Crisi. Istat: aumentano poveri in Italia, oltre 16 milioni. Libera, catastrofe sociale

ROMA – Sono stati resi noti oggi dall’Istat i dati sulla povertà. Inutile sottolineare quanto la situazione sia drammatica. Analizzando i dati si evince che 10 milioni di persone vivono in povertà relativa, si parla del 16,6% della pololazione quindi. Sono sei milioni invece i poveri assoluti. 

Un italiano su 6 vive in povertà

Entrando nello specifico dunque, l’istituto di statistica spiega che «il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo è in termini assoluti (2 milioni 28 mila). Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila)». Tra il 2012 e il 2013 «l’incidenza di povertà relativa tra le famiglie è stabile (dal 12,7 al 12,6%) in tutte le ripartizioni territoriali; la soglia di povertà relativa, pari a 972,52 euro per una famiglia di due componenti, è di circa 18 euro inferiore (-1,9%) al valore della soglia del 2012». L’incidenza di povertà assoluta è aumentata «dal 6,8% al 7,9% (per effetto dell’aumento nel Mezzogiorno, dal 9,8 al 12,6%), coinvolgendo circa 303 mila famiglie e 1 milione 206 mila persone in più rispetto all’anno precedente- continua l’istituto di statistica- La povertà assoluta aumenta tra le famiglie con tre (dal 6,6 all’8,3%), quattro (dall’8,3 all’11,8%) e cinque o più componenti (dal 17,2 al 22,1%).

Incidenza della povertà peggiora tra le coppie con figli

Peggiora la condizione delle coppie con figli: dal 5,9 al 7,5% se il figlio è uno solo, dal 7,8 al 10,9% se sono due e dal 16,2 al 21,3% se i figli sono tre o più, soprattutto se almeno un figlio è minore. Nel 2013, 1 milione 434 mila minori sono poveri in termini assoluti (erano 1 milione 58 mila nel 2012)».  L’incidenza della povertà assoluta «cresce tra le famiglie con persona di riferimento con titolo di studio medio-basso (dal 9,3 all’11,1% se con licenza media inferiore, dal 10 al 12,1% se con al massimo la licenza elementare), operaia (dal 9,4 all’11,8%) o in cerca di occupazione (dal 23,6 al 28%); aumenta anche  tra le coppie di anziani (dal 4 al 6,1%) e tra le famiglie con almeno due anziani (dal 5,1 al 7,4%): i poveri assoluti tra gli ultrasessantacinquenni sono 888 mila (erano 728 mila nel 2012)».

Il Meridione il più colpito

Al sud, all’aumento dell’incidenza della povertà assoluta (circa 725 mila poveri in più, arrivando a 3 milioni 72 mila persone), «si accompagna un aumento dell’intensità della povertà relativa, dal 21,4 al 23,5%. Le dinamiche della povertà relativa confermano alcuni dei peggioramenti osservati per la povertà assoluta: peggiora la condizione delle famiglie con quattro (dal 18,1 al 21,7%) e cinque o più componenti  (dal 30,2 al 34,6%), in particolare quella delle coppie con due figli (dal 17,4 al 20,4%), soprattutto se minori (dal 20,1 al 23,1%)». Ai suddetti peggioramenti, dice ancora l’Istat, «in termini di povertà relativa si contrappone il miglioramento della condizione dei single non anziani nel Nord (l’incidenza passa dal 2,6 all’1,1%, in particolare se con meno di 35 anni), seppur a seguito del ritorno nella famiglia di origine o della mancata formazione di una nuova famiglia da parte dei giovani in condizioni economiche meno buone. Nel Mezzogiorno, invece, migliora la condizione delle coppie con un solo figlio (dal 31,3 al 26,9%), con a capo un dirigente o un impiegato (dal 16,4 al 13,6%), che tuttavia rimangono su livelli di incidenza superiori a quelli osservati nel 2011». 

Codiretti, colpiti dalla povertà quasi 500.000 bambini con meno di 5 anni

Ma l’aspetto più drammatico della povertà, come emerge da un’analisi della Coldiretti, è il fatto che 428.587 bambini, con meno di 5 anni di età, nel 2013 hanno avuto bisogno di aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare, con un aumento record del 13 per cento rispetto all’anno precedente. Oltre il 40 per cento dei bambini bisognosi di aiuto alimentare – precisa la Coldiretti – è concentrato in Campania ed in Sicilia. In realtà la crisi ha tagliato il cibo sulle tavole della maggioranza della popolazione con 2 italiani su 3 (65 per cento) che hanno ridotto la quantità o ha tagliato sulla qualità della spesa per alimenti nel 2013, secondo le elaborazioni della Coldiretti. Gli acquisti di prodotti alimentari nel 2013 sono diminuiti del 3 per cento dall`inizio della crisi nel 2008,  ma – sottolinea la Coldiretti – è nel 2014 che si è toccato il fondo con le famiglie che hanno detto addio dalla pasta (-5 per cento) all`extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del  2013.

Per l’Associazione Libera si tratta di una catastrofe sociale

I dati forniti dall’Istat sulla povertà «fotografano un 

catastrofe sociale», e «la politica deve uscire dai tatticismi e 

lasciarsi guidare dai bisogni delle persone». Così l’Associazione Libera.

«I dati dicono che il nostro Paese non solo è malato: lo è gravemente», ha sottolineato Libera, avvertendo: «È malata la democrazia come forma di governo chiamata a garantire a tutte le persone una vita libera e dignitosa. Libertà, dignità, lavoro sono diventati da diritti privilegi, beni solo per chi se li può permettere». E «di fronte alla crescita della sofferenza sociale non possiamo allora stare zitti ma soprattutto non possiamo stare inerti. Questa crisi, prima che economica, è una crisi dell’etica e della politica. Nessuno ha la ricetta in tasca. La politica esca dai tatticismi e dalle spartizioni di potere, riduca le distanze sociali e si lasci guidare dai bisogni delle persone, a partire da quelle più in difficoltà: probabilmente quei terribili dati sulla povertà cominceranno una timida, ma decisa, inversione di tendenza».

Gruppo Abele e Libera hanno promosso «Miseria Ladra», una Campagna nazionale contro tutte le forme di povertà. La campagna propone dieci punti concreti sui quali unire gli sforzi di tutti per rendere illegale la povertà.  Tra i punti della campagna «Miseria Ladra», ci sono la ricostituzione del fondo sociale per la non autosufficienza, moratoria dei crediti di Equitalia e bancari per chi è in difficoltà, pagamenti immediati per chi fornisce servizi, beni e prestazioni, agricoltura sociale, riconversione ecologica delle attività produttive attraverso i tagli alle spese militari, alle grandi opere inutili e abolizione dei Cie. 

L`associazione propone inoltre la sospensione degli sfratti esecutivi, la destinazione del patrimonio immobiliare sfitto e quello requisito alla criminalità per usi sociali ed abitativi e la residenza ai senza fissa dimora per garantirgli l`accesso al servizio sociosanitario. La campagna promuove infine il reddito minimo di cittadinanza, la difesa dei beni comuni, la ripubblicizzazione dei servizi basici essenziali e la rinegoziazione del debito.

 

 

 

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