Arte. Biennale Venezia. Vittorio Sgarbi presenta il padiglione Italia

ROMA – Archiviate le polemiche e gli interrogativi dei giorni scorsi legate al “mi dimetto… anzi no, resto” di Vittorio Sgarbi da curatore del Padiglione Italia alla ormai prossima Biennale di Venezia (inaugurazione 4 giugno), si è svolta ieri mattina la Conferenza Stampa di presentazione del suddetto Padiglione nella Sala dello Stenditoio del Complesso San Michele a Roma.

In una sala sicuramente piena ma non così gremita come invece ci si sarebbe potuto aspettare, dopo le rituali presentazioni dei vari rappresentanti istituzionali che hanno elogiato Sgarbi definendolo “un genio assoluto”, il curatore ha dato finalmente il via a una conferenza fiume di circa tre ore e mezza. Lo spunto iniziale del discorso di Sgarbi è stato “l’eros” citato sia in termini personali, facendo riferimento alla sua passione per il gentil sesso e alla sua esuberanza sessuale (ma anche a quella di suo padre, come ci ha tenuto a raccontare), sia come spunto e motore di creatività e di produzione artistica…. “senza l’eros non ci sarebbe arte”.

Il discorso Biennale è stato affrontato quindi prendendolo un po’ alla larga. Dall’eros si è passati infatti a parlare successivamente del culatello “eccellenza parmense” definito “migliore di un opera di Anish Kapoor o Damien Hirst”, alla esaltazione della sua città natia, Ferrara, che ha fornito lo spunto anche per parlare dei vari progetti collaterali alla Biennale, che si svolgeranno in tutta Italia ovvero “Luoghi d’Italia segnalati dal curatore”. Il divagamento iniziale di Sgarbi su temi poco o solo marginalmente attinenti al progetto per la Biennale ha suscitato qualche malumore tra i giornalisti presenti, che nel momento in cui hanno però richiesto al curatore di iniziare a fornire notizie e dati concreti sul Padiglione, si sono sentiti rispondere con un tono assai infuocato: “E’ la mia Biennale”. Quindi dopo un inizio conferenza caratterizzato da un’atmosfera piuttosto accesa, in cui peraltro è stato toccato anche il tema relativo ai finanziamenti pubblici alla Biennale e in cui Sgarbi ha asserito urlando  “non ci sono soldi pubblici…. Io non ho ricevuto una lira….. lavoro da un anno ma non ho preso un soldo”, (Antonia Pasqua Recchia in rappresentanza del Ministero ha dichiarato che sono stati stanziati un milione di euro, Sgarbi sostiene che questo milione non ci sia)  finalmente si è entrati nel vivo della questione. Capire esattamente come sarà il Padiglione Italia a Venezia non è cosa semplicissima, il progetto è decisamente articolato, “pirotecnico” come è stato definito da Pasqua Recchia.

Per ora si hanno a disposizione tante liste, almeno in cartella stampa. Di certo quindi ci saranno molti artisti, una lista di duecento tra designer, pittori, fotografi, videoartisti, che sono stati scelti a loro volta da duecento “intellettuali – segnalatori”, ognuno dei quali ha indicato l’artista da lui ritenuto più interessante in questa apertura del nuovo millennio.  Insomma a detta di Sgarbi sarebbero duecento punti di vista differenti per una rappresentazione caleidoscopica e libera dal “pregiudizio critico dei curatori d’arte”. Si vedranno perciò accostati nomi più noti ad artisti perlopiù sconosciuti. Tutto questo in controtendenza con le precedenti edizioni della Biennale in cui per l’edizione del 2009 sono stati presentati “solo 19 artisti”, per non parlare poi di quella del 2007 in cui la curatrice Ida Giannelli ne presentò addirittura solo due, Vezzoli e Penone. Ci saranno sicuramente difficoltà in relazione agli spazi di esposizione (anche se si parla di circa 3000 mq all’Arsenale), ma Sgarbi prevede di sopperire a questa mancanza allestendo ed esponendo opere su gommoni, utilizzati quindi come piattaforme galleggianti. Sarà inoltre per la prima volta esposta un’opera di Piero della Francesca, sconosciuta fino a ieri. Titolo, nucleo centrale della mostra e filo conduttore dell’intero Padiglione sarà “L’arte non è Cosa Nostra”, ci sarà infatti un grande spazio centrale dedicato al “Museo della Mafia” progettato da Cesare Inzerillo, trasportato per l’occasione da Salemi a Venezia.
A parte quindi queste rivelazioni, a poco più di tre settimane dall’inaugurazione, non sono state ancora ufficializzate le opere scelte e per questo ovviamente non sono state fornite immagini. Dopo la conferenza le idee su come sarà questo Padiglione Italia non sono ben chiare, ci sono ancora diversi interrogativi senza una risposta, diciamo quindi  che è ancora una sorta di “work in progress”…. Non resta che attendere quindi la sua inaugurazione il 4 giugno.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe