Dal pediatra fino ai 6 anni. Pioggia di critiche dai medici

ROMA – Rimangono un mistero le ragioni per cui il ministro della salute Renato Balduzzi e la Conferenza Stato Regioni abbiano formulato la proposta tecnica di far assistere ai pediatri i bimbi fino ai 6 anni.

E’ questo quanto contenuto nella bozza di riordino delle cure primarie e sostenuto dall’esponente tecnico del governo, il quale essendo un professore di diritto costituzionale, ha ben poco a che vedere con la medicina. L’ipotesi ha sollevato una pioggia di critiche da parte dei pediatri che temono un aumento dei ricoveri dei bambini specie nel Sud. E questo per il semplice fatto che la specializzazione di un pediatra e l’esperienza a contatto con i bambini fa una grandissima differenza.
Insomma la proposta è stata bollata subito come “sbagliata, fuorviante e pericolosa”.
“I medici di medicina generale, che garantiscono all’adulto un livello molto elevato di assistenza, sono meno esperti dei pediatri in materia di bambini per il semplice motivo che ormai da 50 anni non se ne occupano più”, sottolinea il presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Alberto G. Ugazio. Sul tema è intervenuto anche il presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, senatore Ignazio Marino (Pd) che si dice “perplesso” e chiede chiarimenti. Entra nel merito tecnico il presidente della Sip, Ugazio. “Pensiamo – spiega – al dosaggio dei farmaci che per gli adulti é unico, mentre per i bambini è legato ai kg di peso o alla superficie corporea”. La Sip, inoltre, ricorda, sta elaborando proposte di riorganizzazione della rete pediatrica sia in ambito di Consiglio Superiore di Sanità, sia in collaborazione con l’ Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane con cui è stato realizzato il ‘Libro Bianco sulla salute dei bambini’ che sarà presentato domani.

Attualmente il pediatra cura i bambini fino a 14 anni, e nei casi vi sia una patologia cronica a 16.

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