Max Jacob, genio e martire

MILANO –  Mi è capitato fra le mani il catalogo delle opere pittoriche di Max Jacob (Quimper, 12 luglio 1876 – Drancy, 5 marzo 1944), francese, ebreo, omosessuale, genio. Un artista completo: pittore, poeta scrittore, filosofo. Quando l’ombra della svastica gettò nel buio l’Europa, Max e la sua famiglia ne furono annientati.

Suo fratello fu deportato nel campo di morte di Auschwitz. Anche la sorella Mirthé-Léa e il marito di lei morirono nei campi di sterminio. Il 24 febbraio del 1944 l’artista, che aveva vissuto fino a quel giorno in clandestinità, fu arrestato dalla Gestapo e chiuso nella prigione di Orléans. Di lì, fu deportato nel campo di Drancy, in attesa del viaggio verso Auschwitz. Max Jacob, tuttavia, distrutto dagli stenti e da una malattia respiratoria, morì prima del trasferimento, il 5 marzo 1944.   

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