Vittoriano. Cezanne e gli artisti italiani del primo ‘900

ROMA – Paul Cèzanne non mise mai piede sul suolo italiano durante la sua sterminata carriera conclusasi nel 1906 eppure, ad un anno dalla sua dipartita, iniziò ad essere apprezzato ed universalmente riconosciuto da moltissimi artisti della nostra penisola come esempio di modernità, espressa in uno stile decisamente unico, condito da personali filosofie sul rapporto tra uomo-natura-oggetti e sulla relazione tra colore e forme.

Nessun museo italiano chiese mai di acquisire le sue opere ma, per fortuna, fu proprio un articolo di Ardengo Soffici, anche curatore della prima mostra italiana dell’impressionismo (1908), ad accorgersi di lui, mettendo particolarmente in rilievo la complessità ed originalità del suo percorso artistico e, in primis, delle idee innovative. Se pensiamo che molte di esse scaturirono da una totale immersione nel verde della campagna provenzale, dove – nei pressi di Aix e tuttora visitabile – risiedeva il suo atelier visitato dagli stessi colleghi italiani, non stupisce che gran parte della produzione cézanniana, specialmente le opere della maturità, scaturiscano dai sentimenti “di getto” rivolti alla natura circostante, dove ogni dettaglio vive di luce propria, non in continuo divenire, ma nel suo essere “qui e ora”. Compito dell’artista è dimenticare il passato e dipingere a seconda di ciò che l’occhio coglie: solo così si rivela la propria personalità. 

 

Questa concezione e filosofia di vita accompagna Cézanne nei vari momenti della sua carriera, producendo a volte momenti di “non finito” in pennellate rapide ed astratte (come ad esempio il celebre “Mont de Cengle”) , altre volte maggiore attenzione ai dettagli o alle luci di un particolare contesto (le “nature morte” che contagiarono inevitabilmente, alla pari dei paesaggi della memoria, l’essenzialità geometrica di Giorgio Morandi, il “realismo magico” di Antonio Donghi e il naturalismo emotivo di Carlo Carrà). Anche il colore, nelle sue tecniche di riproduzione come nella filosofia dell’unità compositiva (ovverosia il richiamo di una stessa tonalità nel dettaglio di un ritratto in primo piano e nello sfondo che lo incornicia), è maestro di espressione: lo si nota nel ciclo delle (e dei) “bagnanti”, e delle varie tipologie di nudo che tanto influenzarono le figure umane di Fausto Pirandello o Felice Casorati, sebbene in contesti e ragionamenti diversi, ma anche – seguendo le sue stesse affermazioni, nelle tecniche per riprodurre pittoricamente l’aria (elemento indispensabile nei suoi “en plein air”). Il rapporto tra volume, profondità e luce fu poi indubbiamente la costante che trascinò artisti come Capogrossi, Boccioni, Severini, Sironi, Melli e De Pisis verso una geometria a volte futuribile, a volte cubista: lavori e capolavori dalle connotazioni originali, riflesso del vigore delle singole personalità, oltre che specchio di specifici aspetti della nostra storia culturale, ma –  e questo è il senso dato da questa mostra al Complesso del Vittoriano – sicuramente intrisi di matrici ed “impressioni”cézanniane. 

Alla fine, o meglio all’inizio del percorso, ci sta tutto il tributo pittorico all’amico Paul da parte di Felice Trombadori: il suo “Paura della pittura” è un modo di omaggiarlo e ricordarlo, ma anche di continuare a “respirarlo” attraverso personali scelte stilistiche.  L’esposizione, curata dalla storica dell’arte Maria Teresa Benedetti e visitabile fino al 2 febbraio), consta di ben 100 opere, vantando la collaborazione e il supporto di numerosi musei di grande prestigio (da Parigi a São Paulo, da San Pietroburgo a Melbourne, etc etc) ed arricchendosi del contributo di rari materiali iconografici ed epistolari – dalle fotografie di Cézanne giovane conservate nella sua casa natale di Aix en Provence alle lettere scritte a mano provenienti da collezioni private, prestigiose Fondazioni ed archivi di Stato. Mostra da non perdere per un motivo primo fra tutti: cogliere, osservando, le relazioni, i contagi e le contaminazioni del pensiero artistico in evoluzione…

 

 

CÉZANNE E GLI ARTISTI ITALIANI DEL ’900 

a cura di Maria Teresa Benedetti

Comitato scientifico composto da Denis Coutagne, Rudy Chiappini e Claudio Strinati. 

Coordinamento generale: Alessandro Nicosia.

Roma – Complesso del Vittoriano

Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)

5 ottobre – 2 febbraio 2014

Costo del biglietto: € 12,00 intero; € 9,00 ridotto

Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.00; domenica 9.30 – 20.30

La biglietteria chiude un’ora prima

Per informazioni: tel. 06/6780664;   www.comunicareorganizzando.it/” www.comunicareorganizzando.it

Prevendite: 892.982;   http://www.listicket.it” www.listicket.it

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