Circolo degli Artisti. “The death of Anna Karina”, l’urlo di Munch in musica

ROMA – Anna Karina, l’attrice-cantante, volto della nouvelle vague? Oppure Anna Kar- en – ina, l’eroina del romanzo di Tolstoj che finisce suicida? 

La prima cosa che stupisce e intriga è il nome, ci si chiede quale personaggio abbia ispirato “The death of Anna Karina”,   “La morte di Anna Karina”, band  che, dopo 5 anni di silenzio discografico,  dieci di carriera musicale, un ricambio di formazione, ha consegnato alle stampe il 18 marzo 2011  il nuovo album che segna la svolta definitiva verso l’Italiano, ‘Lacrima/Pantera’.
The Death of Anna Karina sono nati nel 2002 durante la sessione di registrazione dell’hardcore band Inedia.  E’ proprio il  titolo dell’album di esordio a dare il nome alla formazione, nello stesso anno e sotto l’egida della Heroine records. Il loro sound, che viene definito “chaos and roll”, si nutre di influenze che spaziano dai Refused agli Orchid, dai JR Ewing agli Swing Kids.
Ora immaginate cinque ragazzi, sudatissimi, brandire gli strumenti musicali sul palco illuminato, percorso da fasci azzurri e rossi,  avvolto in una nuvola di fumo, nella cantina affollatissima e suggestiva del Circolo degli Artisti a Roma, pensate all’urlo di Munch, a un possibile sottofondo di note: avrete idea della suggestione che “The death of Anna Karina”  sanno comunicare.

Perché l’urlo di Munch? Perchè il loro sound è per stomaci forti e menti  salde. Cantano incubi, violenze,  lacrime. Una vita con il coltello tra i denti. Ma arrivano momenti in cui l’urlo non basta:  “Lacrima/Pantera” è uno di questi. La composizione è uno sguardo al campo di battaglia dopo il combattimento,  gravido di dolore, silenzio e cadaveri.,  investito da tsumani di suoni, alti, disperati, come quelli che possono stordirci nella vita reale
I “The death of Anna Karina” sono stati preceduti da una esibizione de “L’altro”,  band al di fuori di regole e schemi. Irrompono musicalmente con pentagrammi che non hanno introduzione, si interrompono, spaziano, proseguono con suoni i cui accordi stridono. L’effetto è un insieme di note che ricordano l’astrattismo di certi pittori: girandole, caos di figure e colori, nonsense e simboli il cui senso sta nello sbatterti in faccia energie vitali.

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