Elvis Presley, Michael Jackson e l’immortalità. VIDEO

LOS ANGELES  – Da 35 anni,  milioni di persone continuano a torturarsi –  o fan finta,  per alimentare il mito – nel dubbio che Elvis Presley, la cui morte ricorrerebbe oggi, sia veramente scomparso.

Artisti, colleghi, addetti ai lavori, fan  –  i meno interessati a speculare sono questi ultimi –  sembrano ancora tentati dalla scoperta di quale mistero ci sia dietro la fine del re del rock. Il 16 agosto 1977 il mondo apprese che il corpo del cantante  trapassava per arresto cardiaco.  L’ “anima” non ha mai fatto altrettanto, ha continuato ad esistere nella musica, nella leggenda, nella volontà di chi non accetta che un “dio” sia mortale. Si è sparsa la voce che Elvis abbia ordito una messa in scena e i fatti sono stati analizzati come in un thriller, del quale ciascuno continua a scrivere il proprio copione.

Si discute sulla veridicità del nome sulla lapide, inciso come “Elvis Aaron Presley”  mentre lui, si testimonia, scriveva Aron, con una sola a.  Si dice che il re del rock,  alla morte,  pesasse 120 kg, mentre la bara non superava i 90.  Si fa notare che, a quel tempo,  i giornalisti presero d’assedio il Baptist Memorial Hospital, ma nessun medico rilasciò dichiarazioni sull’avvenuto decesso..

Numerose poi le segnalazioni di avvistamento e le leggende sulla sua vita oggi. C’è chi sostiene abiti a casa sua,  nel parco di Graceland. Una donna racconta di essersi imbattuta in lui vecchio, su una sedia a rotelle,  di averlo fotografato e di aver esibito le prove,  secondo le quali sarebbe proprio Elvis.
C’è  chi lo vorrebbe assassinato per aver conosciuto troppo su alcuni pericolosi segreti di stato. Il mistero ha ispirato narratori come Stephen King, che  lo ha fatto rivivere in un racconto come sindaco di una città. I Dire Straits in “Calling Elvis”, cantano che sarebbe solo tornato a casa.

Elvis Presley non è l’unico a testimoniare tale realtà. Stesso desiderio di immortalità è stato proiettato su Michael Jackson , la cui scomparsa, per alcuni fan, non è mai avvenuta. I due hanno in comune il fatto di essere miti molto popolari, un destino di incredibile fortuna e di incredibile disgrazia, una fine prematura e violenta
Ricordo che, durante la mia infanzia, il poeta candidato al nobel Danilo Dolci, mi raccontò che durante un viaggio in Russia aveva scoperto che sulla tomba di Fëdor Dostoevskij i fiori erano sempre freschi, ma non su quelle degli uomini di stato:  non si riferiva a Stalin, quanto Lenin stesso. Ciò era per lui indicatore che il mondo ama gli artisti, più di quanto non accada agli uomini politici, e per questo ne conserva sempre fresca la memoria. Di quale uomo di potere si reclama l’esistenza di una seconda vita? Il segreto dell’immortalità sta nella capacità di comunicare attraverso il linguaggio universale dei sentimenti?

Elvis Presley – Always On My Mind

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