Intervista con i Cyborgs, il gruppo venuto dal futuro. Video

ROMA – Abbiamo visto i Cyborgs, il gruppo rivelazione del panorama blues italiano, all’interno del Lepini Blues Festival di Carpineto Romano, li abbiamo inseguiti dopo il concerto prima che ripartissero per il “futuro” e in esclusiva per voi abbiamo anche tradotto l’intervista dal codice binario, il loro linguaggio preferito, dopo la musica, ovviamente…

D. Quando nascono  i Cyborgs come gruppo?  

C. Nel novembre del 2009.

D. Quali sono state le vostre influenze musicali?

C. I Cyborgs sono influenzati da tutto il Blues nero, soprattutto quello del Delta, e da tutti i derivati moderni che il Blues ha prodotto nell’arco dei decenni in particolar modo dagli anni ’30 ai ’60.

D. Offrite uno spettacolo unico, sia per la musica, che per la capacità di intrattenere il pubblico. Quanto è importante l?unione delle due cose?

C. È una cosa estremamente importante che serve nel nostro caso anche a far comprendere meglio la parte musicale, il Blues appunto, che troppo spesso viene messo da parte nel panorama stilistico musicale, e che invece è il motore e la radice di tutta la musica.

D. Perché la scelta delle maschere?

C. Non sopportiamo la luce del sole, è accecante, e abbiamo bisogno di un filtro…
Oltre a questo le maschere proteggono anche la nostra identità…

D. Com’è attualmente secondo voi, la scena del Blues-rock italiano, sia per chi fa pezzi propri, che per chi ripropone magari rivisitando, pezzi storici?

C.Il Blues in Italia è abbastanza saturo di “Stivali” e “Cappelli” che ripropongono sempre la stessa solfa… Fare il verso ai bluesman neri è qualcosa di controproducente, che non apporta nessuna innovazione ad uno stile che invece ha bisogno di evolvere, come ha sempre fatto nel corso della sua storia… Nonostante questo capita a volte di trovare artisti in Italia in grado di fare del buon blues, ma il problema resta comunque sociale. Non c’è o si è perso,in Italia,  il rispetto per l’artista e l’educazione all’ascolto. Si spera che in futuro si possa recuperare parte di queste cose…

D. Siete in tour anche in UK. E’ la prima volta che suonate lì o già avevate suonato per il pubblico inglese? Com’è andare da italiani, a suonare nel Regno Unito e proporre Blues?

C. Si, siamo già stati e torneremo di nuovo a settembre… In UK puoi respirare senza problemi aria di Blues… Molta della musica che ha cambiato la storia è nata in Inghilterra,  e questo si nota subito… Non serve essere Italiani o Americani, o Africani… In posti del genere è la musica che parla e che fa la differenza, e questo si vede anche dalle produzioni e dal livello qualitativo degli artisti che la propongono…

D. Ho avuto modo di vedervi dal vivo. Siete capaci di unire anche insieme più strumenti, di oggi, e di ieri. Quanto è importante per il suono e per quello che volete suonare, questa mistione di vecchio e nuovo, o meglio, di strumenti classici con strumenti elettrici?

C. È sicuramente una scelta che nel nostro caso è dettata dalla convinzione che la chiave del futuro risieda nel passato, e che per andare avanti bisogna guardarsi indietro…

D. Che consiglio dareste ad una giovane band che volesse farcela e venir fuori? C’è spazio sufficiente per i nuovi emergenti o più la rete (Youtube, Myspace e simili) può dare maggiore visibilità a chi vuole ritagliarsi un suo spazio?

C. Consigli ? Difficile sbilanciarsi… Sicuramente quello di suonare e produrre senza essere influenzati dal resto… Camminare su un filo senza mai guardare giù e scendere a compromessi solo quando necessario al progetto, senza interessi personali… Tutelare e non svendere la propria musica è parte importante per un artista.

D. Come inizia una vostra giornata tipo?

C. Riconsegnando le chiavi alla reception…

THE CYBORGS / Dancy  –  Video

 

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