Fotografia. L’occhio intenso di Patrik Swirc

NIZZA – Ci lasciamo trasportare nei Viaggi fotografici  del fotografo francese Patrik Swirc  e ci immergiamo in un universo creativo ricco di sensazioni.

Le sue fotografie sono  esposte per la prima volta, al Théatre de la Photographie e de l’image di Nizza dal 14 febbraio 2015  al 24 maggio 2015. Immagini che parlano da sole e catturano la nostra attenzione. Sono foto  che  esprimono libertà, come lo spirito del suo autore, refrattario a qualsiasi disciplina fin da quando scappò dalla scuola Svizzera, da Vevey per  amore di una stripteaseuse, per seguirla  fino a Parigi a Place de la Pigalle. A Parigi troverà la sua strada, immortalando personaggi anonimi e celebrità per le più importanti riviste come Liberation, Elle, Time Magazine. Le sue fotografie lo hanno reso famoso in tutto il Mondo, dalla prima fotografia scattata alla cantante Dalida nel pieno del suo splendore nel 1981, a Serge  Gainsbourg, passando attraverso  Mick Jagger. Per trentanni  Swirc ha continuato a immortalare il pianeta dello show-biz. Entrando nella sala espositiva si scoprono i ritratti delle celebrità e capiamo perchè ogni foto è  divenuta un’ icona. Patrik Swirc da fiducia, riceve fiducia e non si lascia impressionare dai nomi altisonanti, ma nei suoi scatti  riesce sempre a catturare l’anima  di chi ha di fronte. Così ogni sua foto diventa un vero e proprio incontro intimo.  Come il ritratto di Gerard Depardieu in cui  la foto è  talmente reale che ci da l’illusione che l’attore francese sia a pochi metri da noi. Stessa impressione guardando il primo piano di  un’affascinante Caterine Deneuve avvolta in una “pelliccia leopardata”. Insomma Swirc riesce a spogliare, a far cadere la maschera ad ognuno dei suoi personaggi e lo fa con estrema delicatezza, in punta di piedi, senza violenza, senza la volontà di nuocere, senza abuso di potere. Non sappiamo se Swirc ama veramente   i suoi soggetti, ma è certo che ama renderli immortali nel tempo.

Proseguendo nel nostro viaggio fotografico scopriamo che la mostra non è dedicata solo ai ritratti, ma anche alla Moda, una Moda tutta sua, allegra, luminosa, dai ricercati accessori indossati da giovani donne in una scenografia quotidiana, ovvero reale mai artefatta, falsa e costruita. Arriviamo poi ai lavori personali inediti dell’artista, come gli Spiriti che ricalcano il viaggio interiore, la madre dei morti in una successione di foto di donne con corpi nudi burrosi, con un teschio al posto della testa. L’artista ha fatto un lungo lavoro sugli spiriti, che lui afferma vivono nella sua casa e portano pace al suo animo inquieto. Una serie di scatti  ne testimoniano infatti il suo interesse per l’irrazionale e il mistero, un modo per esorcizzare la morte. La serie di fotografie dedicata alla madre dei morti, la mère du mort, è la sua riflessione e convinzione sul doppio ruolo della donna, creatrice di vita e generatrice di morte al tempo stesso. Eros e Thanatos del resto  ha sempre affascnato gli artisti di tutti i tempi. La mère du mort, rivela un lato oscuro, turbato dell’artista, un’ossessione per donne nude, rotonde, ma anche un modo di familiarizzare e prepararsi al viaggio verso l’aldilà. Una sezione della Mostra è dedicata ai suoi  viaggi. Insaziabile viaggiatore sopratutto in Asia attraversa il Vietnam e la Cina, Swirc somiglia a un vero globe-trotter. Interessanti gli  scatti inediti del suo ultimo viaggio fatto a Gennaio in Corea del Nord, dove però l’autore non potrà  avere contatto con le popolazioni locali, ma solo con gli splendori di questo paese tanto discusso.  Solo durante lo spostarsi con i mezzi pubblici permetterà a Swirc di cogliere immagini oroginali in un Paese così difficile e controverso.

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