Palazzo delle Esposizioni, parte il progetto espositivo di Tre stazioni per Arte-Scienza

 

Dal 21 ottobre 2021 al 17 febbraio 2022 prende il via nella rotonda di Palazzo delle Esposizioni di Roma il programma di incontri nella cornice del progetto espositivo Tre stazioni per Arte-Scienza

 Un ampio progetto, declinato attraverso tre mostre che rappresentano tre diversi punti di vista: quello storico (La scienza di Roma. Passato, presente e futuro di una città), quello artistico (Ti con zero), e quello della ricerca scientifica contemporanea (Incertezza. Interpretare il presente, prevedere il futuro).

La rassegna, promossa da ROMA Culture, è ideata e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo con la collaborazione di numerose istituzioni pubbliche, tra le quali INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a cui si deve l’intera progettazione e curatela della mostra Incertezza; mentre l’esposizione “La scienza di Roma” è stata patrocinata dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dalla Sapienza Università di Roma. Quest’ultima ha anche collaborato alla sua realizzazione.

Le stazioni che titolano le mostre rimandano al senso del viaggio, un viaggio di scoperta e di crescita attraverso la conoscenza. Guardando l’evoluzione della nostra specie, dalle prime migrazioni preistoriche fino alle missioni spaziali, si potrebbe sintetizzare che la leva determinante del progresso umano sia il viaggio, la necessità, dettata dall’istinto di sopravvivenza, di andare a vedere cosa c’è oltre, cosa c’è altrove. Nell’immaginare queste stazioni di partenza è sorta l’esigenza di dotarle di un luogo di sosta e di approfondimento che prepari alla scoperta dei temi che affrontano. La Rotonda al centro dei percorsi espositivi sarà pertanto luogo d’incontro con una serie di avventori d’eccezione, che aiutino il pubblico a capire il nostro pianeta, l’Universo, l’uomo e la sua storia.

Un viaggio che esplora la terra attraverso le incursioni artistiche di Margherita Morgantin nei recessi dei laboratori del Gran Sasso, in dialogo con il Riccardo Venturi (28/10) e le ricerche del geologo Carlo Doglioni (25/11); o l’oscurità del cosmo attraverso le lenti di un astrofisico, Lucio Angelo Antonelli (09/12).

E se la destinazione è l’essere umano stesso, quale migliore compagno di viaggio di un premio Nobel per la Medicina, Mario Capecchi, in Italia per dialogare con il regista Roberto Faenza, autore di un film sulla rocambolesca infanzia italiana del geniale scienziato naturalizzato americano (01/12); di un autorevole storico della medicina, Bernardino Fantini, che ci offrirà, attraverso una prospettiva storica sulle epidemie, la chiave per comprendere meglio il nostro presente (04/11); o di un etologo, Enrico Alleva, che assieme a Daniela Santucci, psicobiologa, aiuterà a comprendere meglio il cervello umano e la sua evoluzione (10/02).

E così, con lo sguardo alle origini, si vedrà quale essere umano uscirà dai racconti di Giorgio Manzi, uno dei nostri più autorevoli antropologi, in dialogo con Telmo Pievani, straordinario studioso dell’evoluzione, che torna al Palazzo delle Esposizioni dove ha curato importanti progetti scientifici (02/12).

E come ogni viaggio che allontana da un luogo familiare e rassicurante verso uno sconosciuto e incerto, si proverà a comprendere e accettare il margine di incertezza che pervade ogni aspetto del nostro mondo, grazie all’aiuto straordinario di Andrea Brandolini, economista, dei fisici Fernando Ferroni e Patrizia Tavella (21/10), dei filosofi della scienza Armando Massarenti e Mauro Dorato (11/11).

Il desiderio di conoscere che ci ha messi in cammino è il punto di unione tra ricerca matematica e artistica, considerate tradizionalmente forme di conoscenza totalmente distanti. Ai molteplici modi in cui creatività e calcolo si connettono è dedicata una serie di incontri concentrati nel mese di gennaio: dalla bellezza e stravaganza della matematica secondo la fisica Ingrid Daubechies (10/01, incontro online) alla riflessione sul linguaggio e le sue specificità nelle esperienze di un matematico, Roberto Natalini, un artista, Cesare Pietroiusti e una scrittrice con una formazione matematica, Chiara Valerio (13/01); dal ruolo della geometria nelle architetture narrative di Italo Calvino secondo Michèle Audin, matematica e scrittrice francese (20/01) fino alla preziosa testimonianza di Alessio Figalli, insignito nel 2018 della prestigiosa Medaglia Fields, in conversazione con la giornalista Roberta Fulci (31/01, incontro online).

Il percorso nel suo insieme aspira a comprendere i modi in cui arte, scienza e società parlano tra loro e si rispecchiano, attraverso riflessioni collettive, alle quali partecipano: i giornalisti Marco Cattaneo e Marco Motta con gli studiosi Fabrizio Rufo e Lucia Votano (16/12); Elena Bonetti, matematica e Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università degli Studi di Roma Sapienza e medico, Cristiana Pulcinelli, giornalista e scrittrice (17/02).

Palazzo delle Esposizioni-Rotonda – Via Nazionale 194, – Roma www.palazzoesposizioni.it

 

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Programma:

giovedì 21 ottobre 2021, ore 18.30
Andrea Brandolini, Fernando Ferroni, Patrizia Tavella
Incertezza e conoscenza

La categoria dell’incertezza è centrale quanto fondamentale nella moderna visione scientifica del mondo, nelle scienze sociali ma anche nelle scienze cosiddette esatte. Le nostre informazioni sul mondo, infatti, sono frutto di osservazioni e misure che hanno sempre un margine di incertezza, che può essere ridotto e valutato, ma mai del tutto eliminato. Una sempre più accurata valutazione quantitativa delle incertezze è una delle manifestazioni più tangibili del progresso delle scienze. E della nostra conoscenza. 

Andrea Brandolini, vicecapo del dipartimento di Economia statistica della Banca d’Italia

Fernando Ferroni, professore di fisica al GSSI, ricercatore ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso

Patrizia Tavella, direttrice del dipartimento Tempo del BIPM – Bureau International des Poids et Mesure

giovedì 28 ottobre 2021, ore 18.30
Riccardo Venturi e Margherita Morgantin
Sotto la montagna Sopra la montagna

Sotto la montagna ci sono i Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare del Gran Sasso, dove, in assenza di radiazioni, si studia la materia oscura – l’ipotetica materia che costituirebbe quasi il 90% della massa dell’universo, non emetterebbe radiazioni elettromagnetiche e sarebbe rilevabile solo grazie ai suoi effetti gravitazionali. Sopra la montagna, l’artista Margherita Morgantin ci conduce, attraverso un percorso interdisciplinare, a confrontare le immagini della scienza con quelle dell’arte e di alcune tradizioni mistiche. Questo incontro si propone così di far dialogare linguaggi e tradizioni diversi all’interno di un percorso di comprensione profonda della realtà.

Margherita Morgantin, artista visiva con base a Milano, è nata a Venezia dove si è laureata in Architettura allo I.U.A.V., studiando metodi di previsione della luce naturale. Il suo lavoro si articola in linguaggi diversi che spaziano dal disegno alla performance, muovendosi su di un filo che raccorda linguaggio, filosofia, matematica, cultura visiva. Contatto e convivenza, osservazione e immaginazione, sono gli intervalli aperti che connotano il suo lavoro. Ha partecipato a mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero, e realizzato azioni e progetti speciali in contesti diversi, tra cui Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna (Venezia), Museion (Bolzano), Galleria Continua (San Gimignano), Villa Croce (Genova), MAMbo e Xing (Bologna), La Biennale di Venezia Danza.

Riccardo Venturi, nato a Roma, vive e lavora a Parigi dal 2002 in quanto storico e critico d’arte contemporanea. Dopo aver ottenuto un dottorato in storia dell’arte ed estetica all’Università Paris Ouest Nanterre La Défense, è stato Postdoctoral Fellow alla Phillips Collection Center for the Study of Modern Art e alla George Washington University di Washington, nonché pensionnaire all’Institut national d’histoire de l’art (INHA) di Parigi (2012-2016). Tra le sue pubblicazioni: Mark Rothko. Lo spazio e la sua disciplina (Electa 2007), Black paintings. Eclissi sul modernismo (Electa 2008) e Passione dell’indifferenza. Francesco Lo Savio (Humboldt Books 2018). Su Lo Savio ha anche co-curato la recente retrospettiva al MART di Rovereto. Scrive regolarmente per Artforum, Alias – Il Manifesto e www.doppiozero.com.

giovedì 4 novembre 2021, ore 18.30
Bernardino Fantini
Come si sviluppa e come si esaurisce una pandemia? Una storia naturale e sociale

Le epidemie sono una costante della storia dell’umanità e hanno, con diversa intensità nei diversi periodi storici, modificato la struttura demografica delle popolazioni, le istituzioni sociali, la cultura e la vita quotidiana. Una malattia trasmissibile è una relazione di tipo biologico ed evolutivo fra un parassita e il suo ospite (ed eventualmente il vettore), ma al tempo stesso questa relazione si svolge in un dato ambiente economico e sociale che ne determina la possibilità, le condizioni e gli sviluppi. Per questo una pandemia ha al tempo stesso una storia naturale e una storia sociale e culturale. La storia delle epidemie del passato ci permette di meglio comprendere quanto accade nel mondo contemporaneo, analizzando le cause delle epidemie, le risposte che le diverse società hanno dato alle crisi sanitarie, le profonde continuità e le profonde discontinuità che si sono verificate nei diversi periodi storici, risultato degli eventi naturali e delle trasformazioni prodotte dalla scienza e dalla tecnica.

Bernardino Fantini è professore emerito di storia della medicina presso l’Università di Ginevra. Nato a Nepi (Viterbo), ha ottenuto una laurea in biochimica alla Sapienza Università di Roma nel 1974 e un dottorato in storia e filosofia delle scienze della vita all’EPHE-Sorbonne di Parigi. Dal 1990 al 2013 è stato direttore dell’Istituto di storia della medicina dell’Università di Ginevra. È presidente dell’Istituto Italiano di Antropologia, dell’Association des Concerts d’été à St Germain e della Società Dante Alighieri di Ginevra.

Giovedì 11 novembre 2021, ore 18.30
Armando Massarenti e Mauro Dorato
Decidere in un mondo incerto

Ogni cosa che riguarda il nostro mondo è pervasa dall’incertezza. Niente può essere affermato con eguale certezza. Per questo Bertrand Russell giustamente affermò che il vero compito della filosofia nel mondo di oggi è «Insegnare a vivere senza la certezza e tuttavia senza essere paralizzati dall’esitazione». È un compito, oltre che della filosofia, di una costellazione di saperi che intrecciano la psicologia cognitiva con l’economia, l’etica, la teoria delle decisioni razionali, la teoria dei giochi, l’informatica, la scienza dei dati, la probabilità. Ognuno di questi saperi offre qualche spunto prezioso per imparare a pensare con la propria testa, dotandosi di un pensiero critico oggi più che mai necessario per formare buoni cittadini e buoni decisori pubblici.

Armando Massarenti, filosofo ed epistemologo

Mauro Dorato, filosofo della scienza, professore all’Università degli Studi di Roma Tre

giovedì 25 novembre 2021, ore 18.30
Carlo Doglioni
Gradienti della Terra

Non c’è fenomeno naturale sul nostro pianeta che non sia generato da un gradiente chimico-fisico. La tettonica delle placche, i terremoti, i movimenti interni alla Terra sono tutti fenomeni controllati da gradienti di pressione, temperatura, densità, composizione chimica e mineralogica, viscosità, rigidità, ecc. La componente astronomica è in genere sottovalutata nei meccanismi della Terra, mentre invece vi sono forti evidenze che gli effetti mareali abbiano un ruolo determinante nella dinamica planetaria.

Carlo Doglioni è professore ordinario di geodinamica all’Università Sapienza di Roma dal 1997. Precedentemente ha lavorato nelle università di Ferrara, Bari e Potenza. Dal 2016 è presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). I suoi campi di interesse principali sono i meccanismi della tettonica delle placche e l’origine della sismicità. Ha visitato le università di Basilea, Oxford, Houston e Lamont. Ha ricevuto il Premio Spendiarov dell’Accademia Russa delle Scienze, il Wegener Award dell’EAGE e il Robert Berg Award dell’AAPG. È socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL e dell’Academy of Europe.

mercoledì 01 dicembre 2021, ore 18.30
Mario Capecchi
in conversazione con Roberto Faenza, Elisa Balzano, Marta Marzullo

Da piccolo vagabondo di guerra, quasi l’immagine di un piccolo eroe di Rossellini, ad allievo di James Watson fino al Nobel per la medicina nel 2007. Mario Capecchi, l’italiano trapiantato in America che ha scoperto come silenziare i geni, incontra il pubblico italiano grazie ad un’occasione straordinaria: il film sulla sua rocambolesca infanzia a cui Roberto Faenza sta lavorando. Quando la madre, antinazista, fu deportata in un campo di concentramento tedesco, si ritrovò a vivere da solo per strada, tra gruppi di bambini sbandati. Macilento e malnutrito, dopo tre anni fu ritrovato in un ospedale dalla madre, sopravvissuta, che partì con lui per l’America, aprendogli una vita di nuove possibilità. Un’occasione unica per il pubblico della mostra per ripercorrere la sua vita straordinaria e le sue importanti scoperte scientifiche, con l’aiuto del regista e di due brillanti ricercatrici.

Mario Capecchi è un genetista molecolare statunitense nato a Verona nel 1937. Consegue la laurea in “Chimica e Fisica” nel 1961 presso l’Antioch College in Ohio e nel 1967 il Ph.D. in “Biofisica” presso l’Università di Harvard. Egli è stato Professore associato presso la facoltà di Medicina dell’Università di Harvard fino al 1973, mentre successivamente ha ricoperto i ruoli di Professore di Biologia, Scienze oncologiche e di Genetica umana presso la facoltà di Medicina dell’Università dello Utah. Tra gli innumerevoli premi ricordiamo il “Kyoto prize” nel 1996, la medaglia “Franklin” nel 1997, la “Medaglia Nazionale per la Scienza” nel 2001, mentre l’anno seguente il “Premio Wolf per la Medicina”. Nel 2004 è stato decorato con la laurea honoris causa in “Medicina e Chirurgia” dall’Università di Firenze. Nel 2007, insieme ai colleghi Oliver Smithies e Martin Evans è stato insignito del “Premio Nobel per la Fisiologia o Medicina” per la messa a punto di tecniche di gene targeting che hanno portato al primo topo “knockout”.

Roberto Faenza, regista, scrittore e docente universitario nato a Torino nel 1943. Laureato in Scienze Politiche e diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, debutta alla regia nel 1968 con il successo internazionale Escalation sulla contestazione giovanile. Nel 1969 dirige H2S, una satira crudele, sequestrato due giorni dopo la sua uscita, e nel 1978 Forza Italia!, feroce ritratto di trent’anni di storia politica.  Tra la sua filmografia troviamo, fra gli altri, Copkiller (1983) con Harvey Keitel ed il leader dei Sex Pistols Johnny Rotten; Mio Caro Dottor Gräsler (1990), tratto da un romanzo di Arthur Schnitzler ed interpretato da Kristin Scott Thomas e Miranda Richardson; Jona che visse nella balena (1993), su un bambino sopravvissuto al campo di concentramento di Bergen Belsen; Sostiene Pereira (1995), ultimo film italiano di Marcello Mastroianni; Marianna Ucria (1997), tratto dal romanzo di Dacia Maraini; The Lost Lover (1999), ispirato al romanzo di Abraham B. Yehoshua. Nel 2003 ha girato Prendimi l’anima, basato sull’ardente passione tra Carl Gustav Jung e la sua giovane paziente russa Sabina Spielrein. Tra i suoi film più recenti: Alla Luce Del Sole, su Don Pino Puglisi; I giorni dell’abbandono, tratto dal romanzo di Elena Ferrante; Un giorno questo dolore ti sarà utile (tratto dal romanzo di Peter Cameron) con Ellen Burstyn, Marcia Gay Harden, e Lucy Liu e La verità sta in cielo, sul caso di Emanuela Orlandi.

Elisa Balzano è una dottoranda di ricerca in Genetica e Biologia Molecolare presso Sapienza Università di Roma nel laboratorio di Citogenetica Molecolare della Prof.ssa Franca Pelliccia e sotto la supervisione della Prof.ssa Simona Giunta. Conseguito il titolo triennale in Scienze Biologiche, Elisa ha proseguito il suo percorso formativo con la Laurea Magistrale in Genetica e Biologia Molecolare presso Sapienza Università di Roma con la votazione di 110/110 e lode. La sua ricerca si focalizza su specifici regioni “fragili” del genoma umano, spesso coinvolte in malattie geniche e genetiche. La sua passione per la scienza, ed in particolar modo per la biologia, è nata dai tempi del Liceo studiando il DNA, una struttura così piccola e vulnerabile ma anche così creativa da poter generare nuova complessità tale da racchiudere tutta la nostra storia evolutiva.

Marta Marzullo è nata a Terracina (LT) nel 1989. Nel 2013 si laurea con lode in Genetica e Biologia Molecolare all’università Sapienza di Roma, successivamente consegue il dottorato di ricerca nella medesima università con una tesi sulla regolazione della stabilità del genoma in Drosophila melanogaster. Nel 2018 si trasferisce a Lisbona (PT) all’ Instituto Gulbenkian de Ciência (IGC) dove studia la relazione tra invecchiamento, infiammazione e cancro nell’organismo modello Zebrafish. Tornata in Italia, nel 2021 vince il bando della regione Lazio “Vitamina G-Bando delle idee” grazie al quale fonda l’associazione “Laboratorio11” che si prefigge l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico a scienza e cultura.

giovedì 02 dicembre 2021, ore 18.30
Giorgio Manzi e Telmo Pievani
La scienza delle nostre origini

Fra le scienze di Roma vi è la paleoantropologia: declinazione al passato dell’antropologia. Si è sviluppata fra il 1929 e il 1939, con le formidabili scoperte dei Neanderthal di Saccopastore, nella periferia nord-est della città di allora, e con quelle del Monte Circeo. Decenni prima, nel clima positivistico di fine Ottocento, aveva preso avvio la Scuola Romana di Antropologia, che ancor oggi è attiva a livello internazionale, a fronte dei notevoli progressi euristici delle scienze umane. Analogamente, i Neanderthal sono sempre al centro dell’attenzione, nel contesto di un albero dell’evoluzione umana sempre più ramificato.

Giorgio Manzi è professore ordinario di Antropologia (BIO/08) alla Sapienza Università di Roma e Accademico dei Lincei. Paleoantropologo di rilievo internazionale, la sua attività scientifica include aspetti di morfologia funzionale, di evoluzione umana e di biologia delle popolazioni umane antiche. Noto anche come divulgatore scientifico, collabora con quotidiani, periodici, trasmissioni radio e TV. Fra i libri per Il Mulino, ricordiamo “Il grande racconto dell’evoluzione umana” (2013-2018), “Ultime notizie sull’evoluzione umana” (2017) e, da poco nelle librerie, “L’ultimo Neanderthal racconta: storie prima della storia” (2021).

Telmo Pievani, filosofo della biologia ed esperto di teoria dell’evoluzione. È Ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli studi di Padova, dove ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle Scienze Biologiche. Presso lo stesso Dipartimento è anche titolare degli insegnamenti di Bioetica e di Divulgazione naturalistica. Dal 2016 è Delegato del Rettore per la Comunicazione Istituzionale dell’Università degli studi di Padova. Dal 2017 è Presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica.

sabato 4 dicembre 2021, ore 17.00
Daniela Angelucci, Marco Armiero, Daniele Balicco, Ilaria Bussoni, Dario Gentili, Federica Giardini
Environmental Humanities. Ecologie della natura ibrida

La crisi ambientale dichiarata da alcuni decenni interpella fortemente le scienze umane e politiche. Non solo perché sono chiamate a misurarsi con temi economici e politici e a ripensare la sostenibilità delle forme di vita umane e il loro impatto sul pianeta, rispetto alle quali l’intenso dibattito sull’Antropocene è stato un esempio. Ma soprattutto perché il complesso del pensiero politico ha l’occasione di innovare le categorie e gli strumenti attraverso i quali ha messo a fuoco oggetti quali la modernità, lo sviluppo, i cambiamenti… per guardare in modo diverso al mondo vivente.

Daniela Angelucci è docente di Estetica all’Università di Roma Tre. Tra le sue principali aree di interesse sono la teoria dell’immagine e la filosofia del cinema.

Marco Armiero, storico dell’ambiente, è direttore dell’Environmental Humanities Laboratory del Royal Institute of Technology di Stoccolma.

Daniele Balicco è ricercatore in Teoria della letteratura e Letterature all’Università di Roma Tre. Fino al 2018 è stato professore a contratto all’Ecole des Hautes Etudes (EHESS) di Parigi. Si occupa, tra l’altro, di letteratura, arti e mutazione antropologica.

Ilaria Bussoni, filosofa di formazione, si occupa di nuove ecologie, paesaggio, estetica e ambiente in diversi formati: dirigendo la collana habitus presso la casa editrice DeriveApprodi, scrivendo saggi e curando mostre d’arte contemporanea.

Dario Gentili insegna Filosofia morale presso l’Università Roma Tre. Tra le sue pubblicazioni le monografie: Italian Theory. Dall’operaismo alla biopolitica (il Mulino, 2012) e Crisi come arte di governo (Quodlibet, 2018).

Federica Giardini è professore di Filosofia politica presso l’Università Roma Tre. Femminista, dirige il master in Studi e politiche di genere e coordina il master in Environmental Humanities – Studi del territorio, entrambi presso l’Università Roma Tre.

giovedì 09 dicembre 2021, ore 18.30
Lucio Angelo Antonelli
Le sfide dell’astrofisica del XXI secolo attraverso i grandi osservatori

Le nuove tecnologie, a partire dalla seconda metà del XX secolo, hanno permesso di accedere allo studio del cosmo a tutte le lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico (dalle onde radio ai raggi gamma) e da pochi anni anche ad altri messaggeri quali le onde gravitazionali ed i neutrini. La nostra conoscenza dell’Universo ha potuto fare un grande balzo in avanti aprendo però la strada a nuove domande e nuove sfide. In questa conferenza verranno presentati i grandi quesiti dell’astrofisica moderna e la strumentazione di avanguardia che gli astronomi stanno realizzando per cercarne la risposta.

Lucio Angelo Antonelli è un astrofisico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Dal 2018 è il direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma, uno degli istituti dell’INAF. Precedentemente è stato il primo direttore dello Space Science Data Center (SSDC) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Autore di oltre 350 articoli su riviste internazionali astronomiche (tra cui Science and Nature) che hanno raccolto oltre 16.000 citazioni, ha ricevuto il Premio Bruno Rossi dell’American Astronomical Society nel 1998 per la soluzione della natura extragalattica dei Lampi Gamma. È membro delle collaborazioni internazionali MAGIC e CTA e si è sempre occupato di astrofisica delle alte energie ed in particolare dello studio di fenomeni transienti meglio conosciuti come Lampi Gamma (o Gamma Ray Burst, GRB).

giovedì 16 dicembre 2021, ore 18.30
Marco Cattaneo, Marco Motta, Fabrizio Rufo, Lucia Votano
Scienza e società. In ricordo di Pietro Greco e Rossella Panarese

La società contemporanea è contrassegnata da una crescita scientifica e tecnologica imponente, il cui ritmo vertiginoso sollecita strumenti di condivisione del sapere sempre più aggiornati, in grado di rivolgere e chiarire dati estremamente specialistici a una platea sempre più vasta. Le sfide che il presente ci impone, dalla pandemia agli effetti del cambiamento climatico, richiedono una comunicazione della conoscenza rigorosa ma accessibile e condivisa, assegnando a scienziati, studiosi, divulgatori e giornalisti un ruolo cruciale per la crescita culturale del nostro sistema sociale.

Marco Cattaneo si è laureato in fisica nel 1991, per entrare pochi mesi dopo nella redazione di Le Scienze in veste di junior editor. Da lì ha iniziato una lunga carriera coronata dalla direzione della rivista, edizione italiana di Scientific American, e di Mind, mensile di psicologia e neuroscienze, nel 2006. Dal 2010 il gruppo GEDI gli ha affidato anche la direzione di National Geographic Italia. Dal 2019 ha una rubrica fissa su Il Venerdì, supplemento del quotidiano La Repubblica, con cui collabora da anni. In trent’anni di carriera si è dedicato prevalentemente ai temi della scienza, dalla fisica alle scienze della vita, e dell’ambiente, ma ha maturato anche una significativa esperienza come reporter e fotografo di viaggio, con servizi pubblicati da riviste come Airone e Meridiani.

Marco Motta, dopo la laurea in filosofia della scienza all’Università degli Studi di Padova e il Master in giornalismo scientifico della SISSA di Trieste, è entrato nel 2004 nella redazione di Radio3 Scienza, il quotidiano scientifico di Radio3 RAI che oggi conduce, indagando il rapporto tra scienza e società attraverso interviste con i protagonisti dell’attualità scientifica, rivolgendo speciale attenzione al ruolo della scienza nel dibattito culturale e politico. Ha pubblicato numerosi articoli su temi di scienza, tecnologia, ambiente e innovazione su diverse testate, tra le quali L’EspressoIl ManifestoSapereLe Scienze. Si è occupato del coordinamento del Master di giornalismo scientifico dell’Università La Sapienza di Roma, tenendo corsi di linguaggio radiofonico e di scienza alla radio.

Fabrizio Rufo è professore associato di Filosofia morale della Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Biologia ambientale, dove insegna Bioetica. Le sue ricerche riguardano prevalentemente il rapporto tra scienza e società. Nel 2017 è stato co-curatore della mostra Dna – Il grande libro della vita da Mendel alla genomica.  Tra le sue ultime pubblicazioni: Etica in laboratorio (Donzelli, 2017); Il codice della vita. Una storia della genetica tra scienza e bioetica (Donzelli, 2017), insieme a Bernardino Fantini; Scienziati, Politici, Cittadini (Ediesse, 2014). Ha inoltre curato i volumi: Il valore democratico della conoscenza (Ediesse, 2019), La salute è un diritto (Ediesse, 2020)

Lucia Votano, Fisica, è dirigente di Ricerca emerita dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Si occupa di fisica astroparticellare, in particolare dello studio dei neutrini. Ha lavorato nel Laboratorio di Frascati, al CERN di Ginevra, a DESY in Germania, e infine al Laboratorio sotterraneo del Gran Sasso di cui è stata Direttrice dal 2009 al 2012. Tra i protagonisti della scoperta in modo diretto delle oscillazioni dei neutrini con l’esperimento OPERA, al momento partecipa al progetto JUNO nella Cina meridionale. È coautrice di circa 300 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Ha pubblicato due libri a carattere divulgativo: Il Fantasma dell’universo-Che cos’è il neutrino (Carocci, 2015) La via della seta. La fisica da Enrico Fermi alla Cina (Di Renzo 2018)

lunedì 10 gennaio 2022, ore 18.30 – incontro online
Ingrid Daubechies
Arte e matematica: interconnesse in molteplici modi.

in collaborazione con l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Cnr

Le persone che amano la matematica ne parlano nello stesso modo in cui altri descrivono l’arte d’impatto: bella, travolgente, che incute timore. Gli algoritmi matematici aiutano gli storici dell’arte e i conservatori d’arte a ricavare informazioni che possono essere essenziali per la comprensione della storia di un’opera d’arte, o per la sua conservazione. I modelli matematici aiutano ad articolare o chiarire sensazioni intuitive. Questi sono solo alcuni dei molteplici modi in cui matematica e arte sono interconnesse e sui quali si soffermerà l’intervento, avvalendosi di esempi tratti dal lavoro dell’oratore e da quello di altri.

Ingrid Daubechies, Ph.D. in fisica teorica, ha dedicato la maggior parte della sua carriera alla trasposizione delle tecniche e delle analisi matematiche non solo in fisica, ma anche nell’elaborazione dei segnali, nell’imaging cerebrale, geofisica, morfologia biologica, nell’analisi e conservazione delle opere d’arte, così come nella ricerca matematica. Attualmente è professore alla Duke University, una delle università più prestigiose degli Stati Uniti. Durante l’isolamento causato dalla pandemia, ha dedicato parte del suo tempo alla realizzazione, insieme ad altri 23 matematici e artisti, di un’installazione artistica che cerca di comunicare la meraviglia, la bellezza e la stravaganza della matematica (mathemalchemy.org).

giovedì 13 gennaio 2022, ore 18.30
Roberto Natalini, Cesare Pietroiusti, Chiara Valerio
Linguaggio, linguaggi, tra arte, matematica e vita quotidiana

in collaborazione con l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Cnr

La nostra cultura nasce in primo luogo dalla capacità di sviluppare il linguaggio, permettendo per esempio di trasmettere fatti ed emozioni, avere una memoria storica e sviluppare idee astratte. Oggi convivono però un numero enorme di linguaggi diversi, sempre più specializzati. Dietro a un’unità di fondo della nostra cultura, i linguaggi dell’arte, della scienza e in particolar modo della matematica hanno creato mondi a volte estremamente lontani tra loro, che spesso rischiano di non comunicare. In questo incontro discuteremo dei rapporti fra alcuni di questi linguaggi che, se coltivati, ci possono portare a una rinnovata unità del sapere.

Roberto Natalini (Roma, 1960) matematico, divulgatore, è il direttore dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del CNR. I suoi principali interessi di ricerca riguardano lo studio delle equazioni alle derivate parziali e le loro applicazioni. É presidente della commissione della European Mathematical Society per la promozione pubblica della matematica. Insieme ad Andrea Plazzi coordina il progetto di comunicazione scientifica Comics&Science.

Cesare Pietroiusti, artista, nato a Roma nel 1955, vive a Roma. Laurea in Medicina con tesi in Clinica Psichiatrica (1979). Co-fondatore del Centro Studi Jartrakor e della Rivista di Psicologia dell’Arte, Roma, 1977. Uno dei coordinatori delle residenze e dei progetti “Oreste” (1997-2001). Docente di “Laboratorio Arti Visive”, IUAV, Venezia (2004–2015); MFA Faculty, LUCAD, Lesley University, Boston (2009-2016). Co-Fondatore e Presidente della Fondazione Lac o Le Mon, San Cesario di Lecce, 2015. Presidente dell’Azienda Speciale PalaExpo di Roma, dal luglio 2018. Dal 1977 ha esposto in spazi privati e pubblici, deputati e non, in Italia e all’estero. Pietroiusti individua nella prassi laboratoriale un modello che, coniugando attività formativa ed espositiva, offre possibilità di sviluppo orizzontale e collettivo del pensiero e forme di superamento delle specificità disciplinari. www.pensierinonfunzionali.net

Chiara Valerio (Scauri,1978) ha scritto romanzi, racconti, critica letteraria e teatro. Il suo ultimo libro è La matematica è politica, Einaudi, 2020. Collabora con L’Espresso, La Repubblica e Vanity Fair. Con Fabiana Carobolante e Lorenzo Pavolini cura Ad alta voce di Radio 3 e, sempre per Radio 3, conduce, ogni domenica mattina, il programma L’isola deserta. Per la casa editrice nottetempo, ha tradotto e curato Flush, Freshwater e Tra un atto e l’altro di Virginia Woolf e Ti basta l’Atlantico? (Lettere tra Virginia Woolf e Lytton Stratchey con Alessandro Giammei). È la responsabile della narrativa italiana della casa editrice Marsilio. Ha un dottorato in Calcolo delle probabilità.

giovedì 20 gennaio 2022, ore 18.30
Michèle Audin
Ritratto di Italo Calvino come geometra

in collaborazione con l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Cnr

La geometria, quella delle città invisibili o dello spazio interstellare delle Cosmicomiche, è costitutiva di alcune delle storie raccontate da Italo Calvino. È uno dei contributi di questo scrittore alle ricerche dell’Oulipo, l’Ouvroir de Littérature Potentielle ovvero “officina di letteratura potenziale”, gruppo fondato da Raymond Queneau e dal matematico e scrittore François Le Lionnais, polo d’attrazione per matematici e scrittori che, come Georges Perec e Calvino stesso, credevano che la matematica avesse le potenzialità di organizzare strutture letterarie rigorose.

Michèle Audin è una matematica specializzata in geometria e una scrittrice. È membro dell’Oulipo ed è particolarmente interessata all’utilizzo dei vincoli geometrici per scrivere testi letterari. Per quasi trent’anni è stata professoressa di matematica presso l’Institut de recherche mathématique avancée (IRMA) dell’université de Strasbourg, interessandosi principalmente di geometria simplettica e delle sue applicazioni alla meccanica. Ha scritto numerosi testi matematici e libri di storia, tra cui Souvenirs sur Sofia Kovalevskaïa, Calvage et Mounet, 2008, e alcuni romanzi pubblicati presso Gallimard.

giovedì 27 gennaio 2022, ore 18.30
Valentino Catricalà, Monica Bello
Nuove pratiche curatoriali fra arte e scienza

Da tempo ormai il mondo della scienza ha stretto legami sempre più forti con quello dell’arte. Artisti entrano in laboratori scientifici, collaborano con tecnici e scienziati, realizzano opere con forti basi scientifiche. Dall’altra i laboratori di ricerca si sono aperti a un dialogo sempre più serrato con il mondo dell’arte. Questi intrecci stanno ridefinendo sia le pratiche artistiche che quelle curatoriali. Come? Questa è la domanda a cui Mónica Bello e Valentino Catricalà vogliono rispondere. Su queste basi, i due relatori trasporteranno il pubblico in un viaggio che illustri le ultime tendenze dell’arte in rapporto alla scienza, i cambiamenti nelle pratiche curatoriali, il potenziale impatto sociale dell’unione tra arte e scienza.

Mónica Bello è storica dell’arte e curatrice. Dal 2015 cura il programma Arts at CERN presso l’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare di Ginevra. Arts at CERN promuove il dialogo tra artisti e scienziati in uno dei laboratori più importanti del mondo. Ha co-curato la mostra Quantum/Broken Symmetries che comprende dieci opere d’arte del programma Arts at CERN in tour internazionale dal 2018 al 2020. È la curatrice del padiglione islandese per la Biennale di Venezia 2022 con l’artista Sigurður Guðjónsson. È stata curatrice ospite della prestigiosa Audemars Piguet Art Commission per Art Basel 2018. Precedentemente direttrice artistica di VIDA nella Fundación Telefónica (2010-14) e responsabile del dipartimento educativo al Laboral Centro de Arte Gijón (2008-2010).

Valentino Catricalà studioso e curatore d’arte contemporanea. Attualmente è direttore della SODA Gallery di Manchester e lecturer presso la Mancheter Metropolitan University. È inoltre curatore della sezione Arte della Maker Faire – The European Edition e art consultant per il Sony CS Lab di Parigi. Insieme a Barbara London (ex MoMA) cura il progetto D’ORO/D’ART. Su questi temi è dottore di ricerca presso l’Università degli Studi Roma Tre, è stato Part-Time Post Doc Research Fellow nella stessa Università. Ha curato mostre in importanti musei e istituzioni internazionali. È autore di diversi libri, fra i quali libri Art and Technology In The Third Millennium (Electa, 2020) e The Artist as Inventor (Rowman & Littlefield, Londra 2021).

lunedì 31 gennaio 2022, ore 18.30 – incontro online
Alessio Figalli in conversazione con Roberta Fulci

in collaborazione con l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del Cnr

Alessio Figalli, matematico, ha conseguito il dottorato nel 2007 sotto la supervisione di Luigi Ambrosio presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e Cédric Villani presso l’École Normale Supérieure de Lyon. È stato docente presso l’Università del Texas-Austin, prima di trasferirsi all’ETH di Zurigo nel 2016 come chaired professor. Dal 2019 è direttore del “FIM-Institute for Mathematical Research” presso l’ETH di Zurigo. Figalli ha vinto il Premio EMS nel 2012, il Premio Peccot-Vimont 2011, il Peccot 2012 del Collège de France, l’edizione 2015 della Medaglia Stampacchia, e l’edizione 2017 del Premio Feltrinelli per la matematica, ed è stato nominato Nachdiplom Lecturer nel 2014 all’ETH di Zurigo. È stato relatore invitato al Congresso Internazionale dei Matematici 2014. Nel 2018 ha vinto la Medaglia Fields, il Nobel per la matematica, “per i suoi contributi al trasporto ottimale, alla teoria delle equazioni derivate parziali e alla probabilità”.

Roberta Fulci, Matematica di formazione, Roberta Fulci è redattrice e voce a Radio3Scienza, il quotidiano scientifico di RAI – Radio3, e autrice per Il Tascabile. Insieme a Vichi De Marchi e Giulia Sagramola ha scritto Ragazze con i numeri. Storie, passioni, sogni di 15 scienziate (Editoriale Scienza, 2018) e Ragazze per l’ambiente. Storie di scienziate e di ecologia (Editoriale Scienza, 2021).

giovedì 10 febbraio 2022, ore 18.30
Enrico Alleva e Daniela Santucci
Dal pesce al filosofo: verso un’ecologia della mente umana

Residui di antropocentrismo contemporaneo raccontano che il cervello umano sia composto di tre porzioni anatomiche sovrapposte (teoria del cervello “tripartito” elaborata da Paul Donald MacLean, 1973) con associate facoltà comportamentali di crescente sofisticazione e complessità. La traiettoria evolutiva lineare che condurrebbe dai vertebrati al cervello umano “dimentica” specie volatrici (pipistrelli o sommozzatrici (delfini). L’adattamento a nicchie ecologiche così differenziate conduce infatti a sistemi nervosi centrali e facoltà sensoriali e comportamentali diversificate. Il cervello umano insomma avrebbe una storia naturale ben diversa.

Enrico Alleva, etologo, ha diretto il Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute mentale all’Istituto Superiore di Sanità. Perfezionando della Scuola Normale Superiore di Pisa è stato docente di Etologia alla facoltà di Biologia di “Sapienza” Università di Roma. Accademico dei Lincei, dell’Accademia Medica di Roma e dell’Accademia delle Scienze di Bologna, siede nel Consiglio scientifico della Enciclopedia Treccani. È autore de Il tacchino termostatico (Theoria, 1990), Consigli a un giovane etologo con N. Tiliacos (Muzzio, 2003) e La mente animale (Codice, 2020).

Daniela Santucci, psicobiologa, è primo ricercatore presso l’Istituto Superiore di Sanità. Componente del Commissione Nazionale per gli Studi sull’Antartide, è stato membro della Commissione per la Diffusione della Cultura scientifica e tecnologica, Miur.

giovedì 17 febbraio 2022, ore 18.30
Elena Bonetti, Antonella Polimeni, Cristiana Pulcinelli
Donne e scienza

Il percorso espositivo di La scienza di Roma è ricco di nomi di personaggi di rilievo. Tuttavia, sono quasi tutti nomi maschili: per molti secoli la scienza è stata “un mondo senza donne”. Non c’è da stupirsi, visto che le donne in Europa non avevano diritto di voto fino al XX secolo e hanno avuto accesso all’università formalmente solo alla fine del XIX. Oggi le cose sono cambiate. Ma quanto? In alcuni paesi del mondo l’istruzione è ancora negata alle donne. E anche laddove in teoria si è raggiunta una parità di condizioni, sembra che nella cittadella scientifica il pregiudizio nei confronti delle donne sia ancora presente.

Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. Professoressa Associata di analisi matematica all’Università degli Studi di Milano. Si è laureata in matematica nel 1997 presso l’Università di Pavia. Ha conseguito il PhD in Matematica presso l’Università degli Studi di Milano nel 2002. Collabora con numerose Università ed enti di ricerca italiani e internazionali per ricerche sulla derivazione e l’analisi avanzata di modelli non regolari in meccanica e nella scienza dei materiali, con un forte interesse ai modelli di danneggiamento dei beni culturali. Come Ministra ha coordinato la Conferenza G20 sull’empowerment femminile, tenutasi a Santa Margherita Ligure nell’agosto scorso.

Antonella Polimeni, Accademica e medico italiana, Rettrice dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” per il sessennio 2020-2026, prima donna a ricoprire questo ruolo in più di 700 anni di storia dell’ateneo. Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1987, diviene ricercatrice nel 1989 e dal 2005 professore ordinario di discipline nell’ambito delle malattie odontostomatologiche. Preside dal 2018 della Facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’ateneo romano, dal 2014 coordina il Dottorato di ricerca in Malattie dello scheletro e la Scuola di Specializzazione in Odontoiatria pediatrica. Autrice di oltre 470 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali, di manuali e monografie.

Cristiana Pulcinelli, Giornalista professionista e scrittrice.  Ha coordinato il servizio scienza e il servizio cultura del quotidiano L’Unità. Negli ultimi anni ha lavorato come freelance occupandosi di scienza e collaborando con diverse testate. Ha fatto parte della redazione della rivista “Scienza & Società”, quadrimestrale dell’Università Bocconi di Milano. Titolare per 14 anni di un corso di giornalismo scientifico presso il Master in comunicazione della scienza della Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati di Trieste. Ha scritto o curato diversi libri di divulgazione scientifica per adulti e ragazzi, tra cui due titoli della collana “Donne nella scienza” edita da Editoriale Scienza.

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