Picasso. Eclettismo di un genio a Sorrento fino al 12 ottobre

 

Sarà aperta fino al  12 ottobre 2014 la rassegna dedicata all’artista spagnolo intitolata: ” Picasso. Eclettismo di un genio”, presso Villa Fiorentino nel comune di Sorrento

La mostra, organizzata da Gino Fienga di ‘con-fine Arte e Cultura’, Mariastella Margozzi, Direttrice del Museo Boncompagni Ludovisi di Roma, Claudia Casali, del Museo Internazionale delle ceramiche di Faenza, ospita più di 240 incisioni grafiche e 25 ceramiche che accompagnano nelle sale la serie di opere disposte in ordine cronologico.

L’intento è quello di ricreare il percorso artistico del maestro, dalla giovinezza fino alla maturità, attraverso una selezione di “opere uniche” quali : “ le Cocu magnifique”, “Venti poemi di Gongora “, “La celestine”, “Barcelona suite”.

Ancora una volta, dopo il successo dello scorso anno con una rassegna dedicata al genio creativo di Salvador Dalì, Villa Fiorentino conferma la sua attenzione alle figure artistiche più importanti del Novecento, ponendo l’accento su un artista, quale Picasso moderno e classico ad un tempo,  che muove dalla tradizione per poi misurarsi spaziando tra diversi stili, diverse tecniche.

Nelle prime sale si troveranno le opere più recenti, mentre seguiranno poi quelle più vecchie, di un Picasso giovane, risalenti al 1913, che però già denotano una raffinatezza e delicatezza del segno uniche.  Si parte così dalla serie “ le Cocu magnifique” illustrazioni dell’omonima  commedia i cui toni comici e a volte grotteschi della farsa  prendono vita nelle 12 incisioni ad acquatinta. Per poi passare alla Celestine, dove in 66 tavole, cui Picasso lavorò tra il 16 Marzo ed il 5 Ottobre del 1968, sono rappresentati, anziché gli atti della tragicommedia di Calisto e Melibea, i temi mitologici dell’Eros, della Gelosia e della Morte, in una narrazione ricca di riferimenti letterari, affidata alla tecnica dell’acquaforte, le cui immagini sono definite da piccoli tratti graffianti che definiscono lo spazio e creano le forme. Nel discorso emergono talvolta solo quegli elementi chiave, grandi falli o arti dei personaggi, volutamente ingranditi e occupanti quasi l’intero spazio, con l’intento di portare attraverso un semplice simbolo l’intero messaggio della narrazione.  Appartengono invece ad un Picasso più giovane, quello antecedente al periodo rosa, le 14 incisioni realizzate tra il 1904-1905, edite nel 1913 dall’editore Ambrois Vollard ,“Suites de Saltimbanques”: questo approccio all’incisione, la cui tecnica l’artista apprende da autodidatta grazie all’amico Ricardo Canal, sarà presagio di un’attività molto intensa in tale ambito artistico che lo incuriosisce e lo affascina per la possibilità di sperimentare svariate tecniche e materie; ma siccome il rame era troppo caro, fu usata una lastra di zinco su cui erano ancora evidenti le tracce di un paesaggio realizzato dal precedente proprietario.

Di questa serie fa parte “Le Repas frugal” considerata una delle più belle dell’intera produzione: dove torna l’allegoria del cieco, in questo caso l’uomo che riesce a vedere la realtà solo attraverso gli occhi di chi l’accompagna, la donna, il cui sguardo fisso testimonia quasi una tacita rassegnazione alla miseria: tutto è frugale non solo la scena del pasto, semplice immagine allegorica della frugalità e fugacità della vita stessa.  I personaggi sono proiettati oltre, nell’Aldilà, come le mani ossute in primo piano testimoniano: questa vita non è che un assaggio, un pasto frugale. Siamo a Montmartre, quartiere parigino dove Picasso si trasferisce nel 1904. Qui, come a Barcellona, la città che lo aveva ospitato in precedenza, egli nota soprattutto gli umili che vivevano per strada: il mendicante, il pazzo, il popolo misero. E proprio questi personaggi vanno ad affollare le sue tele. Ne “I poveri” invece l’immagine è dominata da ampie macchie di inchiostro: tutto è oscurità, come a testimoniare che nessuna via d’uscita dalla miseria sia più praticabile, solo il volto dell’uomo è descritto perfettamente ed ha i toni della tragedia: se tutto è perduto nell’infamia della vita bisogna salvare la propria identità e dignità umana.

Chiudono questa rassegna le incisioni che illustrano l’opera “Storia Naturale” di Georges Louis Leclerc, facilitando la comprensione del testo. Anche qui come nella Celestine la descrizione avviene per simboli: la forza del toro, la fierezza dello sparviero e l’astuzia del gatto. Da una sala all’altra nella splendida cornice di Villa Fiorentino è possibile così conoscere un aspetto inedito dell’artista, ricordato principalmente per il suo periodo cubista, passando attraverso le varie fasi del suo percorso artistico che esprimono, la sua tensione, la sua costante voglia di sperimentare.

INFO:  Apertura tutti i giorni festivi compresi ore 10.00-13.00 e 17.00- 21.00. Sabato, Domenica e festivi chiusura ore 22.00 Villa Fiorentino Sorrento Corso Italia n 53.

 

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