Festival letterario di Madeira. Un esordio entusiasmante tra “Vagina” e “modernità liquida”

 

MADEIRA (inviata) – E’ entrato nel vivo il terzo Festival della letteratura di Madeira. Nel teatro Baltazar Dias di Funchal già si sono tenute le prime sessioni di dibattiti che hanno visto protagonisti artisti e scrittori portoghesi e internazionali.

La manifestazione organizzata dalla casa editrice portoghese Nova Delphi prevede numerose iniziative legate ai libri e all’attualità e le giornate scorrono frenetiche tra incontri con gli autori e conferenze sempre assai partecipate.

La conferenza inaugurale è stata tenuta da Naomi Wolf, scrittrice statunitense, che ha presentato con un vero e proprio show il suo ultimo libro Vagina sottotitolo Una nuova biografia. La straordinarietà del tema trattato e la performance della scrittrice hanno interessato e divertito la platea che ha sottolineato i passaggi più singolari con applausi e risate. Wolf, che ha rivelato doti da attrice consumata, ha raccontato come è nato “Vagina” partendo dall’assunto ‘il personale è politico’. La sua impossibilità di provare soddisfazione sessuale l’ha spinta ad una ricerca che è approdata alle neuroscienze: il suo problema era dovuto ad uno schiacciamento del nervo pelvico da parte di una vertebra. Questo il motivo della sua insoddisfazione presto superata grazie ad un’operazione chirurgica. Parte da qui la tesi centrale di “Vagina”: il nucleo fondamentale del femminile è nel corpo e nelle sue esigenze e non nella cultura. Affermazione questa che ha fatto insorgere molte femministe, negli USA e non, ma che non sembra scalfire la scrittrice che dal palco del teatro di Funchal si lancia in lunghe disquisizioni anatomiche sulle zone del piacere e racconti partecipi su come riappropriarsi del proprio corpo e trovare un buon accordo con il proprio partner. Ma Wolf è abbastanza accorta da non esaurire il suo intervento in mere discussioni sul corpo e riporta l’attenzione sulle strutture sociali ‘patriarcali’ che per secoli hanno negato alla donna di vivere pienamente la sua sessualità; anche qui c’è una spiegazione fisiologica: durante l’orgasmo nel cervello femminile  si libera una sostanza chiamata dopamina che rende le donne più ‘sicure’, ‘decise’ e ‘aperte’. Alla platea, che a questo punta sembra più interessata a capire come raggiungere il ‘Sublime’, propina però una ricetta già nota: prendersi del tempo per la coppia, rilassarsi insieme al proprio partner, cercare una sessualità basata sull’amore e sulla comunicazione.  E a chi osa obiettargli che la sua è una posizione individuale ed individualista che non aggiunge nulla alle lotte delle donne per i propri diritti risponde che la conoscenza del proprio corpo rafforza il proprio potere e riesce a far emergere la forza di sostenere cambiamenti e tutto questo è politico.

Altro argomento invece si è discusso all’Università di Madeira, sempre nell’ambito del Festival letterario Nova Delphi, con Zigmunt Bauman, Rui Tavares, Tabish Khair e Antonio Scurati. Il panel  ha offerto una riflessione sui tempi che stiamo attraversando e sulle domande di senso che si sta ponendo l’umanità davanti ad una crisi che ha ormai i tratti di una ‘fine del mondo’. La lettura storica Bauman, che ha ripercorso attraverso i concetti di nazione, identità potere e politica gli ultimi cinquecento anni di storia europea, e quella letteraria e legata all’immaginario di Scurati, che ha provocatoriamente invocato ‘la fine del mondo’, hanno offerto ai tanti studenti presenti un’occasione privilegiata per ascoltare argomenti non banali e dotarsi di strumenti di interpretazione della realtà. Il sociologo e lo scrittore hanno trovato, pur partendo da una differente formazione, un ottimo terreno di intesa e siamo in attesa di prossimi round, qui previsti nei prossimi giorni, per goderci la garbata polemica di due menti davvero speciali.

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