Intervista ai Perturbazione: “Sanremo è una buona vetrina”. Video

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con i Perturbazione, uno dei gruppi che abbiamo più apprezzato a Sanremo. Attualmente li potete ascoltare in tutte le radio e su Youtube con “L’unica”, uno dei pezzi più belli sia per i suoni che per il testo. Li ha intervistati per Dazebaonews.it Valentina Marchetti.

D. Quando nascono i Perturbazione?

P. I Perturbazione nascono nel lontano 1988: Rossano e Tommaso si fanno scattare una foto sotto la pioggia durante una gita. Era il periodo dei gruppi punk con il suffisso – zione ed il fratello maggiore di Tommaso gli dice: “sembrate un gruppo rock, potreste chiamarvi i Perturbazione”. Sicuramente Tommaso ha avuto dei consigli migliori nella vita ma allora decise di seguire questo.

D. Quali sono state le vostre influenze musicali?

P. Siamo in sei e le influenze sono molto diverse. Comunque siamo cresciuti negli anni ’80 tra U2, Smiths, Madonna, R.E.M., Sonic Youth da una parte e i cantautori/la canzone tradizionale italiana che ci propinavano i nostri genitori dall’altra.

D. Parliamo di Sanremo. La vostra canzone è stato un successo, come nasce?

P. La canzone nasce musicalmente dalle mani di Cristiano e doveva essere un pezzo dance strumentale con un campione di Django Reinhardt. Uno degli esperimenti alla base della scrittura di “Musica X” (il disco). Come testo nasce invece dalla penna di Tommaso e dalla prima strofa e avrebbe dovuto essere una monografia su Erika.

D. Come trovate la scena musicale italiana?

P. La scena italiana è sempre lì, dove è sempre stata. Si fa tanto parlare dei Talent Show che avrebbero rovinato la musica e dimentichiamo spesso che quando guardiamo al passato pensiamo quasi solo a Mina: un’interprete tanto quanto lo sono le eroine dei talent. Certo, se si pensa alle interpreti di cinquant’anni fa viene difficile ritrovarne tracce oggi. Se si pensa alla differenza tra una Mina (appunto) e una Caterina Caselli o Gigliola Cinquetti o Nada, si ha davanti un caleidoscopio di stili e capacità. Se ascolti oggi Alessandra Amoroso ed Emma le riconosci solo dal colore dei capelli. Per ciò che riguarda l’autorialità che sta dietro a queste interpreti, vale lo stesso discorso dei gruppi: o si è brutti e intelligenti o si è belli e scemi. Credo che anche questo possa essere archiviato nella citazione di Freak Antoni “non c’è gusto in Italia a essere intelligenti”.

D. Sanremo è ancora una buona vetrina nell’era dei talent show?  

P. Sanremo (e penso che nessun’altra vetrina possa essere associata al Festival) è assolutamente ancora una buona vetrina. Può esserci la crisi e pure il calo di ascolti ma quel che ci è tornato indietro dalla nostra partecipazione, in termini di visibilità, è ineguagliabile. Poi se si guardano le vendite è un altro discorso.

D. Quanto, secondo voi,  oggi incide in senso benefico la diffusione della musica nel web?

P. Non è cambiato molto. I social network e più in generale il web, hanno solo amplificato il senso di vuoto: se sei Katy Perry continui ad essere sempre più star, se sei il gruppettino di provincia continua a non seguirti nessun altro al di fuori della cerchia dei tuoi amici, che magari grazie a facebook è aumentata di 50 persone ma che non costituiscono un andamento sufficientemente migliorativo.

D. Ho visto tantissime date da Marzo relative ai live, quant’è importante il contatto emozionale con il pubblico?

P. Noi siamo da sempre stati molto sulla strada (con oltre 500 concerti all’attivo) e lì ci siamo fatti le ossa. Per noi è il normale modo di fare: senza tutti questi concerti non saremmo mai arrivati al primo disco e da lì a quelli successivi e da quelli a Sanremo. Guardare in faccia la gente che c’è ai concerti è tutt’ora, per noi, lo specchio della realtà, quando vedi un locale pieno di gente che suda e canta le tue canzoni ma anche quando davanti ti capitano 50 persone mal contate.

D. Raccontatemi di come nasce Musica X, il vostro ultimo lavoro discografico.

P. Quando ci siamo messi al lavoro per quel disco nuovo che poi sarebbe diventato “Musica X” arrivavamo da “Del nostro tempo rubato”, un disco volutamente lunghissimo ed in cui nulla era stato escluso. Volevamo cambiare (cosa che cerchiamo e speriamo di fare a ogni disco) e cercare di essere belli e intelligenti, raccontare nel nostro modo e con la profondità che spesso ci attribuiscono storie da vestire con abiti colorati. Da una parte abbiamo appreso che la forma è, oramai parte della sostanza; dall’altra avevamo voglia di un disco musicalmente più leggero, che si potesse ballare. Cosa per noi assolutamente inedita.

D. Qualche anticipazione di un prossimo progetto?

P. I progetti che viaggiano su binari paralleli alla discografia classica sono il sale della nostra attività. Ne abbiamo fatti diversi negli anni, come “Le città viste dal basso” o “Concerto per disegnatore ed orchestra”, la sonorizzazione di “Maciste” o l’integrale rilettura de “La buona novella ” di F. De André. Ora, per quest’estate stiamo lavorando alla sonorizzazione di un classico internazionale del cinema muto che presenteremo a Torino.

D. Come inizia una giornata tipo dei Perturbazione ?

P. Di norma accompagnando i bambini a scuola. Dopodiché Cristiano, Rossano e Alex arrivano in sala per le prove. Dopo mezz’ora arriva anche Tommaso. Dopo un’ora arrivano anche Gigi ed Elena e vanno a prendersi un caffè al bar.

I Perturbazione – L’unica

 

 

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