Piccioni e farfalle fanno la rivoluzione, il romanzo lanciato da Dazebaonews, ospite speciale alla festa Vengo da Primavalle

ROMA – Piccioni e farfalle fanno la rivoluzione non è solo un romanzo: ieri 5 settembre 2014, ne abbiamo avuto una conferma.  L’autore, Maurizio Mequio, invitato a presentare l’edizione online pubblicata da Dazebaonews nella Festa “Vengo da Primavalle” nel Parco Anna Bracci a Roma lo ha spiegato a un pubblico stupito e incuriosito dal testo e da ciò che gli gira intorno: “Piccioni e farfalle è un oggetto letterario non identificato, parla di Primavalle, ma ne parla come periferia, Sud del mondo, confine, come luogo da riscattare che potrebbe essere ovunque.

Il nostro progetto prende la piazzetta che hai sotto casa, quella pozza di cemento e la porta dentro al romanzo, ne fa il suo sfondo, la trasforma da non luogo a paesaggio letterario. Prende quei personaggi che se fossero protagonisti di una fiction ne determinerebbero la chiusura anticipata e ne fa degli eroi. Degli eroi solitamente invisibili che si prendono la scena: da chi si sveglia la mattina alle 6 per portare a casa 1000 euro al mese ai disoccupati, dai migranti agli occupanti, le prostitute, i giovani in crisi, insomma tutti quelli che vengono definiti brutti e cattivi o alla meglio degli sfigati. Quelli che se gli va male è colpa loro, quando la colpa non è loro affatto”. Il romanzo, che sul nostro giornale è giunto al capitolo quindicesimo, ha ricevuto delle importanti proposte editoriali per la versione cartacea. “Voglio però che la versione a puntate, l’esperimento di feuilleton contemporaneo, – ha affermato l’autore – resti disponibile sul sito che ha creduto in me, grazie al suo direttore Alessandro Ambrosin, questo perché credo che la gratuità della cultura sia doverosa oggi. Ognuno ha il diritto di leggere quello che vuole e aggiungo di parteciparne alla scrittura, all’esibizione, al suo attraversamento. Grazie a Dazebao abbiamo costruito una comunità di lettori che è andata crescendo in maniera inaspettata e incontrollata. Sono seguiti i sostegni degli artisti con i quali si è sviluppata la crossmedialità del progetto. Dei fotografi hanno iniziato a scattare per le vie di Primavalle, tra questi Alessandro Schiariti ha prodotto un grande reportage dedicato ai luoghi raccontati da Mequio – anche il reportage è edito online dal nostro giornale in apertura e in appendice di ogni puntata di Piccioni e farfalle – che sta partecipando a diversi concorsi e che cercherà spazio nei grandi musei come il Macro o il Maam. Dei musicisti di professione riuniti attorno a una scuola di musica del Municipio XIV, la Scuola di Musica Charleston, Gabriele Morcavallo, Salvatore Masucci e Matteo Montaldi hanno iniziato una ricerca musicale per la realizzazione di una colonna sonora del testo, ma anche uno studio sui grandi musicisti che hanno segnato la storia di Primavalle, tra questi primo tra tutti Massimo Urbani, di cui un sondaggio proposto dalla Pagina Facebook del romanzo ha premiato una sua interpretazione di “The summer knows” eleggendola a inno del quartiere. Ieri in un pomeriggio strappato alla pioggia, in un parchetto della periferia romana intitolato ad Anna Bracci, al tramonto Mario Mei, attore della compagnia teatrale Non Tanto Precisi, e l’autore di Piccioni e farfalle fanno la rivoluzione, Maurizio Mequio, hanno letto degli stralci del testo in una bella festa di quartiere “Vengo da Primavalle”, una festa che sta riscuotendo un grosso successo a livello di presenze e che dimostra la non liquidità della collettività primavallina, la sua voglia di stare insieme. La presentazione in questo contesto si è sviluppata in una modalità sconosciuta da queste parti. I tre musicisti che sostengono Piccioni e farfalle hanno creato dei sottofondi musicali avvolgenti, fisarmonica, chitarra e percussioni hanno trasformato l’atmosfera del posto in quella di Mont Martre e mentre al maxischermo scorrevano le foto in bianco e nero di Alessandro Schiariti, le due voci leggevano di eroina, di benzinai, di case popolari e di felicità, passando dal romanesco al linguaggio poetico, come a sintetizzare la trama del libro: un cammino verso il linguaggio, una rivoluzione fatta da un gruppo di sbandati che viene a contatto con la poesia. Ha concluso Maurizio Mequio: “Lavorare sull’immaginario di un luogo da dei frutti se lo si fa insieme, dei frutti che ne possono cambiare la storia. Riunirci non solo per ridere di un comico di Zelig, ma per fare cose che hanno a che fare con la cultura è la soluzione. Attraverso il linguaggio possiamo parlare dei nostri problemi, risolverli e fare una vera rivoluzione. Perché nessuna cosa è, dove la parola manca”.

Con grande soddisfazione seguiremo i prossimi eventi di presentazione del romanzo, che si potrà continuare a leggere online sul nostro giornale, in attesa della versione cartacea che speriamo di poter trovare il prossimo Natale sotto l’albero.

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