Intervista ai Droning Maud: “La musica va respirata e sudata…”

ROMA – I Droning Maud sono un gruppo giovane, e il loro stile risente della migliore tradizione elettronica rivisitata, a cui aggiunge il loro tocco personale.

E’ da poco uscito Our Secret Code, il loro lavoro discografico, che si dimostra ottimo disco, con suoni molto particolari, dove si rintracciano sotto il comune denominatore dell’elettronica, anche altre influenze, provenienti da quelle che sono state le pietre miliari per questo gruppo italiano, molto promettente. Li ha intervistati Valentina Marchetti –

 

D. Quando avete iniziato a pensare che il vostro futuro sarebbe stato nella musica?

I. Immaginare il proprio futuro è sconveniente, l’unica cosa che conta è iniziare da qualcosa di concreto: suonare uno strumento, essere disponibili, avere ruoli definiti… Fare musica a tempo pieno non è certo cosa da deboli di cuore.

 

D. Quali sono state le vostre influenze musicali?

I. La lista è interminabile, non siamo che granelli di sabbia paragonati ai nostri artisti preferiti, eppure ognuno di loro ha qualcosa di simile a noi …l’introspezione: Radiohead, Mogwai, Sigur Rós, Sparklehorse, Low…

 

D. Quanto è difficile oggi emergere per una nuova band?

I. Un tempo il sogno di tutti gli aspiranti musicisti era firmare con una etichetta, major o indipendente, un contratto discografico. Al giorno d’oggi i “nuovi” artisti costruiscono da soli la loro carriera… basta un computer e un software. Si registra un EP, si pubblica un EP, si frequentano i blog (Twitter, Facebook, My Space), si tengono concerti. I problemi solitamente compaiono quando è necessario fare dei sacrifici.

 

D. “Our secret code”. Come nasce?

I. Le canzoni comunicano emozioni. La nostra musica e le nostre parole rappresentano chi siamo, comunicano la nostra verità. OSC è la conoscenza di sé e dei propri limiti, è la cassa di risonanza per emozioni già presenti dentro di noi… ti costringe a vedere cose che non vedresti.

 

 

D. Quanto sono importanti canali diversi rispetto ai tradizionali Bandcamp, Youtube, iTunes?

I. Con l’aiuto di internet ogni artista può far parlare si sé, entrare in contatto diretto con i fan, vendere la propria musica, ecc… Anche l’idea di un sito ufficiale può essere stimolante, naturalmente non devono rimanere gli unici strumenti utilizzati. “La musica deve essere respirata e sudata. Dovete suonare dal vivo” James Brown.

 

D. Ho ascoltato “Our secret code”,  quanto è importante  una contaminazione di più generi?

I. Le canzoni non si basano sul classico schema ritornello/strofa/ritornello/bridge/ritornello ma si avventurano per strade più complesse, l’elettronica è la regola. Il nostro modo di comporre e suonare sarà sempre influenzato dalla musica che ascoltiamo. Noi cerchiamo di aggiungere qualche ingrediente alle ricette che ci piacciono mettendoci continuamente  in discussione.

 

D. Ci dareste un’anteprima di cosa “bolle in pentola”?

I. Al giorno d’oggi ci sono milioni di band, la maggior parte di esse investono anche un bel po’ di denaro per registrare, masterizzare, stampare dischi che finiscono tristemente invenduti. Cosa bolle in pentola!? Un EP di tre o quattro canzoni ogni tre o quattro mesi e copie fisiche solo si richiesta. Essendo essenzialmente digitale, il filo conduttore sarà un tema grafico ricorrente…

 

D. Come inizia una vostra giornata tipo?

I. Step1 contattare i locali, contattare le band, trovare concerti.

Step2 preparativi, corde di ricambio, cavi di scorta, soundcheck.

Step3 cena, concerto, cachet.

Condividi sui social

Articoli correlati