Lirica. Intervista alla mezzosoprano Irene Bottaro

La direttrice artistica del concorso lirico internazionale Jole De maria risponde alle nostre domande


Irene Bottaro, direttrice artistica del Concorso lirico internazionale Jole De Maria, avete appena lanciato il bando della quarta edizione, ci svela quali sono le novita’ di quest’anno? Chi e’ ammesso al bando?

Il Bando prevede la possibilità di partecipazione a tutti cantanti che abbiano compiuto i 18 anni d’età. La decisione di non mettere ulteriori vincoli d’età, nasce da una scelta ponderata. Vogliamo dare l’opportunità a tutti i cantanti di potersi esprimere liberamente indipendentemente dalla loro età. Un messaggio che possa far capire come la musica non abbia confini temporali. Il bando tra le altre cose prevede che qualsiasi giurato che abbia rapporti con uno dei candidati debba farlo presente immediatamente ed astenersi dal voto. Tutte le informazioni si trovano sul sito ufficiale del Concorso, www.concorsoliricojoledemaria.eu

Uno dei compiti della direttrice artistica di un concorso lirico e’ la scelta dei membri della Giuria. Ci racconta la giuria di questa edizione?

Ogni anno la Giuria viene selezionata dopo attente osservazioni di carattere musicale e, ovviamente, anche in base agli impegni delle personalità coinvolte. Sono varie edizioni che, da direttrice artistica, chiedo a Giuseppe Sabbatini di far parte della nostra giuria ma ogni volta il Maestro purtroppo non si è potuto liberare nei giorni di Concorso. Finalmente quest’anno siamo riusciti, con quasi un anno di anticipo e con grande onore, ad averlo con noi come Presidente! Insieme a lui saranno presenti due agenti di fama internazionale come Marco Impallomeni e Tonino Carai. Il primo ha già partecipato a due edizioni del Concorso con grande professionalità e simpatia mentre Tonino Carai , al quale sono legata da una forte amicizia da anni, ci onora della sua presenza per la prima volta. Stefano Valanzuolo e Florin Estefan hanno accettato di collaborare in giuria con immediata energia e serietà. Una squadra insomma di altissimo livello e di sicura competenza. Ciò che più colpisce nelle personalità coinvolte , è proprio la disponibilità a far si che il Concorso sia un’esperienza formativa per i cantanti e che possa dar loro future possibilità lavorative.

Una delle peculiarita’ del Concorso Jole de Maria e’ quella di mettere a disposizione gratuitamente per le cantanti truccatrici e parrucchieri, un modo per far entrare meglio le cantanti nei personaggi? Quanto e’ importante l’estetica nella performance di un cantante lirico?

La possibilità che offriamo ai cantanti di usufruire dei nostri truccatori e parrucchieri, è un piccolo ma significativo tassello che aggiungiamo per mettere a proprio agio i concorrenti e in qualche modo, un messaggio di solidarietà per l’impegno sia artistico che fisico che andranno a compiere.033er454.jpg

Quali sono, nella sua esperienza di questi anni del Concorso, le arie scelte maggiormente dai cantanti e perche’ secondo lei? Quali cantanti si iscrivono in maggiore quantita’ e perche’ secondo lei?

Il nostro Concorso ha visto l’avvicendarsi di cantanti di tutte le nazionalità mondiali! Molti italiani per fortuna …. Oltre all’Italia, le nazionalità più numerose sono state quella coreana e quella russa. Le arie maggiormente interpretate sono quelle del grande repertorio operistico sopranile anche se per fortuna i nostri cantanti si sono dimostrati eclettici e curiosi interpretando anche arie di autori come Bernstein o Stravinskij.

Come lei ha appena citato, si assiste sempre piu’ nei concorsi lirici alla presenza di cantanti provenienti dal sud-est asiatico, perche’ questo dato?

Nei Concorsi internazionali la grande presenza di cantanti provenienti dal sud est asiatico, in maggioranza, come dicevo, coreani, è determinata dal fatto che molti di questi artisti compiono in Italia gli studi finali per perfezionare la pronuncia e per acquisire lo ‘spirito italiano’ che nell’opera lirica rende unica l’interpretazione conferita alle arie cantate. Come nei secoli precedenti, per quanto riguarda le altre arti, l’Italia ha sempre rappresentato una meta culturale (si pensi al famoso “Prix de Rome” per i pittori seicenteschi), tappa quasi obbligatoria che consentiva una totale formazione artistica. Si poteva in questo modo venire a stretto contatto con l’anima della cultura italiana che si fondeva con le capacità tecniche acquisite in madre-patria. Ai giorni nostri, i cantanti asiatici arrivano in Italia con una grande formazione tecnico-musicale alla quale però manca lo ‘spirito italiano’. Con i loro soggiorni, i cantanti assimilano la pronuncia e il bel canto italiano tornando così a casa arricchiti e completi.

Quanto e’ diffusa la passione della lirica tra i giovani? Quali sono le opportunita’ per un giovane che vuole intraprendere questa carriera artistica?

Purtroppo la passione per la musica classica in Italia viene sempre meno alimentata sia dalla formazione scolastica che dalla società. Nel mio percorso artistico, durante l’insegnamento alle medie, proponendo dei concerti al Parco della Musica, mi è capitato di chiedere se i ragazzi sapessero cosa è un archetto. La risposta è stata: l’archetto? è … la pizzeria sotto casa!!!! A conforto di questo desolante scenario mi sento tuttavia di affermare che, seppur vessate e maltrattate, la bellezza e la magia della musica classica sinfonica ed operistica ancora riescono a vivere e ad emozionare, inondando con la loro sottile tenacia la nostra mente ed il nostro animo e rendendo la vita più bella.

DazebaoNews ringrazia Carlo Dutto 

 

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