Anche la caccia ai fantasmi, alla Venaria di Torino

“Qualcosa” abita la Reggia? Acchiappa fantasmi al lavoro nella città esoterica. I casi famosi di Rol e di Nietzsche.

Un cacciatore di fantasmi alla Reggia di Venaria di Torino, in una fotografia comparsa su “La Stampa”

La Reggia di Venaria Reale di Torino è abitata? Ebbene, forse sì: di notte si sentono voci, strani suoni, sussurri, e ci sono zone dell’edificio dove qualche imprecisato fenomeno altera persino il normale funzionamento di una macchina fotografica. È quanto racconta Gianni Giacomino su “La Stampa”, che ha chiacchierato con i gostbusters, gli “acchiappa fantasmi, intenti a perlustrare ogni angolo della Reggia. Certo, prove scientifiche è difficile ottenerne; ma l’Epas, l’Istituto nazionale ricerca e studio fenomeni paranormali, porta avanti approfondite indagini che, magari, potrebbero trasformare la Venaria in una vera e propria casa degli spettri.

Torino, Venaria Reale, la Galleria di Diana

Aria misterica. Del resto, a ben vedere non stupisce poi tanto: Torino è la capitale riconosciuta dell’esoterismo, patria di Gustavo Adolfo Rol (1903-1994), famoso sensitivo tra i più controversi d’Italia (ma anche tra i più seguiti: frequentato dagli Agnelli, da Fellini, Zeffirelli, da Romiti) nel XX secolo. E poi, come dimenticare che qui, il celebre filosofo Frederich Wilhelm Nietzsche (1844-1900) impazzisce? La prima manifestazione della follia, che non lo lascerà mai più: per strada, bacia un cavallo.

Paranormale. Registratori ad alta sensibilità, “scat camera” che, appunto, scattano quando avvertono movimento, apparecchi che captano infrasuoni e ultrasuoni non percepibili dell’orecchio umano: con l’aiuto di questi indispensabili strumenti, gli otto gosthbusters dell’Epas si muovono silenziosi tra le sale ricche di ritratti e tante opere d’arte, e le scale della Reggia. Sono venuti a conoscenza delle presenze perché dei medium hanno sentito “qualcosa”; così, perlustrano. Si dividono in squadre e controllano ogni cosa, persino parlando ad alta voce con i presunti spiriti, della serie «se ci sei, batti un colpo».

Il sensitivo torinese Gustavo Adolfo Rol

Un esempio. Dicevamo della reflex disturbata: «Vede, tutte le altre foto sono venute bene. Quella scattata qui è disturbata. C’è qualcosa», racconta alla “Stampa” uno dei “cacciatori”, Pippo Ferrara. E comunque, vale sempre la pena di approfondire: «Su mille segnalazioni ce n’è una buona. E lì ti assale la paura», continua Ferrara.

Percorsi serali. Già lo scorso anno, nel 2013, in vista dell’estate, la Venaria ha organizzato visite dalle sette di sera a mezzanotte, cene e concerti, dal giovedì alla domenica. Adesso però, l’offerta è più succulenta. Vuoi mettere una bella visita nottetempo che, tra le magnificenze della Reggia, permette di avvertire anche fenomeni paranormali?

Più siamo, meglio stiamo. «Stiamo lavorando per organizzare delle visite serali. Partiremo nei prossimi mesi», afferma il direttore del Consorzio, Alberto Vanelli, sul quotidiano. «Io non credo ai fantasmi, sono molto razionale; ma se ci sono delle presenze, sono contento».

Frederich Wilhelm Nietzsche già impazzito

Il sensitivo. Per Rol, «ogni cosa ha il proprio spirito», nel quadro di una visione del mondo pervaso di una «armonia universale»: è ciò che lui chiama “animismo antropocentrico”. Testimonianze e resoconti dei cronisti del tempo parlano di un uomo incredibile, fuori dal tempo, apparentemente dotato di poteri come telepatia, chiaroveggenza, precognizione, bilocazione, traslazione, viaggi nel tempo, levitazione, guarigioni, elasticità del corpo, telecinesi, materializzazione e smaterializzazione di oggetti, attraversamento di superfici, e che vive una vita riservata, immerso nella ricerca della conoscenza. Non tutti, come è comprensibile, credono ai suoi “poteri”.

Il filosofo. E poi c’è Nietzsche, che vive a via Carlo Alberto, angolo via Battisti, dove scrive l’Ecce homo. Dopo aver baciato quel cavallo, l’amico Jacob Burckhardt, storico d’arte svizzero, lo riporta in Germania, e lui sale sul treno urlando canzoni napoletane; quand’era ancora in sé, di Torino scriveva: «È l’unica grande città che mi piaccia; la quiete aristocratica è impressa su ogni casa; che piazze austere, solenni».

La citazione. Qui Giorgio De Chirico (1888-1978) realizza alcune delle Piazze d’Italia, e nel 1939, di Torino scrive: «La città più profonda, più enigmatica, più inquietante non solo d’Italia ma di tutto il mondo; una bellezza difficile da scoprire; talmente difficile che al di fuori di Nietzsche e me stesso, non conosco nessuno che finora se ne sia occupato».

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