Piero Manzoni. A Palazzo Reale dal 26 marzo la retrospettiva

MILANO – Si aprirà domani al Palazzo Reale di Milano la grande retrospettiva ‘Piero Manzoni 1933-1963’, dedicata appunto a uno degli artisti più geniali, inventivi, irriverenti e provocatori dell’arte italiana del secolo scorso.

La mostra sarà visibile fino al 2 giugno, nella città che non gli diede i natali, essendo Manzoni nato a Cremona, ma dove l’artista trovò terreno fertile per dare impulso vitale alla sua arte radicale e controversa. Saranno 130 le opere esposte (dagli Achomes fino alla Merda d’artista) che racconteranno la breve carriera artistica di Manzoni, scomparso prematuramente a soli trent’anni per un’infarto. 

Insofferente a ogni condizionamento accademico Manzoni, con instancabile spirito creativo e provocatore, riuscì a rompere ogni canone artistico, con la volontà di esprimere ‘l’inesprimibilità dell’arte stessa’. Impiegando materiali insoliti (cotone, spugne, pane…) fu precursore di una certa ‘pittura oggettuale’, come pure dell’arte povera, ma anche anticipatore di alcune correnti concettuali. “Non c’è niente da dire, c’è solo da essere, solo da vivere”, ripeteva Manzoni, considerando il quadro finito una sorta di contenitore di colori compressi e significati innaturali.  Del ’57 sono gli Achromes, i quadri bianchi sulla cui superficie si addensano materiali di varia natura. Mentre nel ’60 cominciano le sperimentazioni e le  operazioni ‘dadaiste’ e spaesanti tese a demistificare il concetto di arte. Basti pensare alla creazione della linea continua della lunghezza di un chilometro arrotolata su se stessa, inserita all’interno di una scatola di legno, o quando presentò le ormai celebri  scatolette sigillate di ‘merda d’artista’, o il palloncino di gomma sgonfiato contente ‘il fiato d’artista’.  E’ l’artista dunque che con intenzionalità ironica conferisce artisticità all’oggetto. Con lo stesso spirito Manzoni nel ’61 firmava i corpi di alcune modelle, trasformandole nel momento stesso dell’esecuzione della firma, in opere d’arte.

La mostra è realizzata nell’ambito della Primavera di Milano. Il catalogo della mostra è edito da Skira e  nella collana SMS Skira Mini Saggi, sarà disponibile anche una Breve storia della merda d’artista firmata da Flaminio Gualdoni.

Orari: lunedì 14,30-19,30; da martedì a domenica 9,30-19,30; giovedì e sabato 9,30-22,30.

La biglietteria chiude un’ora prima. Costo del biglietto 12.50 euro

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