Venezia 72. Due nuovi titoli e in sala Darsena l’apertura di Orizzonti

VENEZIA – Due nuovi titoli completano il programma della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Tharlo (Orizzonti) è un film diretto dal regista tibetano Pema Tseden, tratto da un racconto scritto dal regista stesso. Girato nella regione tibetana del Qinghai, il film vede protagonista un giovane pastore, un uomo semplice la cui grande ambizione è “servire il popolo”. Il suo arrivo in città e l’incontro con una ragazza lo porteranno però a perdere le proprie illusioni. Il ruolo del protagonista Tharlo è affidato all’attore tibetano, poeta e musicista, Shidé Nyima.

I ricordi del fiume (Fuori Concorso) di Gianluca e Massimiliano De Serio è un documentario che racconta il platz, una grande baraccopoli in cui vivono oltre mille persone di diverse nazionalità, situata sugli argini del fiume Stura a Torino. Il luogo è stato recentemente oggetto di un grande progetto di smantellamento e conseguente trasferimento di parte delle famiglie in case normali. I ricordi del fiume racconta la vita di questa baraccopoli nei suoi ultimi mesi di esistenza, tra lacerazioni, drammi, speranze, vita.

Si annuncia inoltre che il film d’apertura della sezione Orizzonti è Un Monstruo de mil cabezas (A Monster with a Thousand Heads) di Rodrigo Plá (Messico). Il film verrà proiettato mercoledì 2 settembre alle ore 16.30 in Sala Darsena. Adattamento del romanzo di Laura Santullo, Un Monstruo de mil cabezas (A Monster with a Thousand Heads) racconta la storia di una donna esasperata da una compagnia di assicurazioni corrotta e negligente, che la costringe a ricorrere alle soluzioni più disperate per ottenere le dispendiose cure di cui suo marito – malato di cancro – ha bisogno.

Note biografiche

Pema Tseden è un regista, scrittore e sceneggiatore tibetano nato nel 1969 nella regione del Qinghai (Cina). Tutte le sue opere trattano la dimensione contemporanea della cultura tibetana, tra tradizione e globalizzazione. I suoi romanzi sono stati tradotti in inglese, francese e tedesco. Dopo essere stato il primo studente tibetano alla prestigiosa Beijing Film Academy, ha girato nel 2004 il suo primo film, The Silent Holy Stone (2005), ambientato nelle aree della sua infanzia, su un giovane monaco buddista che, dopo una visita alla famiglia, non riesce più a liberarsi del fascino della televisione. Il film, sorprendente e ironico, vince numerosi premi come miglior regista esordiente nei principali festival asiatici. Il suo secondo lungometraggio, The Search (2009), è selezionato in Concorso al Festival di Locarno e, come anche il successivo Old Dog(2011), vince numerosi premi ai più importanti festival asiatici. Con Tharlo partecipa per la prima volta alla Mostra del Cinema.  

 

Gianluca e Massimiliano De Serio sono nati a Torino nel 1978. Lavorano insieme dal 1999 e negli anni hanno diretto cortometraggi, documentari e realizzato installazioni che hanno partecipato ai più importanti festival di cinema nazionali ed internazionali e a diverse mostre. Grazie ai loro primi cortometraggi, Maria Jesus (2003), Mio fratello Yang (2004), Zakaria (2005) e L’esame di Xhodi (2007), i due registi ottengono importanti riconoscimenti tra cui tre Nastri d’Argento (2004, 2005, 2006). Nel 2010 girano Bakroman, documentario che racconta la vita di strada dei ragazzi di Ouagadougou, in Burkina Faso. Il film vince il premio come Miglior documentario italiano al 28° Torino Film Festival. L’esordio nel lungometraggio di finzione arriva nel 2011 con Sette opere di misericordia, che racconta la vita di Luminita, un’adolescente clandestina pronta a tutto per la propria sopravvivenza, e del suo incontro con Antonio, un anziano signore prossimo alla morte. Il film è in concorso al Festival di Locarno. Gianluca e Massimiliano De Serio sono attivi inoltre nell’arte contemporanea: alle loro opere sono state dedicate numerose mostre personali e collettive.

Prima di esordire nel lungometraggio, Rodrigo Plá (Messico) ha scritto e diretto cinque cortometraggi tra cui Novia mía (1996) e El Ojo en la nuca (2001), quest’ultimo con Gael García Bernal e ambientato durante la dittatura militare nell’Uruguay degli anni Settanta. Nel 2007 Plà dirige il suo primo lungometraggio, La Zona, incentrato su un quartiere residenziale di Città del Messico, circondato da una muraglia e sorvegliato da poliziotti per evitare l’assalto della popolazione delle bidonville circostanti. Il film riceve il Premio Luigi De Laurentiis per la miglior opera prima alla Mostra di Venezia e il FIPRESCI al Festival di Toronto. L’opera successiva, Desierto adentro, un dramma religioso del 2008, vince ben sette premi al Guadalajara International Film Festival e otto Ariel Awards. Nel 2010 partecipa al film collettivo Révolution, presentato quell’anno al Festival di Cannes all’interno della sezione Semaine de la Critique.

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