Residenza degli artisti di Cosenza. L’arte intima e ironica di Iginio de Luca

ROMA – Iginio De Luca (Formia, 1966) ha partecipato alla “Residenza degli artisti di Cosenza”, progetto curato da Alberto Dambruoso dei “Martedì Critici” e dal Comune di Cosenza.

Un progetto che vede coinvolti circa cento artisti, italiani e stranieri, che portano creatività attraverso le loro creazioni, in un posto confortevole e pensato per creare un dialogo con la collettività, invitata a partecipare a tutte le attività proposte dagli artisti.

Iginio De Luca, che vive tra Roma e Torino, dove insegna Decorazione e Installazioni Multimediali all’Accademia delle Belle Arti, ha realizzato una serie di lavori nati proprio in un paese della provincia di Cosenza visitato dall’artista e dove la sua attenzione si è fermata su una bandiera dell’Italia posta sopra quella del Canada. Ogni anno una comunità di emigranti in Canada, spiega l’artista, torna per una villeggiatura: ha deciso, quindi, di produrre un video con le due bandiere che parlano tra loro nel vento, una sorta di danza istituzionale tra Italia e Canada. L’avvicinamento di queste due bandiere ha vari significati secondo l’artista: due culture diverse che si incontrano, le tradizioni di due popoli, il riconoscimento della dipendenza dalla terra d’origine.

L’Artista ci spiega che, essendo riuscito ad entrare in contatto con alcune di queste famiglie, si è fatto raccontare la loro storia, la sofferenza nel vivere per decenni lontano dalle proprie radici. Interagendo con loro ha potuto scattare ritratti fotografici e misurare la loro casa. Sempre con l’aiuto di queste famiglie Iginio ha potuto ricostruire “l’identikit di una casa a distanza”. Dal risultato di queste due planimetrie, trasportate su fogli di poliestere opalino intagliati secondo lo schema architettonico e sovrapposti alle fotografie fatte in precedenza, l’Artista ha potuto dare una lettura parziale che lascia intravedere, nell’atto di escludere, la griglia planimetrica: sta a significare liberazione e prigionia del campo.

Il titolo di tale lavoro è “Expatrie” (dal francese espatriato), ma anche patrie che non sono più perchè non accolgono, non trattengono. Da qui il lavoro dell’artista con le due bandiere uguali a quelle del video, che ha tagliato e disposto a terra nel box.

Questo per far capire, come racconta l’artista, che la storia umana si intreccia con quella collettiva, una storia di confini, contesti in transito in perenne sospensione, ma quanto mai attuali! Questa l’opera che l’artista Iginio De Luca lascia alla città di Cosenza, realizzata durante la sua permanenza.

Ho avuto il piacere di conoscere alcuni degli artisti il 18 settembre durante l’esposizione dei loro lavori nella Residenza Artistica di Cosenza, con la presenza del curatore Aberto Dambruoso, il Sindaco Mario Occhiuto e tante persone del luogo che in un clima festoso e coinvolgente culminato all’imbrunire della sera con dj set dove gli artisti si sono cimentati in balli e canti, una vera attrazione dove si potevano osservare centinaia di occhi entusiasti nel celebrare una semplice festa e un momento di ritrovo con gli abitanti di Cosenza.

Divertente ricordare un episodio al riguardo dove l’Artista Iginio De Luca in assenza di strumenti musicali si è cimentato a suonare una carriola posta vicino al locale, una performance gradita da tutti gli artisti e le persone presenti alla festa che hanno ballato senza tregua.  

Iginio De Luca con questo lavoro ha voluto dare più letture tra sfere personali e storie nazionali. Non dimentichiamoci che Iginio è un artista eclettico che usa diversi linguaggi proprio per potersi esprimere in tanti modi diversi, non per ultima la musica. Ci racconta che è l’ispirazione a cercare lui, le cose gli accadono vivendo, uscendo, e spesso proprio dalle difficoltà trova ispirazione. “Sicuramente bisogna essere acuti, un occhio allenato alla mente, potrei dire un po’ maniacale, complice!” questo dice l’artista.

Iginio De Luca ci racconta che coniuga il lavoro di artista alla professione di docente dell’Accademia delle Belle Arti di Torino e questa ambivalenza gli piace molto perchè trova continuamente scambi che coinvolgono gli studenti che permettono all’artista di crescere continuamente.

E non solo: lui utilizza l’arte per provocare la dimensione sociale (blitz, così da lui chiamati come il Monumento al panino nel gennaio 2013: “una rosetta enorme farcita di mortadella messa davanti al Campidoglio, sotto la statua del Marco Aurelio a cavallo. E’ il monumento al panino, un regalo per Alemanno, una provocazione, una metafora della classe politica attuale, intrisa di volgarità e di basso profilo etico, il cibo dei poveri vista la crisi, ma dei poveri di spirito, in questo caso”).

Iginio De Luca, arriva, proietta, costruisce la nostra storia in chiave teatrale, ma ci dice che prova illusione, utopia: è un Artista e quindi ha fede. E’ un artista a tutto tondo, artista, musicista, uomo da palcoscenico, fa video, installazioni, performance. I suoi lavori si possono trovare sia in Italia che all’estero.

Le persone che guardano i suoi video possono sentirsi parte integrante, perchè veri e rispecchiano la realtà che ci circonda. Ironico, intimo e personale Iginio gioca con la Vita, al passo con i tempi, tocca sempre delle corde profonde che coinvolgono l’umanità, dove Arte e Vita si incontrano ma spesso si scontrano.

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