Ambiente. Lago di Bracciano: l’Acea ricomincia a succhiare acqua

Le notizie sono due: l’Acea riprende i prelievi dell’acqua dal lago di Bracciano e il comitato di tutela diffida tutte le autorità coinvolte nella vicenda. L’odissea continua.

Appena apprese le intenzioni della società concessionaria, tempestivamente il Comitato di tutela del lago di Bracciano ha inviato una diffida all’Acea Ato 2 e a tutte le autorità interessate perché intervengano per impedire che la società concessionaria del Comune di Roma riprenda i prelievi di acqua dal lago di Bracciano, in violazione delle norme stabilite nel relativo contratto di concessione stipulato con i tre comuni rivieraschi, Bracciano, Anguillara e Trevignano. La diffida si basa sul fatto che il livello dell’acqua del lago è attualmente sotto il minimo stabilito e che ogni ulteriore prelievo è da considerarsi fuori legge. 

La diffida è stata inviata alla Regione Lazio, ai comuni di Roma, Bracciano, Anguillara e Trevignano, a tutti gli organi interessati alla vicenda, anche al Tribunale di Civitavecchia, competente per territorio, che il prossimo 27 aprile giudicherà i vertici di Acea Ato 2 per disastro ambientale, in ordine alla vicenda degli abnormi i prelievi d’acqua che hanno portato negli ultimi anni ad una riduzione di quasi due metri del livello del lago, prima che l’opinione pubblica fosse sensibilizzata e la Regione Lazio intervenisse con un  perentorio divieto.

L’allarme oggi lanciato dal comitato di difesa del lago di Bracciano con la diffida contro Acea nasce dalla notizia data dal sito web del lago di Bracciano e Martignano, secondo la quale Acea intende riavviare l’impianto di cui dispone per prelevare l’acqua e immetterla nell’acquedotto che serve la zona di Roma Nord per dare inizio ad “una campagna di analisi dei parametri di potabilità dell’acqua”. Tale campagna, “che prenderà il via lunedì 22 febbraio e che durerà fino al 31 marzo, comporterà il prelievo di un milione e mezzo di metri cubi d’acqua con un’incidenza stimata sul livello del lago di circa 3 centimetri”. 

Secondo il comitato di tutela del lago, questa iniziativa è da scongiurare perché comporta una ripresa dei prelievi d’acqua da un lago che tuttora fa registrare unlivello di 161,90 metri sul livello del mare, interiore a quanto stabilito nel contratto di concessione.  Nella diffida a prelevare altra acqua dal lago, il Comitato di tutela chiede che l’Acea provveda a mettere in funzione il flussometro che blocca automaticamente la captazione dell’acqua quando il livello scende al disotto del minimo stabilito. E’ quanto stabilisce il contratto di concessione, ma il meccanismo non è mai stato adottato. 

Il livello del lago di Bracciano è tuttora in diminuzione. Un inverno poco piovoso non ha consentito l’auspicato ripristino dell’acqua perduta anche per un’estate particolarmente calda. La ripresa dei prelievi minacciata dall’Acea sarebbe l’ennesima pugnalata ad una realtà ambientale delicatissima e che meriterebbe ben altre attenzioni. 

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