Si tratta in sintesi di mettere in contatto chi produce con chi si trova in difficoltà economica attraverso delle organizzazioni benefiche e una  soluzione tecnologica,che permette tutto questo in maniera agevole attraverso il web e fruibile anche da mobile. L’offerente (produttore, ristoratore, distributore), dichiarerà la merce in eccesso che non è riuscito ad immettere sul mercato o che non può vendere per questioni “estetiche”, evitandone quindi l’eliminazione. Il cittadino economicamente disagiato, invece, sempre attraverso l’applicativo verrà informato e potrà prelevare il cibo in eccesso nei modi e nei tempi indicati dall’Associazione benefica più vicina che farà da intermediaria.

Chiaramente FoodSharing è eco-friendly e minimizzerà l’emissione di CO2 e quindi i km percorsi, privilegiando nel ritiro le organizzazioni benefiche più vicine all’offerente. Il prodotto, quindi, finirà sulla tavola di persone che versano in sofferenza economica e non nelle discariche e negli  inceneritori con il conseguente innalzamento di sostanze inquinanti nella terra e nell’aria.

Sempre la Fao fa sapere che nei Paesi industrializzati ogni anno circa 222 milioni di tonnellate di cibo vengono buttati. E stando agli studi condotti dall’Osservatorio di Last Minute Market con Swg e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna, la percentuale del cibo sprecato che finisce nella spazzatura,  costa agli italiani ben  8,7 miliardi di euro l’anno. Eppure leggendo i monitoraggi di Last Minute Market, in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria agro-alimentare e più di 300mila tonnellate dalla distribuzione. Questo è diventato uno degli obiettivi di Ambecom. IL VIDEO

E’ importante votare questo progetto attraverso semplici passi elencati qui sotto…

Sul sito per registrarsi con un nuovo account

http://ideas.chest-project.eu/?q=user/register

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Cercate Food Sharing (con i tasti Ctrl+F scrivete “Food-Sharing” + invio)

Selezionata l’idea Food-Sharing clickando sulla scheda si può votare tramite il link in basso all’idea [Rate this idea]

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