Salva l’arte con la street art: la strana “alleanza”

Giulia Rollo, presidente di LinkedARTS: «Chi dona fondi per il restauro riceverà un’opera di Lucamaleonte»

ROMA – Save Art With Street Art, salvare l’arte (antica) con l’arte di strada. Per restaurare i due dipinti murali di Girolamo Siciolante da Sermoneta (1521-1580) conservati nella chiesa di Santa Maria della Pace a Roma, l’associazione culturale LinkedARTS ha ideato un progetto di reward crowdfounding del tutto particolare. Le tre giovani restauratrici romane Daria Montemaggiori, Alessandra Risolo e Giulia Rollo hanno coinvolto, infatti, lo street artist capitolino Lucamaleonte per ricompensare chiunque contribuisca al restauro con un souvenir davvero accattivante. Se la campagna andrà a buon fine, chi ha versato una donazione riceverà così in cambio proprio i dipinti di Sermoneta, reinterpretati in chiave di street art da Lucamaleonte in serigrafie o poster. Giulia Rollo, presidente dell’associazione, racconta il progetto ad “ArteMagazine”.

Dare un’opera d’arte a chi contribuisce a salvarne un’altra, come nasce l’idea?
«Questo progetto rappresenta la nostra prima avventura di crowdfounding, ma non ci piaceva l’idea di organizzare una campagna in cui i donatori dessero soldi a fondo perduto, come normalmente avviene nel caso dei restauri. Così ci siamo interrogate sulla possibilità di offrire ai possibili benefattori una “ricompensa” non soltanto simbolica, ma anche accattivante, moderna, qualcosa che si potesse rivalutare nel tempo, come appunto un’opera d’arte contemporanea».

Nel progetto c’è l’incontro tra l’arte antica e l’“ipercontemporaneo”, la street art, come vi è venuto in mente?
«L’arte urbana è una forma artistica che sta crescendo a livello di pubblico, e noi tre la amiamo. In più è una delle cifre caratteristiche della mia generazione, ho 33 anni: l’abbiamo vista nascere, soprattutto a Roma. E poi sta crescendo a livello di pubblico, riesce a raggiungere un numero molto ampio di persone, che è poi lo scopo del crowdfounding; coinvolgendo non solo agli addetti ai lavori, ma anche un insieme di persone che oltrepassasse i confini di Roma e dell’Italia».

Perché Lucamalente?
«Conosco la street art romana e già sapevo come muovermi. Ma cercavamo lo street artist più indicato, che a partire dai dipinti da restaurare realizzasse delle opere non soltanto sul figurativo – Luca ha un ampio repertorio di animali – ma che si concentrasse anche sull’arte antica e la sua reinterpretazione. E abbiamo trovato e scelto lui che, con tanta esperienza sia in Italia che all’estero, tra l’altro è anche un restauratore».

Perché avete scelto proprio i due dipinti di Sermoneta a Santa Maria della Pace?
«Avevamo in mente di attuare un progetto del genere e lo abbiamo presentato alla sezione Arte sacra del Vicariato di Roma, poi siamo state intercettate dalla Soprintendenza speciale per il PSAE e per il Polo museale di Roma, che ci ha indirizzate verso Santa Maria della Pace. Con Lucia Calzona, della soprintendenza, abbiamo convenuto che, data la l’importanza della chiesa, gioiello architettonico famoso soprattutto per la facciata barocca realizzata su progetto di Pietro da Cortona e perché conserva le celeberrime Sibille dipinte da Raffaello intorno al 1515, bisognasse dare la priorità a un intervento strutturale sui due dipinti del manierista Sermoneta».

Che problemi presentano le due opere?
«Originariamente erano dei dipinti murali, poi staccati e ricollocati su un supporto flessibile non idoneo alla loro conservazione, che è necessario sostituire. Le opere versano infatti in pessime condizioni conservative, con strati di patinature e ridipinture che offuscano le cromie originarie e numerosi distacchi presenti diffusamente sull’intera superficie pittorica. Bisogna procedere immediatamente: prima di tutto cambiare il supporto delle opere e pulire la superficie, poi rimuovere i materiali utilizzati per la spolveratura in un intervento del 2000, e sostituirli con sostanze che fermino il distacco della pittura. Inoltre, intervenire sulle opere significherà anche studiarle e datare l’intervento precedente, quello che ha trasferito i dipinti su supporto mobile: non sappiamo quando sia avvenuto, anche se di certo si tratta di un passato lontano, perché ormai si sa che interventi di questo tipo sono deleteri, non si fanno più. Se il progetto dovesse andare in porto, prima del restauro procederemo con indagini propedeutiche: le schede della soprintendenza non riportano dati specifici sull’intervento del 2000, quindi non sappiamo la natura chimica dei materiali utilizzati».

Quanti soldi servono perché il progetto parta?
«Servono 28 mila euro. È uno start-up budget, e se non arriviamo a questa cifra il progetto non partirà. Finora, a 20 giorni dall’inizio della raccolta, siamo arrivati a 5.000 euro. Ci serve l’aiuto di tutti».

Save Art with Street Art è su una piattaforma di crowdfounding internazionale, http://it.ulule.com/restauration-rome/

Condividi sui social

Articoli correlati