Pakistan. Allarme Isis contro cristiani. Padre Louis, siamo indifesi

LAHORE (pakistan) – «Lo Stato Islamico (Isis) è arrivato in Pakistan. Noi cristiani lo sappiamo da tempo.

I loro terroristi sono pronti ad aggredirci e appaiono ispirati dagli attacchi più recenti compiuti contro le comunità cristiane in Iraq e Siria». Così padre Joseph Louis, presidente della Caritas a Lahore, in un’intervista al Corriere della Sera dopo la strage di cristiani in Pakistan. E lancia l’allarme: «per noi il peggio deve ancora arrivare. Il grave è che il governo pachistano fa poco o nulla. Siamo indifesi, dobbiamo organizzare da soli la nostra sicurezza». Racconta i momenti dell’attacco: «i soliti due poliziotti inviati dal governo», «come sempre non facevano assolutamente nulla di utile per la nostra sicurezza. Al momento dell’attacco stavano guardando una partita di cricket alla televisione». Dopo le deflagrazioni, continua il sacerdote, «c’era il caos. Soprattutto c’erano altri terroristi ben armati che sparavano sulla folla». Padre Louis lancia l’allarme per la situazione dei cristiani nel Paese: «l’Isis in Pakistan lavora ormai a pieno ritmo con i talebani, sono ben armati, dispongono di risorse finanziarie, ottima logistica, hanno agenti che arrivano dall’estero». «Sappiamo che noi cristiani siamo nel mirino». «Adesso – continua il sacerdote – l’ondata delle nostre proteste aizzerà nuovi attentati. Isis e talebani soffieranno sul fuoco delle ostilità musulmane». «Torneranno presto e più organizzati di prima. Noi proveremo a parlare con il governo. Ma sarà inutile. Non ci ascoltano». Ed accusa: «le autorità non fanno nulla per bloccare la nuova alleanza politica e militare tra Isis e talebani». 

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