Intervista ad Alda Teodorani: “ Scrivere è un viaggio per mondi infiniti…”

ROMA – Alda Teodorani, una delle più apprezzate scrittrici italiane, ha saputo spaziare dall’horror al giallo. Membro dei “Giovani cannibali”, e poi del “Gruppo 13”, si è ritagliata uno spazio esclusivo  e ha un pubblico che la segue con fedeltà  e affetto.

Dai suoi romanzi sono spesso stati sceneggiati fumetti e film. E’ la scrittrice italiana di eccellenza per lo “splatter”, genere horror ricco di speciali effetti cinematografici. Ha contribuito alla nascita del convegno Roma Noir, all’interno dell’Università La Sapienza di Roma, importante momento di incontro nel quale selezionare anche i migliori racconti Noir di emergenti,  affollatissimo di studiosi.  Di Alda Teodorani ricordiamo, tra i titoli: “Belve”, “L’isola”, “Leradici del male”, “Organi”, “Sesso col coltello”. L’ha intervistata per Dazebaonews.it Valentina Marchetti

D. Come e quando si è appassionata alla scrittura? 

A.T: Mentirei se dicessi che c’è stato un momento preciso e mentirei pure se dicessi, come fanno certuni, che fin da piccola ho sempre scritto ecc. Avevo semplicemente in testa questa figura dello scrittore che coi suoi romanzi poteva viaggiare in mondi infiniti, poi quando ho capito che potevo strutturare quei mondi in un determinato modo e pubblicare i miei lavori, lì è nata la consapevolezza!

D. Quali sono state le sue influenze letterarie,  quelle che “segnano” dentro?

A.T: Amo raccontare la mia storia di lettrice, di bambina povera che non poteva comprare libri (arrivavano giusto come regali di natale), e della biblioteca di Massa Lombarda. Nel mio romanzo “Sacramenti “questa storia, di un protagonista che passa dai diari del nonno per approdare a fare l’editore digitale, è diventata la metafora della mia vita di lettrice: tanti e diversi libri e l’amore per tutto quel che è pagina scritta, particolarmente per Poe e Herman Hesse ma anche per moltissimi altri.

D. Come trova la dimensione dell’horror e noir italiano? 

A.T: Il noir italiano nella maggior parte dei casi è finto, molte case editrici hanno collane noir ma si tratta di gialli il più delle volte, gialli di indagine. Sull’horror ci sono tante iniziative “giovani”, speriamo che crescano, è scontato dire che si tratta di generi di nicchia, che hanno un numero ristretto di lettori: nella narrativa anglosassone la cosa è diversa poiché raggiunge tanta gente di lingua inglese, mentre l’italiano è parlato da meno persone, quindi la nostra narrativa in lingua originale non si può espandere, quindi speriamo nelle traduzioni: in questo senso la casa editrice Mezzotints, che ha pubblicato il mio “Le radici del male”, ha fatto un ottimo lavoro traducendo in inglese gli horror italiani.

D. Lei quanto si sente, o si è mai sentita  una ” giovane cannibale”?

A.T: Non mi sentivo fin dall’inizio una giovane cannibale, dal punto di vista letterario io avevo già fatto tanto e cose atroci, pulp per intenderci, anche se i critici non se ne sono accorti. È giusto accostarmici perché nel bene e nel male ho fatto parte dell’antologia, cosa che non si può dire per molti scrittori che sono stati cacciati a forza nel gruppone per seguire la tendenza, ma in realtà non avevano e non avrebbero fatto niente del genere e non erano presenti nella raccolta. Mi ha procurato molti lettori che nel tempo mi sono rimasti fedeli. 

D.”Gruppo 13″ come  nasce? 

A.T: Era il 1990 e Carlo Lucarelli stava correggendo le bozze del suo primo libro. Lo conobbi tramite un amico comune (abitavamo anche vicino) e avevo in mente l’idea di una factory di scrittori di gialli e noir che si potesse proporre con più forza sul mercato editoriale, era pure una tendenza del momento, e andammo a Bologna a parlare con Macchiavelli. Così nacque il “gruppo13” dopo una riunione dove erano presenti molti scrittori e un paio di disegnatori. C’era anche Luigi Bernardi che sarebbe diventato il mio primo editore: ci conoscemmo lì. Poi per vicende personali scappai via (scappare è il termine giusto) e mi rifugiai a Roma, il gruppo proseguì senza di me. Ma nel frattempo era nata la Teodorani scrittrice. Questo è rimasto, ma anche una bella amicizia che mi lega a quelle persone, pur soltanto nel ricordo perché non ci si sente quasi più. 

D. Donna, scrittrice di horror, erotico e noir. C’è spazio oggi per le donne in questo genere?

A.T: Sì, io credo di sì. Penso che ci sia sempre stato, anzi, da quando ho cominciato a scrivere – non da molto tempo prima. Non vedo più confini, o differenze, forse sono solo ottimista, chissà. Poi ci sono risvolti nell’essere donne e scrittrici, nell’ambiente intorno, che sto cominciando a notare e che detesto, ma è un discorso lungo e complesso.

D. Qual è il libro che le è rimasto più dentro?

A.T: Decisamente Sacramenti”, perché per me è la mia opera più riuscita e complessa. Un libro che amo e al quale ho dato tanto.

D.Nei suoi racconti è sempre stata libera, ha raccontato di omicidi, stupri, violenze su donne e bambini, di sadomaso, fetish. Quanto gli scrittori sono liberi di scrivere cò che vogliono?

A.T: Sono liberi di fare tutto quel che vogliono. Se lo vogliono e se non hanno paura di poter essere relegati in un certo settore dell’editoria per questo. 

D.Digitale e cartaceo. Lei quale preferisce?

A.T. Mi piacciono entrambi, credo che siano complementari e che abbiano pure un pubblico diverso. Alcune opere le preferirei stampate su carta e altre in digitale e decisamente preferirei pubblicare i racconti in ebook e i romanzi su carta, ma per ora mi limito a esaminare le proposte che mi fanno e a cercare di scegliere per il meglio. 

D.Le hanno mai chiesto di trarre dei film dai suoi libri? 

A.D: Sì, il primo è stato Michele Soavi che si innamorò del mio “Giù, nel delirio”, poi per questioni legate alla sceneggiatura e alla produzione non se ne fece niente. Continuo a pensare che gli sceneggiatori italiani non siano proprio in grado di dare vita a certi lavori visionari come fanno gli americani, specie sul lungometraggio. Molti registi indipendenti hanno realizzato film dai miei racconti, ho da poco completato la sezione FILM del mio blog-sito aldateodorani.blogspot.it

D.Come inizia una sua giornata tipo? 

A.T: Facendo colazione, felicità immensa se riesco ad alzarmi presto e dedicarmi a scrivere o tradurre!

D. Ci svelerebbe un suo progetto?

A.T: Sto completando ora un libro che si svolge a Massa Lombarda, mio paese di origine, e che è un po’ il mio personale “Spoon river”,storia di lotta, di droga, di amici persi… Per citare la professoressa Storini, che lo ha letto in anteprima, il romanzo si svolge sullo sfondo di un decadimento che cede il posto alla modernità ma perdendo ciò che la storia e il passato ci consegna, per costruirci ciascuno la propria identità..

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