Poesia. “Le stagioni dell’anima femmina” di Patrizia de Vita: il “futuro femminile ha un cuore antico”

ROMA – Vincitrice della V edizione del premio “Pensieri d’inchiostro”, promosso da Giulio Perrone editore, è la raccolta di poesie “Le stagioni dell’anima femmina” di Patrizia de Vita. Giovane signora che vive a Roma, lavora in ambito legislativo e si dedica all’arte: in particolare alla scultura e alla poesia. I suoi versi sono pubblicati in numerose antologie e riviste letterarie. La silloge “geografia dell’impossibile” è edita nell’antologia “Il sé, la poesia, il mondo”. A “scuola di scrittura da Dante” a cura di Letizia Leone, Perronelab.

“Le stagioni dell’anima femmina”  sono le stagioni intimistiche impresse nelle ore della nostra vita, raccontate da una voce femminile che si interroga, seguendo archetipi arcaici, sul senso dell’esistere e sulla fugacità del nostro passaggio. Nella scorrevolezza, melodiosità e semplicità metrica, ci si può immedesimare rivivendo emozioni e situazioni che sono universali. L’aggancio a simbolismi classici e remoti serve a fissare quanto “il futuro” femminile abbia “un cuore antico”; stabilisca come il respiro del tempo attraversi l’animo della donna con piccole variazioni sul tema che, proprio per questo, lo rendono affascinante e complesso. Nei versi di Patrizia de Vita, che pure cantano di momenti attuali e quotidiani, si agita quella forza mitologica che trae nutrimento dalla memoria collettiva. “Le stagioni dell’anima femmina” sono il racconto intimo di una donna che offre il proprio delicato e indomito vissuto interiore, denudandosi di orpelli e coperture , suggerendo chiavi di lettura a tutte le altre donne. Leggendo le poesie di Patrizia de Vita ci si potrà meglio identificare, chiarire, arricchire, decifrando quei nessi che a volte sfuggono, lasciando interrogativi senza tempo e senza latitudine. Una per tutta parla questa composizione moderna, scandita in una routine che ci accomuna, ma dove tutto accade, come da secoli, appassionata, profonda quali sono le cose generate da vero pathos.

Amore avariato

Non avrei dovuto essere
badante del tuo cuore
e rincorrere illusioni
fra eterne assenze
e ineffabili presenze
nelle notti avariate e livide
fino a spezzare l’alba.
Così aspetto il giorno
in attesa di un fiato dolce
come di bacio serrato in gola.
E ancora sola
mi aggrappo ai tuoi frammenti,
a ciò che resta di un cuore slabbrato,
di un’anima strappata
dalla tua carne che impreca
e poi m’acceca.
Sollevo costrizioni
svincolata,
con un pensiero forte
che contende,
nei numerosi sì
e incandescenti no,
la dolce mia vendetta
che rende un cuore freddo
la mia preda.

Patrizia de Vita
Le stagioni dell’anima femmina
Giulio Perrone editore
Euro 11,00

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