Argentina default. Intervista a Horacio Horacio Verbitsky. “Non sono preoccupato. L’economia è solida”

ROMA – Scrittore e giornalista argentino, storico come ama definirsi, autore di molti libri tra cui, tradotti in italiano “Il Volo” in cui si riporta la confessione del capitano Scilingo sui voli della morte, “L’isola del silenzio” che svela i rapporti tra chiesa argentina e dittatura attraverso il racconto dell’esistenza di un campo di concentramento all’interno di una proprietà ecclesiastica e “Doppio gioco.

L’Argentina cattolica e militare”. Presidente del “Centro studi giuridici e sociali” di Buenos Aires e membro del direttivo di “Human Rights Watch – Americas”. Horacio Verbitsky sarà in Italia il prossimo 3 agosto per un incontro pubblico a Torre Pellice (TO), nell’ambito del festival Una Torre di Libri – http://www.unatorredilibri.it/ -, nel corso del quale si parlerà dei suoi lavori di inchiesta sulla dittatura e dei legami esistenti tra Chiesa cattolica argentina, mondo imprenditoriale e regime militare. Un’anticipazione di ciò di cui discuteremo in questa intervista.

Vorremmo iniziare parlando di ciò che accade in Argentina in questi giorni. Si parla nuovamente di default e si indica come data il 30 luglio. Cosa è successo e a che punto sono i negoziati che dovrebbero scongiurare questa possibilità?

Succede che dopo il default del 2001 l’Argentina, appena uscita dalla fase più critica, propose una ristrutturazione del debito, la prima nel 2005 e l’altra nel 2010, alla quale aderirono il 92% dei vecchi creditori. Il rimanente 8%, costituito dai cosiddetti fondi avvoltoio, ha rifiutato la negoziazione dei debito e ora pretende il pagamento completo. Ciò anche sulla base di una sentenza della Corte suprema americana che ha bloccato il denaro destinato a coprire il credito nei confronti di chi aveva accettato un accordo e pretende che siano pagati prima i grandi fondi di investimento statunitensi che non hanno accettato la ristrutturazione del debito. Si tratta di fondi speculativi che comprano parti di debito di un paese in difficoltà a prezzi stracciati e poi chiedono il pagamento dell’intero debito con guadagni spaventosi. Non sono però eccessivamente preoccupato perché anche se le agenzie di rating dichiarassero il default non accadrà nulla di simile a quanto accaduto alla fine del secolo scorso. La situazione è troppo diversa: l’attuale rallentamento dell’economia è cosa di pochi mesi, il lavoro informale è alto ma la disoccupazione è bassa, le banche continuano ad avere bilanci positivi, UNDP ha qualificato l’Argentina come un paese con un indice di sviluppo umano alto, le riserve sfiorano i 30 milioni di dollari ai quali bisogna sommare un accordo di scambio con la Banca Centrale cinese di 11 milioni di dollari. Penso che possa aprirsi una nuova opportunità di negoziazione, in ambito giuridico argentino, che riunisca tutti i soggetti coinvolti.

Passiamo ad accennare ad un argomento che affronteremo in maniera più approfondita a Torre Pellice. Tu hai studiato a fondo il ruolo della Chiesa cattolica e le sue relazioni con la dittatura in argentina. E’ venuto fuori uno scenario che descrive le alte gerarchie consapevoli e complici di quanto avveniva in quegli anni; tutto ciò è ben descritto nei libri “L’Isola del Silenzio” e in “Doppio gioco, l’Argentina cattolica e militare”. Proprio nelle ultime pagine di questo lavoro è riferita la presenza di alcuni prelati coinvolti nella dittatura che sono ancora al loro posto. Capitolo importante riguarda la figura di Bergoglio, adesso Papa, che tu indichi, oltre che come responsabile della cattura e tortura di due sacerdoti anche come la persona che si è battuta strenuamente contro la politica di verità, memoria e giustizia intrapresa dai governi democratici del paese.

Bergoglio è stato un protagonista importante di questa storia. E’ stato superiore provinciale della Compagnia di Gesù già molto giovane, eletto a 36 anni, e questa è una cosa straordinaria. Era una persona coinvolta nella vita politica argentina di quegli anni, un simpatizzante di una organizzazione della destra peronista negli anni 70. Poi durante la dittatura ha avuto atteggiamenti sui quali io sono critico. Ho avuto modo di discuterne pubblicamente con Nello Scavo…

A proposito di Nello Scavo. E’ un giornalista italiano che ha pubblicato un libro e un documentario “La lista di Bergoglio” nei quali raccoglie testimonianze sulle persone che sarebbero state salvate da Bergoglio durante la dittatura e quindi entra in collisione con le tue tesi. Cosa ne pensi?

Ho incontrato Nello e abbiamo avuto un dialogo cordiale ma restiamo di opinioni completamente diverse. Lui mi ha detto che capisce la mia posizione e che se fosse stato argentino in quegli anni la sua posizione sarebbe stata simile alla mia. Ma dice anche che ha fatto ricerche posteriori e che Bergoglio ha salvato molta gente. Io ho letto il suo libro e scoperto che lui parla di 10 casi in relazione a Bergoglio; ma di quei 10 casi 7 sono precedenti alla dittatura e solo 3 sono posteriori, e sui 3 posteriori ci sono differenze molto importanti da caso a caso. Ritengo che su questa storia ci sia una doppia verità, una contraddizione possibile. E cioè penso che non sia impossibile che Bergoglio abbia aiutato delle persone ma che in tutti i casi in cui ha aiutato ha fatto sì che queste persone lasciassero l’Argentina e abbandonassero il fronte delle lotte popolari all’interno del paese. Non dico che il suo operato non sia stato importante, soprattutto per chi voleva salvare la sua vita, non voglio minimizzare questi fatti.  Ma questo non vuol dire che si sia opposto alla dittatura perché ciò che voleva la dittatura era che gli oppositori fossero eliminati o lasciassero il paese.

La figura di questo Papa è molto amata. Può aiutare la Chiesa a riacquistare il suo ruolo di guida religiosa e spirituale in un mondo che è ormai incamminato verso la laicità?

L’adorazione per Bergoglio è un fenomeno laico, non religioso. E’ un idolo popolare come possono essere Messi o Pirlo. E’ un fenomeno dei media, delle masse e della società plurale e laica.

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