Yara tra sacro e profano

BERGAMO – È veramente incredibile quello che succede attorno a eventi tragici e angosciosi come la sparizione di Yara Gambirasio.

Ma non ci si stupisce più di tanto ormai in un paese dove la conoscenza della realtà vera non è più quella dei vari microcosmi lavoratori, industria, economia, scuola , ecc. che sommati insieme dovrebbero dare la somma della realtà del paese. Quella somma risulta sempre, se non completamente errata, quantomeno lontana dal due + due = quattro. È chiaro che in questo contesto la verità giunge filtrata e alterata dalle televisioni e, aimè, anche dai giornali ormai abituati a fornire la droga della fantasticheria al posto della cronaca verificata ed approfondita. Anche il caso della scomparsa della ragazza di Brembate Sopra diviene un fenomeno dove il senso vero della realtà tende a divenire apparenza, opinione, se non addirittura gossip. E non ci si stupisce più di nulla come quando il canale radiofonico Isoradio parla della fila delle macchine ferme sulla corsia dell’incidente e di un’altra fila sull’altra corsia, quella dei ‘curiosi’. Si dovrebbe dire di quelle teste di … che si fermano per poi poter raccontare ai colleghi con la bava alla bocca “sapessi che ho visto in quell’incidente …”Ma tant’è.

Ora in questo circo patetico sono entrati anche i Pooh per mandare appello evangelico di una profondità abbagliante: “Un pensiero a Yara, perché venga ritrovata al più presto”. Ha detto in una radio privata Roby Facchinetti, componente storico dei Pooh e bergamasco come la ragazzina scomparsa, non dimenticando naturalmente di indicare i luoghi dei loro prossimi concerti.

Gli echi di questa drammatica storia intanto continuano ad arrivare come realtà virtuale nelle teste degli italiani incapaci ormai di discernere realtà da fantasticheria: i reality sono divenuti, forse dopo il calcio, uno dei pochi motivi di discussione tra gli abitanti dello stivale.
È anche vero però che notizie d’agenzia come questa: “la comunità di Brembate si affida alla preghiera per scacciare l’incubo di una nuova Avetrana.” non aiutano certo ad liberare gli italiani dal pensiero magico e quindi dal dubbio costante su cosa sia reale e cosa non lo sia.

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