Pd. Renzi alla minoranza: avete distrutto l’Ulivo

Veltroni: non sciupate il Partito Democratico

ROMA – Si inaspriscono le lotte intestine all’interno del partito Democratico, dopo i vergognosi episodi delle primarie a Napoli e Roma. Questa volta è Matteo Renzi a voler dire la sua dire la sua. Lo fa con il suo solito ottimismo, assicurando addirittura un’uscita vittoriosa del suo partito dalle molteplici problematiche che lo sembrano voler trascinare verso una possibile dissoluzione. Le recenti contestazioni di Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema sono l’esempio emblematico di questa lacerante spaccatura.

E Renzi non tarda a replicare. E proprio sull’ideale  dell’Ulivo Renzi sferra il suo attacco alla minoranza dem, sottolineando che “coloro che chiedono oggi più rispetto per la storia dell’Ulivo sono quelli che hanno distrutto l’Ulivo consegnando l’Italia nelle mani di Berlusconi”. Insomma il premier prosegue dritto per la sua strada puntando evidentemente a relegare ai margini la minoranza del partito, attraverso l’elencazione di tutto ciò che ritiene di avere ottenuto o che raggiungerà in un breve futuro. 

Inutile dire che al Partito Democratico serve una rigenerazione a livello sia nazionale che locale, che ridia fiducia e credibilità agli elettori, ormai esausti da questo pantomima infinita la cui unica uscita sembra la scissione.

“Non sciupate il Pd”, invoca al contrario Walter Veltroni. Secondo l’ex-segretario del Partito democratico, Walter Veltroni “i toni si sono fatti aspri e si affaccia il rischio di scissioni, separazioni dolorose, possibili contraccolpi per il centrosinistra alle elezioni comunali. Senza il Pd, per come lo

abbiamo immaginato e costruito, l’Italia è esposta al rischio che stanno correndo le democrazie occidentali”. Se si sciupa il Pd –  prosegue – dopo vedo solo il baratro del dilagare di forme inimmaginabili di populismo. Se si divide, con scissioni o minacce di scissioni, si indebolisce un presidio fondamentale della stabilità, della possibilità di riforme e di cambiamento, di ancoraggio all’Europa. Al tempo stesso il Pd deve essere se stesso, non mutare pelle e identità”. 

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