Comunali: 321 tessere elettorali in casa, 3 arresti

NAPOLI – Voti per il candidato di una lista civica di centrodestra in cambio di qualche decina di euro. I carabinieri hanno scoperto a Sant’Antimo (Napoli) una banda di tre persone che raccoglieva tessere elettorali di cittadini compiacenti, inserendo all’interno il facsimile della scheda con l’indicazione del nome da votare e promettendo un compenso di 30-50 euro.

In manette un disoccupato di 54 anni, proprietario della casa dove i militari hanno fatto irruzione, un giovane di 24 anni – entrambi incensurati – e un pregiudicato per reati contro il patrimonio, 41enne. Nelle loro mani c’erano ben 321 tessere elettorali, poi restituite dai carabinieri ai titolari che rischiano tutti una denuncia. Il candidato a favore del quale la banda si spendeva fa parte di una delle civiche a sostegno del candidato sindaco Corrado Chiariello, 45 anni, che condanna nettamente l’accaduto: “Un modo di fare vergognoso e criminale, lontanissimo dalla mia idea di politica e di amministrazione della cosa pubblica”. “Chiedo a questo candidato di una lista civica a mio sostegno, che sarebbe il beneficiario della compravendita, che si sospenda immediatamente dalla competizione elettorale – aggiunge – Qualora i voti di questo candidato dovessero risultare fondamentali per la mia elezione, sono pronto a rinunciare agli stessi”. Chiariello, vicesindaco uscente, guida una coalizione composta da Fi, Nuovo Psi e cinque liste civiche. In una citta’ governata da tempo dal centrodestra e’ tra i favoriti per la vittoria: contro di lui, al primo turno, Aurelio Russo (Pd), Nicola Chiantese (M5s), Adriana Palladino (Udc), Giuseppe Italia (Dema, il movimento di de Magistris), Salvatore Castiglione (Fdi). A urne chiuse, carabinieri e procura dovranno capire come e dove sia nata la compravendita di voti messa in atto dai tre arrestati. Nessuno di loro risulta avere rapporti con la criminalita’ organizzata, ma Sant’Antimo e’ uno dei comuni del Napoletano dove piu’ alta e’ l’attenzione delle forze dell’ordine sul rischio di infiltrazioni camorristiche. Il mese scorso il pentito Pasquale Puca, esponente del clan omonimo egemone a Sant’Antimo, ha accusato il parlamentare di Forza Italia Luigi Cesaro di averlo contattato per sostenere un candidato alle precedenti amministrative. Il verbale del pentito e’ agli atti dell’inchiesta che ha portato in carcere i due fratelli imprenditori del deputato, per presunte infiltrazioni della malavita organizzata negli appalti per il Piano di insediamento produttivo del Comune di Marano. Ex sindaco di Sant’Antimo, poi presidente della Provincia di Napoli, piu’ volte deputato e nel ’99 eletto anche all’ Europarlamento, Cesaro – indagato nelle ultime settimane per minacce a pubblico ufficiale aggravate dalle finalita’ mafiose – tre giorni fa e’ stato interrogato dai pm della procura di Napoli ribadendo la propria estraneita’ ad ogni addebito. I suoi affanni giudiziari partono da lontano: arrestato nel 1984 per presunti coinvolgimenti con la Nco di Raffaele Cutolo, fu condannato in primo grado nel 1985 a cinque anni per favoreggiamento, e poi assolto l’anno dopo in appello. E’ considerato da sempre il principale esponente politico di Sant’Antimo, citta’ di 34mila abitanti alle porte di Napoli scossa ora dall’ennesima bufera.

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