VENEZIA – Giacomo Leopardi e Pier Paolo Pasolini. Insieme alla 71ma mostra di Venezia. E’ così tutti gli anni ma stavolta il Lido è in fibrillazione . Particolare curiosità suscitano i film italiani in concorso. Sono tre : Giovane favoloso, fanta-racconto di Mario Martone sulla breve e inquieta vita di Giacomo Leopardi (impersonato da Elio Germano) , con nel cast la sorella Paolina (Isabella Ragonese), l’amico napoletano Antonio Ranieri (Michele Riondino). Il regista Martone ha fatto una scelta che gli è congeniale: a Leopardi ha già dedicato negli anni studi e ricerche e ha già portato in teatro un felice allestimento delle Operette morali. Piacerà? Deluderà? Difficile dirlo prima di averlo visto, anche se molta critica militante si lancia innanzi tempo in giudizi avventati.
Lo stesso vale per gli altri due film italiani in concorso: Anime nere di Francesco Munzi e Hungry Hearts di Saverio Costanzo , due registi giovani che affrontano il Lido con il coraggio delle loro età. Anche se va detto che il cinema italiano di questi ultimi anni, quelle delle nuove leve, ha riscattato al botteghino anni di insuccessi dei giovani che hanno avuto la sventura di salire sulla scena dopo che ne erano appena scesi i grandi maestri di prima: i Fellini, gli Antonioni, i Rosi, i De Sica, i Comencini, i Monicelli. Non è certo colpa dei giovani arrivare dopo i grandi vecchi, ma il pubblico stenta a rispettare i ruoli, ma alla fine il tempo è galantuomo. Saverio Costanzo, ad esempio, non deve essere più definito “figlio di Maurizio” perché si è fatto apprezzare come regista non meno di quanto il padre sia diventato famoso come show-man televisivo.
Un altro film, che non è italiano all’anagrafe ma che porta a Venezia un personaggio che più italiano non potrebbe essere, è Pasolini di Abel Ferrara, interpretato nel ruolo del poeta-regista-scrittore ammazzato all’idroscalo di Ostia da uno dei suoi “ragazzi di vita” da William Defoe. Il film descrive l’ultima giornata di vita di Pasolini, con la puntualità e il rispetto per Pasolini che sorprende venga da due americani, il regista e l’interprete, tanto lontani nella vita dalla figura del poeta di Casarsa. Proprio lui che alla mostra di Venezia aveva presentato anni fa uno dei film più belli del cinema italiano degli ultimi decenni: Il Vangelo secondo Matteo.Un precedente imbarazzante per i due americani.
Con queste premesse, riuscirà il cinema italiano di oggi a far bella mostra di sé alla rassegna del Lido, certo la più impegnativa del mondo? Al festival di Cannes ti aiuta lo sciovinismo dei francesi, agli Oscar sono gli incassi mondiali che ti portano in braccio la statuetta. A Venezia, la più importate, prestigiosa, colta, ma anche imprevedibile rassegna di cinema internazionale, nessuno ti garantisce il successo a scatola chiusa. Ma è ingeneroso essere pessimisti.
Anche per il cinema italiano, che la festa cominci.