“E’ emergenza”, il 7 maggio cultura in piazza contro governo

ROMA – Proteste e voci di dissenso circolavano da mesi, ora il fronte della cultura contrario alla riforma voluta dal ministro Franceschini, ma anche allo sblocca Italia di Renzi e alle Trivelle, si compatta e scende in piazza, chiamando a raccolta gli italiani.

“Paesaggio e patrimonio storico e artistico della Nazione sono oggi in gravissimo pericolo”, denunciano i promotori. Lanciata dalla piattaforma emergenzacultura.org, con il sostegno di nomi illustri del settore, da Salvatore Settis a Massimo Bray, da Tomaso Montanari a Vittorio Emiliani e Rita Paris, e la partecipazione di associazioni e sindacati, si terrà a Roma il 7 maggio una manifestazione con corteo e comizio preceduta il 6 maggio da una giornata di convegno. I dettagli si stanno mettendo a punto, ma l’idea è di far partire il corteo dalla Bocca della Verità per arrivare all’Arco di Costantino dove si terrebbe un comizio.

Come nasce l’iniziativa

L’iniziativa “Emergenza cultura: difendiamo l’art.9” è stata organizzata a partire da una proposta di Tomaso Montanari, il quale ha riunito a Roma un gruppo di associazioni e professionisti dei beni culturali in forte disaccordo con le politiche culturali del Governo Renzi e del suo Ministero dei Beni artistici e culturali guidato dal Ministro Dario Franceschini.

L’iniziativa nasce dalla preoccupazione per le condizioni in cui viene lasciata la cultura nel nostro paese: dai musei alle biblioteche, dagli archivi, ai siti archeologici, agli istituti di restauro, all’insegnamento della storia dell’arte, tutto ciò che non è immediatamente riconducibile a fonte di profitti è in stato di abbandono, quasi che l’unica dimensione degna di interesse per la comunità sia quella biecamente economica. E la potenzialità economica, in ogni caso, rileva solo ai fini del suo sfruttamento da parte di un “giglietto magico” di soliti noti: a essi compete la “valorizzazione” (leggi: i ricavi), mentre la tutela (tutto ciò che inerisce la ricerca e la manutenzione) è una fastidiosa incombenza che va sottratta a chi è in grado di farsene carico, ovvero agli addetti ai lavori.  

L’iniziativa si articola in due momenti: un primo momento di riflessione e dibattito che si terrà a Roma, in sede da definire, nel corso del quale interverranno alcune personalità di riconosciuta competenza in materia di  tutela e valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali nel nostro paese, nonchè alcuni giovani  che non riescono ad accedere alle professioni dei bbcc – sebbene possano vantare un rispettabile corredo di titoli -, ad onta del fatto che il nostro patrimonio versa in stato di incuria e trascuratezza, sia per l’insufficienza delle risorse che per l’esiguità del personale.

Il secondo momento è quello della manifestazione di piazza (anch’essa a Roma), che vuole significare una riappropriazione da parte della cittadinanza di quei beni che la nostra carta costituzionale le intesta. Il coinvolgimento della società civile rappresenta una componente essenziale dell’iniziativa perchè mira a restituire a* cittadin* quella titolarità che è stata troppo spesso calpestata per miopi calcoli o interessi particolari o anche solo per insipienza. 

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