Rapporto tumori. Più rischio a Nord, più mortalità al Sud. Appello degli oncologi contro i tagli

ROMA – Il cancro rappresenta la seconda causa di morte in Italia (30%) dopo le patologie cardiovascolari (39%), per una media di quasi 500 decessi al giorno.

Il rischio di morire per una neoplasia interessa 1 uomo su 3 e 1 donna su 6. È quanto emerso oggi alla presenza del neo ministro della Salute, Renato Balduzzi, nella conferenza di presentazione del volume: “I numeri del cancro in Italia nel 2011 – Ecco come la malattia colpisce nel nostro Paese”. Il libro è stato realizzato dall’Associazione Italiana Oncologi medici (Aiom) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum). Questi in sintesi i dati: “360mila nuovi casi l’anno, di cui 40mila in persone con  meno di 50 anni; 2.250 milioni di italiani che convivono con  il cancro, il 4% dell’intera popolazione, per oltre 6 milioni di famiglie coinvolte.

Nel 2011 il cancro, secondo quanto stimato, provocherà 174 mila decessi, con il tumore al seno come principale causa di mortalità fra le donne (16%) e quello al polmone fra gli uomini (28%). Secondo quanto rilevato da questo studio, frutto della collaborazione fra gli oncologi medici e 35 registri epidemiologici, ci sono più casi di persone affette da tumore al Nord (+30%) che al Sud, dove però le probabilità di sopravvivenza sono complessivamente inferiori. E dove il tumore più diffuso è quello al fegato. Il fenomeno sarebbe dovuto alla maggiore diffusione nel Mezzogiorno del virus dell’epatite B o C, uno dei principali fattori di rischio per l’epatocarcinoma. Nel periodo che va dal 1998 al 2005 si riscontra un calo del 12%  nei maschi e del 6% tra le femmine. Il fatto è dovuto alla diffusione di programmi di screening e di  miglioramento delle capacità diagnostiche.

In occasione della presentazione gli oncologi dell’Aiom hanno fatto un appello al ministro Balduzzi. “Prevenire è meglio che curare. Noi da anni siamo attenti alla spesa sanitaria, puntando sull’appropriatezza ed evitare gli sprechi. Chiediamo che si tenga conto di questa attenzione che mettiamo ogni giorno nella nostra attività quando poi si andranno a fare i tagli”, ha sostenuto Marco Venturini, presidente dell’associazione dell’oncologia medica. “I tagli li fa il chirurgo” ha risposto il Ministro della Salute che ha parlato di “riorganizzazione, appropriatezza e ristrutturazione” dell’intera macchina burocratica.

Si è parlato anche di liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C.  “È un percorso già iniziato qualche tempo fa, il decreto legge è già stato approvato e come Ministero della Salute abbiamo cercato di inquadrare questa scelta di liberalizzazione dentro ai principi di fondo del Servizio sanitario nazionale”. Previsto a breve un incontro con i farmacisti.

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