I politici Inutili e Dannosi

ROMA – Qualche giorno fa, quando ancora il Pd era acriticamente appiattito sulla manovra del Governo Monti, sul Face book di Bersani si scatenarono i commentatori: “COME SI FA a votare ancora per voi?

Mi hai delusa e anche tanto. Ho il blocco sullo stipendio che tre anni fa era più alto, mi manderanno in pensione con 41 anni di contributi, mi fanno pagare ancora l’Enam che è un ex ente e ora vogliono far confluire l’Inpdap nell’Inps… Tutte rapine. Voi che fate? Il governo tecnico vi ha fatto comodo, così direte che la colpa non è vostra. Questa volta avete toppato, abbiamo finalmente aperto gli occhi e vi vediamo per quelli che siete: inutili e dannosi!
“Inutili e dannosi”. Si potrebbe partire da questi due epiteti, che raccontano molto bene la rabbia e la delusione di una donna che trova le parole esatte per definire una sinistra che ha tradito i fondamentali ideali che l’hanno creata.
È chiaro che si tenta di evidenziare l’implosione della classe politica che si definisce di sinistra per cercare di farle notare come la propria immagine sia ormai depauperata e invigliacchita. Fare le stesse critiche alla destra è improponibile per il semplice fatto che un’immagine non l’ha mai avuta. Per la destra, al più, si potrebbe parlare di simulacri o di maschere vuote, che vivono con l’ideologia animale della sopravvivenza della specie … della loro specie.
Dai politici della sinistra, o meglio da coloro che caparbiamente continuano ad autodefinirsi di sinistra, molti cittadini si aspettavano qualcosa di più: ad esempio che la parola ‘equità’ non perdesse definitivamente il significato che gli è proprio.
Qualcuno in questi giorni ha scritto che “la cattiva politica è un crimine” e quindi si potrebbe dedurre che i cattivi politici sono dei criminali. Aggiungiamo questo termine agli altri due e abbiamo così una triade “inutili, dannosi e criminali”.
Ora si potrebbe andare a vedere perché questi politici sono “inutili, dannosi e criminali”. Per esempio, sono inutili perché quando il presidente della Cei Angelo Bagnasco, istituzione di uno stato straniero, dice: “Com’è noto il Concordato prevede un particolare riconoscimento del valore sociale delle attività degli enti no profit, tra cui la Chiesa cattolica”,  nessuno gli dice che, primo, sta facendo il gioco delle tre carte per confondere credenti e non; secondo che il Concordato va abolito perché è uno strumento che serve solo ed unicamente per predare credenti, non credenti e gli esseri umani che hanno scelto un’altra confessione religiosa. Poi se i credenti cattolici vogliono continuare a mantenere con il loro denaro la chiesa cattolica lo facciano pure. In Germania si usa democraticamente questo metodo e logicamente nessuno ha nulla da eccepire.
Ma i politici ‘di sinistra’ sono inutili anche perché non fanno nulla per difendere bisogni materiali, istanze civili ed esigenze umane di chi li ha anche votati. E questo, anche se è in voga da molti anni, è veramente assurdo.

Veniamo all’epiteto ‘dannoso’. Sono dannosi perché non chiedono di tagliare le spese militari; perché non recuperano per il bene comune quei sei miliardi – e non 900 milioni come ha detto, la grande amica e collega bilderbergheriana di Monti, Emma Bonino – regalati dalla Casta politica alla Chiesa cattolica. Sono dannosi perché lasciano nelle mani avide dell’1% degli italiani il 13% della ricchezza seppellendo definitivamente la crescita del Paese. Sono dannosi perché uccidono la speranza che milioni di persone ripongono o riponevano in loro, danneggiando così la loro realtà umana.

I politici che si definiscono falsamente di sinistra sono criminali perché continuano a lasciar depredare coloro che non avendo gli strumenti non hanno la possibilità di difendersi. Sono criminali perché non dicono che con solo due voci si potrebbero fare una manovra finanziaria senza toccare le tasche già vuote degli italiani: i sette miliardi regalati annualmente allo Stato vaticano e le spese militari (circa 23 miliardi) come ha dichiarato il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli in un comunicato stampa del 5 dicembre: “È ormai da giugno che chiediamo al Governo ed al Parlamento di tagliare la spesa per gli armamenti ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta: noi Verdi non solo siamo indignati ma siamo pronti alla disobbedienza civile ed ad una fortissima mobilitazione. Chiediamo al presidente del Consiglio Mario Monti perché in Italia non è possibile seguire l’esempio della Germania che nel 2010 ha tagliato la spesa militare di 10 miliardi di euro? Perché nonostante la stagnata sulle famiglie non si toccano di una virgola i programmi per l’acquisto di caccia bombardieri di 131 F-35 dal costo di 15 miliardi di euro o quelli per l’acquisto di aerei senza pilota (1,3 miliardi) o delle navi da guerra (5 miliardi) o, ancora, dei sommergibili (1 miliardo)? A queste domande il presidente del Consiglio Mario Monti dovrebbe dare una risposta prima che a noi ai cittadini italiani a cui vengono chiesti sacrifici pesantissimi. Non ci offendiamo se lo farà dal salotto di Porta a Porta, ma risponda perché gli italiani hanno diritto di sapere perché si taglia la sanità, le pensioni e i trasporti pubblici mentre alla super casta degli armamenti non viene tagliato nemmeno un centesimo”. Questo silenzio è un crimine.

Ma non c’è solo la classe politica di sinistra ad essere inutile e dannosa, c’è anche la Casta di coloro che con l’inchiostro con cui sporcano la carta dei giornali confondono vigliaccamente i lettori che credono di comprare un giornale di sinistra: ieri, 8 dicembre, dalle pagine de ‘il Fatto’, Angelo Cannatà, scrittore e giornalista, chiedeva in una lettera aperta,  a Eugenio Scalfari di dar conto di una frase, apparsa su Repubblica il 27 novembre scorso. La frase, che si riferiva al governo istituzionale di Mario Monti, era questa: “Chi non capisce che esso non confisca affatto la democrazia e non umilia affatto il Parlamento, al quale anzi affida piena centralità, chi non capisce queste lapalissiane verità è in palese malafede oppure mi permetto di dire che è un perfetto imbecille”.
La frase naturalmente si commenta da sola, e ad un attento lettore, che in questi anni ha seguito l’espandersi la ‘paranoia’ giornalistica scalfariana, non dovrebbe stupire più di molto. L’ex direttore e fondatore de ‘La Repubblica’ è la punta dell’iceberg di tutta una cultura che è stata egemone nella sinistra. Certamente questo articolo di Scalfari, a difesa del governo dei compagni di oratorio chiamati a raccolta da Monti, è una ‘perla’ che dovrebbe aprire gli occhi e far vedere dove sta andando a finire la democrazia calpestata da chi definisce “imbecilli” coloro che non la pensano come lui che è il deus della carta stampata. Carta stampata che, al contrario dei giornali web, secondo Anselmi, presidente della nota agenzia Ansa: “…assicura autorevolezza, approfondimento e credibilità”. Questa frase su carta stampata di Scalfari si può definire obbiettiva e autorevole? Affermare che non è certamente il mezzo sul quale vengono resi pubblici i pensieri di un giornalista ciò che può determinare l’etica e l’autorevolezza di un articolo potrebbe sembrare banale, ma non lo è nel momento in cui si leggono le farneticazioni dei ‘maître à penser’ del giornalismo italiano, che si ergono, in modo autoritario, a guide morali e intellettuali.

E qui si dovrebbe aprire un argomento molto scottante: dov’erano questi autorevoli giornalisti quando noi di Dazebao News* e molti, moltissimi altri, denunciavamo un sistema politico che silenziosamente facevano defluire miliardi al di là del Tevere? Ora i giornali su carta stampata che fanno opinione, non tutti naturalmente, sono costretti dal mondo web a pubblicare, almeno parzialmente, le verità scomode scritte da coloro che Scalfari chiama “imbecilli”. Senza il mondo web la verità avrebbe giaciuto in una spelonca per sempre. Ora, generalizzando, solo sul web esiste una verità di confine che travolge come un fiume in piena gli argini di argilla creati ogni giorno dalla carta stampata che sta nelle mani delle grandi famiglie italiane e in quelle delle banche. Il motivo è molto semplice: la stragrande maggioranza di questi individui che scrivono su web non hanno né padri né padroni e pagano di tasca loro i mezzi tecnici che permettono loro di rendere pubblico ciò che percepiscono con i loro occhi. Certamente si potrebbe obiettare che quella è ‘la loro verità’, ma si potrebbe rispondere che questa verità nel divenire risulta sempre più vera della menzogna mediatica imperante. Sul web questa libertà di affermare la verità si ferma solo ai confini della realtà interna di chi scrive; sulla carta stampata si ferma su ciò che è ‘politicamente corretto’ deciso dal padrone.

Dal modo in cui stanno andando le cose, è tragicamente probabile che a questa libertà di dire la verità fino in fondo, esistente ancora su web, saranno tagliate le ali.
Ieri a Roma c’è stato un attentato, un pacco bomba ha ferito il direttore generale dell’agenzia Equitalia. Immediatamente la nota dell’agenzia puntava il dito su chi aveva denigrato questa istituzione che si comporta, secondo ciò che ha detto Report, alla stessa stregua degli strozzini. Molti italiani hanno potuto vedere alla televisione famiglie distrutte da questo sistema disumano del quale Equitalia è l’esattore. Era tutto falso? Oppure era vero ma non si doveva dire perché politicamente scorretto? O, per ‘ragion di stato’, non si doveva dire, in quel modo per non fomentare l’odio verso queste persone che vengono rappresentate come feroci esattori? La Gabanelli è l’istigatrice dei terroristi?
Questo ha detto il direttore centrale di Equitalia, Angelo Coco “La nostra considerazione è che contro Equitalia è andata in scena negli ultimi tempi una campagna denigratoria e di disinformazione. Non solo da parte di una certa stampa che ha prestato il fianco, ma anche portata avanti da politici di secondo piano”.
Quindi attenzione, anche il nostro Lucio Garofalo che ieri ha scritto l’articolo ‘Uno spettro si aggira in Europa’**: la rivolta dei proletari” potrebbe essere domani accusato di istigazione alla rivolta contro lo Stato.
E qui si chiude il cerchio: gli Inutili e i Dannosi potrebbero schierarsi con uno stato poliziesco che deve reprimere, come accenna Garofalo, chi osa rompere “la catena dell’obbedienza al comando capitalistico”.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe