Copa America, non solo calcio: questione di “vita”

Rivalità, fazioni e storia nella kermesse continentale. È pronta ad aprire i battenti la Copa America 2019, si disputa in Brasile e promette di essere uno degli spettacoli più esplosivi degli ultimi anni. 

Gli ingredienti sono molteplici, i fattori di interesse giungono da svariate Nazionali e questo rappresenta il plus rispetto alle altre edizioni: non ci sono solamente Argentina e i padroni di casa del Brasile; l’Uruguay non è l’unica tradizionale outsider per la vittoria finale. Scopriamo tutti i motivi di interesse e di imprevedibilità di questa fantastica competizione.

La Copa America è molto più che un evento calcistico, riunisce nello stesso torneo alcune delle Nazioni dalla maggiore rivalità del mondo: dimenticatevi la nobile e vecchia Europa, l’Asia e i colori dell’Africa. Qui ci sono squadre pronte a farsi la guerra in campo, sportivamente parlando, trascinandosi dietro battaglie sociali, storie di origini e miscugli fra diverse razze ed etnie. È il predominio di chi vuole rivendicare la propria forza e superiorità, di chi attraverso il calcio esige mettersi al di sopra di chiunque altro: non è semplice sport.

Si gioca in Brasile e già questo aggiunge spettacolo allo show: non ci sarà Neymar, per un infortunio ma non solo. Quanto accaduto nell’ultima amichevole è stato il karma, forse, perché le vicende che legano il classe ’92 all’accusa di stupro potevano bastare per tenerlo lontano dalla manifestazione continentale. Ma fra i verdeoro ci saranno fior di campioni d’Europa del Liverpool, dalla porta all’attacco, con Allison e Firmino fino ad un Coutinho che forse qualche rimpianto lo starà avendo.

E poi c’è ovviamente lei, la rivale numero uno del Brasile per la vittoria finale, quell’Argentina che con Messi non ha mai vinto nulla. La Pulce è pronta a sfatare il paradosso, ad una delle ultimissime chance della sua straordinaria carriera che però, soprattutto nell’eterno ed estenuante confronto con Maradona, continua ad avere questa grande lacuna. Albiceleste priva di Icardi, ovviamente, ma con Lautaro presente: un seguito di quanto già visto qualche migliaio di chilometro lontano, a Milano, sponda nerazzurra.

Le ultime due edizioni sono andate al Cile, compresa quella del Centenario. Altro paradosso, visto che poi gli uomini guidati da Vidal e Sanchez hanno poi clamorosamente fallito la qualificazione ai Campionati del Mondo in Russia del 2018. Sapranno dire la loro alla stregua delle altre grandi storiche del calcio sudamericano, le più alte per età media: come l’Uruguay degli eterni Suarez e Cavani. Guai a sottovalutare la Garra Charrua degli uruguagi, quando il gioco si fa duro loro si fanno sempre trovare pronti. Così come la Colombia, alle prese con un ricambio generazionale ma assolutamente da non prendere sottogamba.

La sorpresa può giungere dall’Ecuador, colma di talento ed una schiera di giovani che militano anche in Europa: possono stupire, come già dimostrato con la vittoria del Sub 20. Ospiti annuali saranno Qatar ed il Giappone che prendono il posto delle storiche Messico e Stati Uniti.

Tutto è pronto ed apparecchiato per farci divertire: Copacabana torna ad essere la spiaggia più bella ed affollata al mondo. 

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