Sequestri di grana padano taroccato. Un giro di affari di 433 miliardi di euro

PARMA – Migliaia di forme di falso parmigiano o grada padano sono state sequestrate dal nucleo dei carabinieri per i reati alimentari negli ultimi mesi. Si tratta di “cloni” non sempre perfetti del formaggio più famoso del mondo. «Nel rivolgere, a nome di tutti i nostri produttori, un sentito ringraziamento agli uomini dell’Arma dei Carabinieri, cogliamo l’occasione per evidenziare, ancora una volta, come il fenomeno della pirateria agroalimentare sia una piaga grave e pericolosa per tutti i cittadini, oltre che un enorme danno per il sistema economico del nostro Paese». Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano, che porta sul mercato internazionale quattro milioni e 200 forme all’anno, commenta così la notizia del sequestro, in Emilia e nella provincia di Lodi, da parte del Nucleo Antifrode di Parma, di oltre 20.000 chili di prodotti alimentari con falso marchio dop, tra cui il Grana Padano. «Da sempre – aggiunge Berni – ci battiamo per far sì che anche a livello europeo e internazionale ci siano regole ferree e certe per garantire il consumatore e tutelare il produttore. Purtroppo però il fenomeno dell’agropirateria continua a crescere rischiando di pregiudicare il lavoro e gli investimenti di moltissime aziende italiane». Recentemente Unioncamere Emilia-Romagna ha comunicato che a fronte di una elaborazione dei dati dell’Icc (Counterfeiting Intelligence Bureau, centro studi delle Camere di Commercio internazionali), è stato stimato che i prodotti ‘taroccati’ rappresenterebbero il 10% degli scambi mondiali, per un valore di 433 miliardi, e che nel settore agroalimentare sono ‘falsi’ tre (sedicenti) prodotti italiani su quattro. Tra i più copiati ci sono il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. «I vari ‘Gradano’ o ‘Parmesan’, e ancora ‘Pardano’ o ‘Parmesao’, arrecano danni da miliardi di euro. Danni gravissimi, non solo per i nostri operatori, ma per tutto il made in Italy – conclude Berni – e, più in generale, per i consumatori».

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe