Madre Teresa di Calcutta e Christopher Hitchens: uno strano incontro. Il Video

ROMA – Solo la bontà per la prossima ‘buona novella’ che annuncia, ai credenti, la nascita del Redentore poteva far scaturire nella mente di un giornalista l’idea di un incontro tra Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, meglio conosciuta con il nome di battaglia di Teresa di Calcutta, e Christopher Hitchens, morto i 16 dicembre, famoso soprattutto per aveva scritto contro di lei nel suo libro scandalo ‘La posizione della missionaria’.

Sabato 17, puntuale come a morte, Francesco Longo, fantasticando un incontro nell’aldilà tra il giornalista inglese e la suora albanese ha pubblicato su ‘Il riformista’ un articolo dal titolo eloquente: “Hitchens, Madre Teresa lo attende”.
Il luogo dell’incontro non viene definito da Longo, egli parla di un generico e possibile esistente ‘aldilà’: “Se un aldilà esiste, sarà andata a prenderlo proprio Madre Teresa. Avrà cura anche di lui”.
Ora per continuare a scrivere di ‘aldilà’ ci sono due strade: la prima è entrare in quel delirio suffragato dalla religione e reso congruo dalla cultura che  la sostiene, e parlarne come se questo ‘aldilà esistesse; la seconda strada è guardare queste credenze religiose, sempre funzionali al potere istituzionale, come fenomeni antropologici che trovano il loro nutrimento in quel dinamica psichica che Ludwig Feuerbach definì “alienazione religiosa”.
Naturalmente, per amor proprio, si sceglie la seconda strada, guardando questi epifenomeni dal punto di vista ‘ateo’.

La prima cosa che viene in mente, osservando gli ultimi ritrovati teologici del pastore tedesco, è una domanda: “Ma in che luogo attende Madre Teresa di Calcutta il defunto Christopher Hitchens? In Paradiso? All’Inferno? In Purgatorio?” Si deve eliminare, obtorto collo, l’ultima opzione in quanto malsicura dopo che, nella sua enciclica “Spe salvi”, pubblicata nel 2007, Ratzinger aveva definito il Purgatorio: “più che luogo fisico, spazio interiore, non fuoco di fiamme, ma fuoco metaforico, interiore.”

IL VIDEO

A questo punto rimangono solo il Paradiso e l’Inferno … ma ci sono dei problemi teologici: a rigor di ‘logica’ i due non si potrebbero incontrare, dato che Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, da quando Woytjla la promosse a soli due anni dalla morte, è una ‘Beata’ ed invece Christopher Hitchens un imperterrito ateo peccatore e, come ha scritto sabato Longo, addirittura un profanatore: “Per un intellettuale, (parla di Hitchens N.d.R.) profanare ciò che per altri è sacro non è mai infatti un segno di profondità”.
Comunque sia, dati questi presupposti teologici, Teresa di Calcutta dovrebbe stare in Paradiso e il cattivissimo Hitchens nel sesto girone dell’Inferno, quello degli eretici. E quindi Longo dovrebbe dirci in quale luogo i due si potrebbero incontrare per far in modo che la missionaria ‘si prenda cura’ di lui nello stesso identico modo in cui ‘si prese cura’ di molti diseredati.
Visto che da queste aporie non se ne esce, si potrebbe andare a vedere ciò che Hitchens ha scritto, dopo essersi ben documentato, su questa ‘Beata’, profanando la sancta sanctorum di coloro che preferiscono credere alle varie agiografie sulla Beata  Madre Teresa di Calcutta piuttosto che fare un ricerca seria alla ricerca della verità.

Christopher Hitchens nelle prime righe del suo libro ‘La posizione della missionaria’ narra un fatto raccapricciante, documentato nel suo documentario per ‘Channel 4’. Il documento mostra Madre Teresa che dice a un moribondo “Stai soffrendo come Cristo in croce, di sicuro Gesù ti sta baciando!”, e lui che risponde “Per favore digli di smettere di baciarmi”. Questo fatto, che se non fosse per la drammatica verità potrebbe sembrare uno sketch comico, è emblematico perché descrive meglio di ogni altro la vera natura di Madre Teresa di Calcutta della quale, secondo il ‘giornalista’ Longo, non si deve assolutamente parlare male per non turbare le menti a mollo nell’idolatria per questa donna che aveva tra i suoi sostenitori il dittatore haitiano Baby Doc e che era da molti considerata, (come si può vedere nel video allegato) alla stessa stregua di una pericolosa criminale la quale, in nome delle credenze cristiane sulla redenzione dei peccati attraverso il dolore fisico, lasciva morire senza curarli i malcapitati che entravano nei suoi lazzaretti. Lazzaretti che i media compiacenti descrivevano come ospedali di alto livello. Dire, come hanno scritto alcuni giornali, che, Madre Teresa di Calcutta era “poco incline al trattamento del dolore” è un eufemismo. Come è una bugia parlare di ospedali. La suora albanese, premio Nobel per la pace nel 1979, come si può vedere nel video, non ha mai aperto un vero ospedale, nel senso che, anche lì, come in molti centri psichiatrici italiani dove vige l’ideologia basagliana, i malati non venivano curati ma ci si ‘prendeva cura di loro’ nel senso che venivano considerati, tutti, come malati terminali. La missione della missionaria era quella di spedire più in fretta possibile le anime dei malcapitati, che entravano nella sua orbita, nel regno dei cieli dopo essersi purificati dal dolore che la suora procurava loro con un eccezionale zelo religioso.

Francesco Longo deve amare molto il defunto Hitchens. Lo deve amare ‘cristianamente’ visto che tutto l’articolo è un attacco inqualificabile per distruggere l’immagine di un defunto che non si può certo difendere. Longo scrive di lui adducendogli “cadute di stile” e dicendo che:  “Confondeva spesso il monoteismo col fondamentalismo, la libertà di critica con la mancanza di rispetto, l’ironia tagliente con la superficialità”.
L’etica interna e professionale Hitchens che lo ha costretto a denunciare questi abomini, viene disprezzata da un collega che si è dimenticato del basilare dovere deontologico di ogni giornalista: informare dicendo la verità.

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