La Repubblica. “Torniamo a scuola”. Pennac: “Il sapere è coraggio”

PALERMO (nostro inviato) –  Gran debutto  culturale inaugurato da Repubblica nella capitale siciliana. Due giorni di dibattiti, che tornano dopo le giornate di giugno a Napoli. “Torniamo a scuola”, il tema da cui il titolo.  Il grande summit  in uno dei teatri storici più belli d’Europa, il  Massimo. Al centro della tavola mondiale e del programma dei “mille giorni” promossa dal governo renziano, la scuola. 

Nella prima giornata “il festival” si apre con una lezione-spettacolo destinata agli studenti. Luca Fraioli, repubblica News, racconta “Un giorno a Repubblica”, un documentario sulla giornata di lavoro nella redazione di un giornale. A partire dall’evoluzione delle piattaforme giornalistiche: carta, web, digitale e webtv. A seguire il giornalista Attilio Bolzoni, che col suo noto stile da docu-inchiesta sulla mafia, sottolinea agli studenti presenti e alla platea tutta, come la formazione scolastica sia la strada necessaria per combatterla. Nel pomeriggio  Bolzoni prenderà parte con Maurizio De Lucia, Adriana Manganelli e Enrico Del Mercato alla presentazione del libro di un altro inviato di Repubblica, Francesco Viviano: “Io, killer mancato”, Chiarelettere editore.

Sabato tradizionale “Saluto alla città”. Presenti il sindaco Leoluca Orlando ed il presidente della Regione Rosario Crocetta, la partecipazione del presidente del Gruppo editoriale L’Espresso Carlo De Benedetti. Ezio Mauro, direttore di Repubblica, che illustra il nuovo portale di Repubblica@scuola fornendo  un esempio dell’offerta formativa che la testata si prepara a dedicare al pubblico.

Vengono approfonditi temi delle diverse componenti del mondo dell’istruzione: da Ilvo Diamanti che presenta un sondaggio, alla presenza del Ministro Stefania Giannini e con l’opinionista di Repubblica Mariapia Veladiano. A seguire Elena Stancanelli e Giorgio Vasta, che illustrano il rapporto tra studenti e professori, a Concita De Gregorio e Massimo Ammaniti che dedicano il dibattito al difficile legame tra genitori e figli negli anni cruciali della formazione scolastica. 

Testimonianze raccontano della scuola di oggi e del loro sposalizio ai social come innovazione propedeutica all’insegnamento. Ospiti d’eccezione Carlo Freccero, il quale rievoca la scuola del vecchio Manzi (1960), ai tempi in cui la televisione ha lasciato che “gli spettatori diventassero maestri”. L’avvento del digitale”,  dice Freccero, ha creato dei “media ibridi” che a differenza del passato, omettono la criticità perché mancano di una dimensione storica. 

 Finale con Ezio Mauro e lo scrittore francese Daniel Pennac nel dialogo  intitolato “Sovrani di se stessi”. Per Pennac la prima sfida è quella di vincere la paura dei bambini: “Ogni giorno in una classe c’è un docente che ha vinto il terrore dei suoi alunni e ci sono bambini ai quali si illuminano gli occhi perché hanno finalmente capito qualcosa che fino a dieci minuti prima era per loro del tutto incomprensibile”.  “Il vero coraggio” prosegue Pennac “è sapere le cose.  Io ci credevo  quando i professori mi dicevano che ero un cretino e che quindi non avevo futuro. Non riuscivo a vedermi in divenire. Vivevo nel presente dell’indicativo come tanti bambini che pensano che non riusciranno mai. Si possono deprimere o darsi all’azione presente, al banditismo. Ci si chiede perché le bande non hanno rimorsi: non è una questione morale, ma è l’abitudine di vivere al presente perché nessun adulto ti ha mai detto di non preoccuparti che prima o poi passa tutto, che il tempo scorre”. [..] Gli insegnanti devono ripescare i somari – dice Pennac – Non serve l’empatia dei professori con il malessere dell’adolescente, serve la loro lotta contro l’ignoranza, serve spiegare ai ragazzi che esistono tanti tipi di sapere e che non esiste solo il maledetto presente dell’indicativo. Il vero coraggio è sapere tante cose, cioè vivere”.

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